Una tragedia nella tragedia ad Amatrice, il piccolo paese in provincia di Rieti devastato dal terremoto che mercoledì mattina ha colpito l’Italia centrale con un’intensità di magnitudo 6, facendo 159 vittime (ma il bilancio è purtroppo destinato ad aumentare).
Fabrizio Ferrante, intervenuto ad Amatrice con il nucleo Soccorsi con mezzi e tecniche speciali della Croce Rossa, risponde al telefono con un filo di voce. Lui e altri soccorritori hanno appena estratto dalle macerie i corpi senza vita di due gemellini di due anni, ritrovati abbracciati insieme alla madre e a un’altra sorellina.
“Tutti e quattro sono morti nel sonno e li abbiamo trovati abbracciati sotto quello che resta delle loro case”, racconta Ferrante al sussidiario. “Nel centro storico ci sono moltissime case crollate, sia nella via principale di Amatrice sia in quelle laterali… In questo momento, mentre le parlo, ci sono i vigili del fuoco infilati nei cunicoli per tirare fuori le persone, e tutto questo mentre le scosse continuano. I soccorritori quando compiono un intervento come questo non pensano ai rischi che corrono, ma hanno come unico scopo quello di soccorrere le persone sotto le macerie. Stiamo attenti alla nostra incolumità, ma non ci preoccupiamo più di tanto”.
L’impressione di chi sta operando ad Amatrice è che ci siano ancora numerose persone sotto le macerie, pur non avendo ancora un numero preciso su quante possano essere. “Credo però che ce ne siano diverse – aggiunge Ferrante –. Alcune di loro potrebbero essere ancora vive. L’esperienza ci insegna che anche dopo tante ore si possono estrarre persone ancora vive dalle macerie, e quindi ovviamente siamo pronti a scavare fino alla fine”.
(Pietro Vernizzi)