Isabel Flores de Oliva, vero nome di santa Rosa da Lima, nasce proprio a Lima, nel Perù, esattamente nel 1586, da una famiglia numerosa e nobile. Santa Rosa è infatti la decima di tredici figli: il nome Rosa le viene attribuito da un particolare episodio che la vede protagonista quando è ancora neonata, e che gli viene dato dal vescovo che la battezzò e cresimò, il quale venne informato di questo particolare avvenimento definito come miracoloso. Isabel si trovava nella sua culla e quando aveva due mesi, improvvisamente, il suo lettino venne cosparso di rose ma, nessuno della servitù e dei suoi parenti, aveva compiuto tale azione. Per tale motivo, nel giorno durante il quale santa Rosa ricevette i due sacramenti previsti dalla religione cristiana, ella venne battezzata col nome di Rosa, in onore di quell’evento definito come straordinario ed unico nel suo genere. Col passare degli anni, la vita di santa Rosa venne dedicata interamente alla preghiera: seppur i genitori le permisero di riceve un tipo d’istruzione tipicamente nobile, santa Rosa prediligeva leggere la Bibbia ed i testi sacri e rifugiarsi nella preghiera ogni qualvolta ne sentiva la necessità. La giovane santa Rosa si sentiva molto vicina al Signore e per tale motivo, sapendo che la sua abitazione era abbastanza grande, decise di scegliere una stanza nella quale avrebbe accolto e curato le persone indigene bisognose. Seppur in un primo momento la famiglia fu contraria alla scelta che stava effettuando santa Rosa, dopo pochissimo tempo lei riuscii a convincere i vari parenti, sfruttando tutte le sue conoscenze culturali e religiose, riuscendo di fatto a mettersi a disposizione della popolazione bisognosa, sostenendo che lei stava bene economicamente e fisicamente e che, la sua vita, era dedicata solo ed esclusivamente al sacrifico e all’aiuto nei confronti delle persone maggiormente bisognose. Dopo pochissimo tempo, santa Rosa decise di trasferirsi in una stanza presente nel grande giardino esterno della sua abitazione, dove decideva di fare delle penitenze. Secondo alcune notizie, la ragazza pregava in maniera costante nella stanza dove, d’inverno vi era un freddo incredibile e d’estate un caldo torrido. Proprio queste due particolari situazioni climatiche le permisero di effettuare, in maniera completa, le penitenze alle quali ella stessa si sottoponeva. Santa Rosa, secondo gli storici del periodo, sosteneva di avere delle visioni diaboliche e di essere costantemente tentata dal demonio e proprio per questi motivi lei cercava di espiare le sue colpe punendosi fisicamente. Il suo modo di fare, però, la fece completamente isolare dal resto della famiglia, cosa che la stessa non riusciva a comprendere: la Rosa sorridente e sempre disposta ad aiutare il prossimo si era trasformata in una persona che amava stare in solitudine e punirsi quando, le tentazioni, si facevano sempre più presenti. Nel 1617, dopo aver abbandonato la sua casa, santa Rosa si trasferì presso l’abitazione di Maria de Ezategui, una donna nobile, dove perse la vita dopo altre penitenze. Il suo scopo fu quello di sacrificare il suo corpo per avvicinarsi al Signore e salvare la popolazione intera, imitando il gesto che il Figlio di Dio effettuò sulla croce.
Santa Rosa è la patrona del Perù ma anche in Italia, soprattutto a Modena, si diffuse il suo culto, dove vengono realizzate tante processioni e manifestazioni di tipo religioso in suo onore. Nel Perù vengono realizzate diverse feste e sagre che ricordano gli atti che, la santa, decise di portare al termine durante la sua vita.
Anche Sant’Antonio di Gerace viene celebrato in data 23 agosto: egli fu un eremita che decise di ritirarsi in vita privata dopo aver predicato la parola del Signore senza però essere mai ascoltato.