È la prima vera polemica politica dopo il terremoto in Centro Italia che ha devastato facendo 278 vittime – conto appena aggiornato dalla Protezione Civile – e 400 feriti: di certo le popolazioni colpite in questo momento hanno ben altro a cui pensare che non alle scaramucce tra Moviemnto 5 Stelle e governo, ma resta un dato da segnalare dopo quanto avvenuto nella puntata di Porta a Porta-speciale Sisma. In sostanza, hanno sollevato un polverone queste parole di Bruno Vespa mentre spiegava la disamina sulla ricostruzione post-sisma: «questa sarebbe una bella notta di ripresa per l’economia perché pensi l’edilizia che cosa potrebbe fare», a cui replica Delrio “adesso L’Aquila è il più grande cantiere d’Europa“. Attaccano i grillini: «Ancora non si è posata la polvere, i familiari stanno piangendo i propri cari deceduti nella tragedia del terremoto e va in scena la vergogna sulla tv pubblica, con Bruno Vespa che afferma che il terremoto crea Pil! Ancora più grave che il ministro Delrio non si sia alzato e se ne sia andato immediatamente, invece ha avvallato una follia, un’offesa a tutti i cittadini italiani, anzi ha confermato che l’Aquila oggi è il più grande cantiere d’Europa». Lo dichiarano i capigruppo M5S di Camera e Senato Laura Castelli e Stefano Lucidi: va detto che il discorso che Delrio e Vespa stavano facendo rientrava nel tentativo di sottolineare la grande carica di ottimismo e fiducia che alcuni cittadini italiani colpiti dai terremoti nel ansato hanno dimostrato con grande dignità.
Se il progetto “Casa Italia” lanciato dal governo Renzi dopo il terremoto avvenuto in Centro Italia andasse davvero in porto, le ultime notizie sull’emergenza avvenuto per un sisma devastante potrebbero essere in futuro finalmente migliori. Finora infatti, in 50 anni di terremoti gravissimi sparsi per la faglia sottostante il territorio italiano, ha creato moltissime vittime ma soprattutto ha fatto spendere allo Stato 120 miliardi di euro. Il terremoto del 1976 del Friuli vuole 10 anni e 20 miliardi di euro per far rientrare gli 80mila sfollati e far tornare come prima i 137 comuni colpiti dal terremoto della Carnia. Ma ancora, la vergogna del Belice in Sicilia o dell’Irpinia ad Avellino per tornare agli anni più recenti, Modena, L’Aquila e appunto centro Italia tra Amatrice e Arquata del Tronto. 50 anni di terremoti, 50 di emergenze, morti, sfollati e danni edilizi: 120 miliardi di euro sono stati spesi dallo stato. Iniziare un progetto di riqualificazione per tutti gli edifici e le aree sismiche in tutta Italia è assai pretenzioso ma bisogna collaborare tutti perché possa riuscire finalmente: costa tanto, ma certamente meno di questa cifra enorme, spesse volte troppo tardiva.
La situazione nelle aree colpite dal terremoto nel Lazio, Marche e Umbria procede con gli scavi sotto le macerie ormai solo ad Amatrice dove ci sono ancora 15 dispersi ufficiali, dati dei Vigili del Fuoco. Mentre l’emergenza dei collegamenti tra la Salaria e lo stesso paesino distrutto dal sisma va verso la stabilizzazione – grazie all’intervento degli uomini della Protezione Civile che ha messo in sicurezza uno dei due ponti di accesso ad Amatrice – nel pomeriggio è previsto un altro incontro a Roma a Palazzo Chigi per un vertice d’emergenza sulla situazione attuale delle ricerche post-terremoto. Presenti con il premier Renzi, sono attesi i presidenti delle Regioni coinvolte Umbria, Lazio, Marche e Abruzzo, Catiuscia Marini, Luca Zingaretti, Luca Ceriscioli e Luciano D’Alfonso. Intanto sul fronte dei fondi – che saranno uno dei punti in discussione oggi nel vertice di Roma con anche il presidente della Protezione Civile Fabrizio Curcio – è intervenuto su Twitter il presidente del Lazio Zingaretti scrivendo «con i sindaci della provincia di Rieti e Fabrizio Curcio, per coordinamento soccorsi, aiuti e impegno per la ricostruzione».
Mentre proseguono le ricerche in centro Italia nei luoghi colpiti dal terremoto, le ultime notizie sul fronte politico per l’emergenza e la ricostruzione vedono un’importante richiesta dell’Italia all’Unione Europea, la terza di questi giorni. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha scritto su Twitter «A Italia e Paesi Ue serve investimenti su sicurezza territorio, ho chiesto al commissario Karmenu Vella che l’Europa sia più flessibile su questo tema». Nei prossimi giorni arriverà la risposta dagli organi Ue mentre l’Italia ha bussato così per la terza volta alle porte di Bruxelles per due importanti e urgenti provvedimenti: per primo ovviamente la richiesta di aiuti e di fondi europei per le prime operazioni di emergenza e ricostruzione. Il governo ha poi richiesto e ottenuto l’utilizzo del sistema satellitare Copernicus – che l’Italia ha contribuito a costruire – per permettere alla Protezione Civile l’accesso a immagini h24 sui luoghi colpiti dal sisma, con frammenti molto ravvicinati che sono stati importantissimi per rintracciare alcuni dispersi sotto le macerie.
