Non si fermano le indagini sulla morte di Katia Dell’Omarino. la 41enne di Sansepolcro, in provincia di Arezzo, uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso. La donna è stata uccisa con vari colpi alla testa ed è stata ritrovata vicino al torrente Afra. Negli ultimi giorni, come si legge su La Nazione, gli inquirenti stanno vagliando l’ipotesi che il delitto possa essere nato da un incontro casuale tra Katia Dell’Omarino e il suo assassino. Questa dunque la possibile ricostruzione della serata: dopo il doppio tentativo di furto a Lama prima in chiesa, poi sull’auto del parroco, Katia Dell’Omarino fu controllata dai carabinieri e poi, prima della mezzanotte, tornò verso Sansepolcro. Durante questo tragitto potrebbe quindi aver incontrato l’assassino. Katia Dell’Omarino, come confermano i dati dei tabulati a disposizione degli investigatori, ha poi effettuato numerose telefonate a vari conoscenti con il suo cellulare me nessuno le ha risposto. Sentiti dagli inquirenti i vari conoscenti che Katia Dell’Omarino ha tentato di chiamare quella sera hanno dichiarato di non averla né sentita né incontrata.



L’annunciato vertice in procura che si è svolto ieri ad Arezzo lasciava intravedere una importante quanto imminente svolta in merito al giallo di Katia Dell’Omarino, la donna 41enne di Sansepolcro ritrovata la mattina del 12 luglio scorso con la testa fracassata. A riportare l’incontro avvenuto alla presenza del pm Julia Maggiore, dei militari del Nucleo Investigativo di Arezzo e dei Carabinieri del posto era stata la testata online ArezzoTv.net, sottolineando come l’occasione sarebbe servita per cristallizzare alcuni aspetti delle indagini in corso dal giorno del ritrovamento del cadavere di Katia Dell’Omarino, avvenuto ai margini del torrente Afra. Ciò che ne è emerso è stata tuttavia l’assenza di un volto e di un nome da attribuire all’assassino della donna, il quale avrebbe lasciato la sua firma sul corpo della vittima. Grazie a questo gli inquirenti sarebbero giunti all’individuazione di “Ignoto 1”, il profilo genetico ottenuto isolando il Dna ritrovato sul cadavere di Katia e quasi certamente appartenente al suo assassino. In questo senso sono andate avanti le indagini che hanno visto finora sfilare presso la caserma dei Carabinieri di Sansepolcro ben 300 persone, alcune delle quali – circa una trentina – sono state sottoposte al test del Dna in vista di un confronto con il profilo di Ignoto 1 ma che al momento non avrebbe portato ad alcun riscontro positivo. Non è escluso che le comparazioni proseguiranno anche nei giorni successivi con il coinvolgimento di nuovi soggetti legati alla 41enne uccisa. Sotto la lente di ingrandimento degli investigatori sarebbero finiti proprio i tabulati telefonici, i contatti della donna e soprattutto gli ultimi istanti di vita di Katia Dell’Omarino. Il quotidiano La Nazione avrebbe evidenziato un evento importante che aveva in qualche modo acceso la speranza degli inquirenti a caccia da oltre un mese dell’assassino della donna di Sansepolcro. Il giorno successivo al delitto di Katia Dell’Omarino qualcuno la chiamò insistentemente sul cellulare. Il dispositivo, ricordiamolo, è stato fatto prontamente sparire dall’assassino insieme all’arma del delitto (presumibilmente un martello), ma tramite i tabulati telefonici è stato possibile risalire all’uomo. Sentito dai Carabinieri, il soggetto avrebbe asserito di non sapere nulla in merito alla tragedia che si era consumata poche ore prima ai danni della povera Katia. La sua posizione è stata attentamente vagliata, ma gli inquirenti sarebbero giunti alla conclusione che non fosse lui l’assassino in quanto ritenuto totalmente estraneo ai fatti.

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