Il premier Matteo Renzi a sorpresa fa visita all’archistar Renzo Piano per il piano di ricostruzione post-terremoto: il centro Italia subisce pochi minuti fa, alle 17.55, un’altra scossa grossa di grado M 4.4 che ha spaventato ancora tutti gli sfollati ad Amatrice e Arquata del Tronto, mentre appunto la politica prova ad organizzare le prossime mosse di ricostruzione. Sono state 4 ore di colloquio intenso quello che, secondo l’indiscrezione confermata da La Stampa e Il Secolo XIX, è avvenuto tra Matteo Renzi e Renzo Piano, a Genova, con tanto di mogli presenti. I progetti dell’architetto tra i più famosi al mondo sono stati spesso oggetto di rilanci dopo disastri naturali e rappresentano anche l’eccellenza italiana all’estero delle costruzioni. Non è stato ovviamente rivelato il contenuto dell’incontro ma un dialogo sul miglior modo per far ripartire i luoghi colpiti con le prime ricostruzioni è certamente avvenuto. Soldi, prevenzione e strategia: non possono più andare controcorrente, ma devono essere elementi uniti per poter costruire e ricostruire al miglior modo dopo una tragedia del genere.
L’emergenza terremoto continua, con le ultime notizie che purtroppo parlano di altri crolli, senza vittime questa volta: ad essere colpita è ancora la scuola di Amatrice, quella sotto indagini per esser stata ricostruita con materiale antisismici nel 2012 e crollata come tutte le altre case e palazzi della cittadina laziale. Lo scandalo della Scuola Romolo Capranica sarà certamente uno dei temi delle prossime settimane, appena ovviamente l’emergenza delle vittime sotto le macerie e delle scosse sismiche ancora in corso. Proprio una di queste, alle ore 15.07, è responsabile di questi ulteriori crolli alla scuola, ormai ridotta in pezzi: dal sisma del 24 agosto la sede della scuola di Amatrice è stata devastata in un’ala molto ampia della sua struttura. Per ora le vittime sono 290, mentre sono 10 i dispersi presunti della Protezione Civile, con l’ultimo aggiornamento di mezzogiorno.
Per la ricostruzione del Centro Italia dopo il terremoto le attenzioni verrano intensificate nei prossimi giorni appena l’emergenza ad Amatrice con gli scavi ancora tra le macerie per eventuali persone sotterrate e le continue scosse sismiche dello sciame che ancora non accenna a terminare, la politica sta pensando ad un uomo in particolare per formare il commissariamento unico della ricostruzione di Lazio, Marche e Abruzzo nelle zone colpite dal sisma. E il nome che lancia l’Ansa dopo indiscrezioni di palazzo è Vasco Errani, ex presidente della Regione Emilia e già commissario del sisma 2012 proprio nelle zone emiliane colpite dal terremoto. Per ora non arrivano commenti dal diretto interessato, ma il premier Renzi sembra intenzionato a dare proprio ad Errani pieni poteri per i prossimi anni decisivi per la ricostruzione complessa delle aree colpite dal sisma. La sua esperienza in Emilia fu molto apprezzata non avendo fin da subito scelto di riedificare con “new town” e mantenendo invece luoghi originari delle comunità.
Un terribile incendio si è abbattuto nella giornata di ieri in una tipografia a Mosca provocando la morte di 17 vittime, tutte donne, in età compresa tra i 20 ed i 25 anni. L’incendio è scoppiato nel deposito di una tipografia alla periferia della Capitale russa e tra le vittime sarebbe stata segnalata anche la presenza di una ragazzina minorenne di 16 anni. Secondo il ministero degli esteri di Bishkek, almeno 14 delle 17 ragazze rimaste uccise dall’incendio erano kirghise. L’incendio è stato provocato da “un difetto di una lampada in una delle sezioni del deposito dove erano immagazzinate grandi quantità di liquidi infiammabili e carta”, secondo quanto reso noto dal capo del dipartimento moscovita del ministero delle Emergenze russo, Denisov.
Annuncio a sorpresa di Papa Francesco sul terremoto che ha sconvolto il centro Italia: «appena possibile anche io andrò nelle zone del sisma per portare conforto e fede». Il pontefice durante l’Angelus in Piazza San Pietro spiazza tutti e annuncia la sua prossima visita ad Amatrice, Arquata del Tronto e tutti i paesi rimasti vittime del terribile sisma. «in questi momenti la Chiesa vive la sofferenza dei terremotati e prega per tutti i defunti. Ve lo prometto, appena possibile verrò a trovarvi». Per gli sfollati che vivono un momento di estrema emergenza, sentire le parole del Papa di questi minuti certamente daranno nuova linfa e per chi è fedele una speranza di un Papa molto vicino al terremoto avvenuto tre giorni fa. «Proverò a portarvi l’abbraccio di padre e fratelli per un sostegno frutto della speranza cristiana»: subito la diplomazia vaticana dovrà preparare la visita con Papa Francesco che si è detto sicuro e desideroso di andare in Centro Italia.