Le ultime notizie che arrivano dal centro Italia e da i luoghi del terremoto vede impegnati i soccorritori, specie nel Lazio nella provincia di Rieti, a risolvere la viabilità per far arrivare in fretta e subito i vari macchinari per i soccorsi. Intanto il numero delle vittime purtroppo aumenta e resta alto, su 268 vittime, con tantissimi feriti 380: la Salaria è disastrata e raggiungere Amatrice in questo momento è assai complesso. Intanto parallelamente a livello politico viene delineato il progetto Casa Italia, lanciato ieri dal Governo Renzi per l’intera fase di ricostruzioni e prevenzione futura nei luoghi ad alto rischio sismico. 50 milioni subito, 234 nei prossimi mesi solo per iniziare a ricostruire le aree distrutte dal sisma: ma Renzi, tramite fondi privati, nazionali ed europei intende mettere in moto un gigantesco progetto per la ricostruzione e messa in sicurezza di altre zone che potrebbero subire la stessa fine qualora vi fosse una scossa sismica di alta magnitudo. Impegno unitario e che vede in prima linea i sindaci, tanto che nelle prossime ore l’Anci si riunirà per i discutere i primi provvedimenti. Intanto la Chiesa Cattolica partecipa attivamente alla ricostruzione con una rete solidale ed economica importante: Caritas, Cei, Vaticano e singoli parroci stanno assistendo senza sosta gli sfollati e i soccorritori impegnati a scavare e proseguiranno con alti interventi da vari milioni di euro.
Questa mattina le ultime notizie dai luoghi colpiti dal terremoto arrivano dalla visita del Ministro degli Interni, Angelino Alfano, che ha voluto incontrare sia i responsabili dei lavori di soccorso che gli stesso sfollati, quasi 3mila, tra Amatrice, Arquata del Tronto e Accumoli. «Tornerete nelle vostre case, ma evitiamo le ipocrisie, siamo un paese sismico. Se avessimo avuto inefficienze avremo dovuto scusarci con italiani. Ci saranno accertamenti per verificare responsabilità, siamo tutti a lavoro ciascuno al nostro posto. Ma il sistema dei soccorsi ha retto l’urto», ha detto ai microfoni di Sky Tg24. Il sistema soccorsi sta davvero facendo un lavoro encomiabile con ben 238 persone salvate vive sotto le macerie in questi due giorni e mezzo. Intanto, di tutt’altra pasta le ultime notizie che arrivano dal web, precisamente dalle realtà vicine all’Isis che dopo il terremoto in centro Italia ha “regalato” un commento inquietante e diabolico. «Questa è la punizione di Allah. Sono come i bombardamenti che fate voi, quanto successo col terremoto è una funzione di Allah che vendica i suoi mujaheddin uccidi dagli infedeli».
Intervistato dal Corriere della Sera, il ministro Graziano Delrio commenta le ultime notizie che arrivano sul terremoto in Centro Italia, specie per il lunghissimo lavoro di ricostruzione che dai prossimi giorni dovrà partire per almeno 3-4 anni, se va bene. «Ogni terremoto ha la sua storia, non voglio giudicare le scelte fatte a L’Aquila, ma stavolta a decidere saranno i sindaci, e tutti giustamente preferiranno ricostruire il proprio paese lì dove era», risponde il ministro delle Infrastrutture, in seguito ai primi fondi stanziati ieri sera dal Cdm con il governo al completo. “No alle New Town”, questa è la sensazione che con convinzione ripropone Delrio, anche se «la decisione verrà presa quando usciremo dall’emergenza, e allora imposteremo la ricostruzione dando la parole a chi rappresenta la gente del posto. Bisogna ridurre la minimo le attese e far partire subito i sevizi, come le scuole: non dico dal primo giorno, ma subito dopo i bambini dei paesi colpiti dovranno tornare sui banchi».
Nella tragedia del terremoto in centro Italia una polemica che purtroppo rimarrà per molto tempo è quella legata alla scuola di Amatrice: le ultime notizie arrivano dal sindaco del paesino più colpito dal sisma di questi giorni, che intervistato dal Corriere della Sera questa mattina, rilascia le novità sulla scuola ristrutturata in assetto antisismico nel 2012 ma crollata miseramente due giorni fa. Potevano esserci dentro dei bambini se non fosse stata notte, e il disastro sarebbe stato di dimensioni impensabili. «Dopo il terremoto dell’Aquila facemmo venire i tecnici per verificare se la scossa, che qui si è sentita molto forte, avesse messo a repentaglio la stabilità dell’edificio. E la scuola è risultata a posto. Di più, nel 2013 qui ci fu un altro terremoto e altri rilievi tecnici. E per la stabilità della scuola io ricevetti addirittura i complimenti. Mentre per il liceo… nonostante non fosse di mia competenza io lottai perché i ragazzi non rientrassero in quella struttura pericolosa». Ognuno si assumerà le eventuali responsabilità, prosegue il sindaco, ma ora bisognerà indagare sui tecnici che avrebbero dovuto secondo il primo cittadino avere il compito di valutare gli eventuali rischi. Una brutta situazione in una tragedia immane come quella del terremoto.
