Proseguono le indagini sul delitto di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte, in provincia di Torino, uccisa a metà gennaio scorso. In carcere con l’accusa di omicidio sono finiti l’ex alunno Gabriele Defilippi, e il suo ex amante Roberto Obert. Arrestata anche la madre di Defilippi, Caterina Abbattista, con l’accusa di concorso in omicidio, la cui posizione si potrebbe complicare ora alla luce delle ultime perizie dei carabinieri dei Ros. Secondo quanto riportato infatti dal Quotidiano del Canavese, la donna non sarebbe stata in ospedale dove lavora la sera in cui Gloria Rosboch fu uccisa. Gli inquirenti stanno verificando se Caterina Abbattista abbia quindi avuto un “ruolo attivo” nell’omicidio della professoressa. Intanto, come riferito nei giorni scorsi da la Sentinella del Canavese, il tribunale civile di Ivrea ha messo sotto sequestro preventivo, su richiesta della famiglia di Gloria Rosboch, i beni di Caterina Abbattista: si tratta di un atto realizzato in previsione di un risarcimento danni in caso di condanna della donna.



A distanza di alcune settimane dalle ultime importanti novità sul delitto di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa i primi di gennaio e del cui delitto sono in carcere Gabriele Defilippi, la madre Caterina Abbattista e l’ex amante Roberto Obert, giungono ulteriori dettagli pronti a rompere il silenzio sul giallo. Gli aggiornamenti su uno dei casi di cronaca che ha dominato nella prima parte di questo 2016, rivelano la convinzione dei militari del Ros in merito agli spostamenti di Caterina Abbattista nel giorno del delitto, avvenuto lo scorso 13 gennaio. Secondo quanto reso noto dal Quotidiano del Canavese, per i militari la donna, accusata di concorso in omicidio, non era in ospedale la sera in cui Gloria Rosboch fu assassinata. La perizia sarà presto consegnata al procuratore di Ivrea Ferrando ed andrebbe a confermare quanto già ampiamente sostenuto in questi mesi dagli inquirenti, per i quali la Abbattista avrebbe svolto un ruolo attivo nella vicenda, sebbene per gli stessi, a compiere materialmente il delitto sia stato il figlio Gabriele ed il suo ex amante e complice Obert. Ad incastrare Caterina, sarebbero le celle telefoniche che rivelano come alle ore 19:19 del giorno dell’omicidio della professoressa Rosboch il suo cellulare agganciasse alla cella “Tre” di Montalenghe. Gli esperti dell’Arma hanno confermato l’assenza di guasti e di sovraccarico tale da far rimbalzare la connessione dati del telefono di Caterina. La donna, infatti, ha sempre sostenuto di non essersi mai allontanata dall’ospedale nel quale svolgeva la professione di assistente socio-sanitaria ed i suoi legali, nella istanza di scarcerazione più volte presentata (e rigettata) avrebbero evidenziato la tesi della connessione dati. Il lavoro dei Ros, avrebbe dunque portato ad evidenziare le bugie di Caterina Abbattista in merito ai suoi spostamenti ed i dubbi degli inquirenti, alimentati maggiormente alla luce delle ultime novità, confermerebbero il fatto che la donna sapesse il progetto del figlio Gabriele e dell’amico per mettere fine alla vita di Gloria Rosboch. Se la tesi dell’accusa dovesse trovare conferma, l’uscita della Abbattista dall’ospedale sarebbe da collocare alle ore 19:15 del 13 gennaio quando incontrò con ogni probabilità gli altri due protagonisti della terribile vicenda, per poi fare rientro dopo circa un’ora. Gabriele ed Obert avrebbero negato questo aspetto, ma nonostante questo i dubbi degli investigatori non si sono mai attenuati.

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