Ancora morti in Paraguay, dove un ordigno collocato sul ciglio della strada è esploso durante il passaggio di un convoglio nel dipartimento di Concepcion, prima che un commando aprisse il fuoco. Secondo quanto reso noto da TgCom24, il numero dei militari morti sarebbe salito a 8. L’attacco contro i soldati della forza anti guerriglia sarebbe avvenuto nei pressi di Horqueta, a circa 420 km dalla capitale del Paraguay, Asuncion. Gli autori sarebbero, con ogni probabilità, i guerriglieri dell’Epp (Esercito del popolo paraguayano), un gruppo molto attivo le cui azioni in Paraguay sarebbero ad oggi molteplici. Euronews.it rivela che proprio secondo il governo, l’Esercito del Popolo Paraguayano si sarebbe macchiato ad oggi di almeno una cinquantina di assassinii nella medesima zona dove si è consumato l’ultimo attentato, proprio nel centro del Paese. Fondato nel 2008, l’EPP terrebbe attualmente in ostaggio tre persone.
Le ultime notizie che arrivano dalla Procura di Rieti, dopo la notizia delle indagini partite su 115 edifici con possibili gravi emergenze crolli: le parole che arrivano stamattina dalla procura sono però concentrate sull’emergenza che ancora aggrava il terremoto in Centro Italia. Mancano all’appello ancora una quindicina di persone, dunque “ora tutte le forze sono concentrate a salvare anche l’ultima persona. Tutti insieme tireremo via pietra dopo pietra per trovare tutti. Solo dopo penseremo a indagini, danni ed eventuali responsabilità per una tragedia che ha sconvolto tutti”. La linea tracciata però è chiara ed evidente, ancora con le parole di Giuseppe Saieva, il procuratore reatino: «C’è la responsabilità della natura e della faglia che si muove, e c’è la responsabilità degli individui. È quella che stiamo cercando di ricostruire». Non si esclude dunque che possano essere coinvolti anche chi ha perso i familiari o persino i figli.
35 bare allineate con precisione militare, un “altare di fortuna” allestito di fronte ad esse, migliaia le persone ad assistere. Questi i funerali di Stato, riservate ad alcune delle 290 vittime del sisma che ha colpito il centro Italia, nella notte del 24 agosto. I funerali che sono diventati di Stato, per la presenza del presidente della Repubblica, si sono svolti in un misto di silenzio e dolore, il silenzio della gente comune, e il dolore di chi durante quella scossa ha perso tutto. Tra i 35 feretri spiccano 2 piccole bare, segno che l’onda assassina non ha risparmiato niente e nessuno, neppure i bambini. Tra la folla un Mattarella impietrito ed un Renzi accompagnato dalla moglie, che cerca di confortare gli amministratori dei comuni più colpiti, sostenuto a sua volta dalla vicinanza dei presidenti di Camera e Senato, che hanno voluto presenziare alla cerimonia.
Ancora si scava tra le macerie, ma gli uffici giudiziari iniziano a fare il loro lavoro. La procura di Rieti sta procedendo in queste ore al sopralluogo ed al sequestro delle macerie di almeno 115 edifici crollati nel sisma del 24 agosto, un evento che ha letteralmente distrutto alcune frazioni. I giudici vogliono capire come una scossa relativamente poco potente abbia potuto fare un danno così importante, distruggendo anche complessi ristrutturati da poco, e su cui vi era la certificazione di sismicità. I primi controlli saranno fatti in questo contesto sulla scuola di Amatrice e sul campanile di Accumoli, entrambi ristrutturati di recente, e venuti giù come dei castelli di sabbia, già dopo la prima scossa. L’ipotesi è che i materiali usati fossero scadenti o che le ristrutturazioni in realtà non sono mai state fatte, ipotesi gravissime su cui lo stesso Mattarella ha annunciato l’uso del pugno di ferro contro eventuali colpevoli.
È durata quasi due mesi la caccia al responsabile dell’attacco al ristorante in Bangladesh, dove morirono 22 persone tra cui 9 connazionali. Fonti della polizia locale hanno infatti reso noto che in una sparatoria a Narayangan (20 chilometri a est di Dacca) è rimasto ucciso Tamim Ahmed Chowdhury, ritenuto dalle forze di sicurezza come la mente del sanguinoso attacco. L’uomo che era in compagnia di altri due terroristi si è barricato all’interno dell’appartamento, individuato grazie ad una soffiata. L’attacco delle forze di cuoio non ha lasciato scampo ai tre uomini, che sono morti a causa di ripetuti spari degli agenti. Durante il blitz hanno perso la vita anche due poliziotti.
Uno schianto devastante che ha portato in dote 3 morti e una ferita le cui condizioni sono gravissime. L’incidente è avvenuto ieri sulla famigerata stata statale 106 “Jonica”, che da Reggio di Calabria arriva a Taranto, una strada che già nel passato ha reclamato il suo alto tributo di vittime, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “strada della morte”. Le vittime facevano parte dello stesso nucleo familiare: alla guida un finanziare che prestava servizio a Messina, Roberto Santini, morto insieme alla moglie Rossella Sardiello e al figlio Marco di 19anni. Ricoverata in gravissime condizioni l’atra figlia, Giorgia, di 14 anni. La dinamica dell’incidente è ancora sconosciuta.