Dopo il terremoto che ha devastato lo scorso mercoledì notte il Centro Italia, colpendo il Lazio, l’Umbria e le Marche, è stato arrestato per sciacallaggio un pluripregiudicato napoletano. Come riporta l’agenzia di stampa Ansa si tratta di M.M., 45 anni: è stato arrestato dai carabinieri del Comando provinciale di Rieti nella frazione Retrosi del comune di Amatrice. Al momento dell’arresto stava tentando di entrare in una casa abbandonata per il terremoto. Il pregiudicato stava forzando con un cacciavite la serratura di un’abitazione. L’uomo, nella colluttazione con i carabinieri, ha ferito con il cacciavite un agente. I militari sono però riusciti ad bloccarlo e ad arrestarlo. Aveva un biglietto ferroviario dello scorso 24 agosto della tratta Napoli-Roma: questo particolare confermerebbe la tesi che il pregiudicato sia arrivato ad Amatrice proprio per entrare nelle case abbandonate dopo il terremoto. L’accusa per l’uomo è di rapina impropria e lesioni personali.
Bilancio ancor più drammatico del terremoto che aveva colpito l’Aquila sette anni fa, questo è quello che si è evidenziato nella prima giornata di “post terremoto”, non solo in tema di vittime ma anche di danni materiali. 250 i morti accertati, una cifra che purtroppo è destinata ad aumentare, data ormai la mancanza di segnali che giungono da sotto le macerie e che non fa ben sperare i soccorritori. Oltre 400 i feriti, alcuni gravi, trasportatati negli ospedali di tutto il centro dell’Italia, danni per miliardi di euro con interi paesi, come ad esempio Amatrice e Arquata, completamente distrutti. I soccorritori, passata la fase dell’emergenza, dovranno fare i conti con le continue scosse di assestamento, che anche se non forti, provocano ulteriori smottamenti tra le macerie che il terremoto ha lasciato dietro.
In casi come questi, dove è forte la tragedia, gli italiani sono immediatamente pronti ad aiutare coloro che la sfortuna ha colpito. Già dalle prime ore dal sisma, moltissimi connazionali si sono dati da fare per prestare soccorso ai terremotati, con alcune storie che fanno breccia nel cuore di tutta la nazione. Non solo persone comuni ma anche famose, come Fiorella Mannoia che ha immediatamente aperto il suo albergo per dare rifugio agli sfollati. In prima linea anche i volontari di Pedara, un paesino in provincia di Catania, che hanno formato una colonna che ha già raggiunto i luoghi della tragedia. Anche le istituzioni stanno facendo la loro parte, come il Ministero dei Beni Culturali che ha sottolineato come gli incassi domenicali dei musei, rimasti per l’occasione, verranno devoluti interamente alla Croce Rossa. Spicca anche l’attenzione dello sport italiano, grazie alle molte società che hanno messo in cantiere “iniziative solidali”.
Il governo della Colombia e i guerriglieri delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia, hanno dopo quasi cinquant’anni messo da parte le armi. L’accordo storico riconosce da una parte la forza politica di alcuni dei guerriglieri più sanguinosi dell’intero pianeta, dall’altro permette al Paese centro americano di limitare i danni di una guerriglia che da decenni insanguina le sue strade. L’intesa giunge dopo quattro anni di trattative ed ha il pieno accordo di USA e UE, preoccupati da sempre dell’instabilità politica di un Paese importantissimo per lo scacchiere centro americano. Nella guerra sotterranea che a tratti ha sfiorato la guerra civile, vi sono stati oltre 200 mila morti, i danni quantificati per la Colombia sfiorano i 500 miliardi di dollari.
Ottimo sorteggio per le squadre italiane impegnate nella fase a gironi della Champions. Nelle urne di Montecarlo ieri pomeriggio Juventus e Napoli possono sorridere: le due squadre hanno infatti pescato rispettivamente Siviglia Lione e Dinamo Zagabria e Benfica Dinamo Kiev e Besiktas. Soddisfazione è stata espressa dai dirigenti delle due società, la cui paura era quella di incrociare le vere corazzate di questa edizione (Real, Barcellona e Bayern). Prima partita a metà settembre, per entrambe le nostre squadre la speranza è quella di giungere Cardiff nella finale dell’importante manifestazione, finale che si giocherà alla fine del maggio 2017.