Dopo la paura questa mattina di attentato Isis a Bruxelles, con la bomba all’Istituto di Criminologia che per fortuna è stato derubricato non come atto di terrorismo (e non ci sono vittime tra l’altro), arrivano purtroppo due pessime notizie dal Medio Oriente: in Iraq e Yemen sono stati rivendicati due attentati distinti con la stessa firma, ovvero Stato Islamico. Un attacco kamikaze ha ucciso 60 persone nel sud dello Yemen, quasi tutti fa combattenti filogovernativa anti-Isis: un centro di reclutamento delle milizie è stato attaccato da lupi solitari Daesh per cercare di fermare l’avanzata delle truppe yemenite che stavano per partire verso i combattimenti al confine con l’Arabia Saudita. Di tutt’altro genere il secondo attentato a Kerbala in Iraq, con 4 attentatori lucidi che si sono fatti saltare in aria durante una festa di nozze, ancora dopo l’attacco in Turchia di un mese fa, uccidendo 18 persone (fonte Ansa). Questo secondo attentato l’Isis lo ha compito a pochi chilometri da Baghdad durante una pacifica festa per un matrimonio musulmano.



E’ tornata la paura a Bruxelles: presso la sede dell’Istituto di criminologia è esplosa una bomba nella notte che per fortuna non ha provocato vittime, La Procura sta indagando per capire innanzitutto se si tratta di un attacco terroristico o di criminalità comune e al momento la polizia propende per la seconda ipotesi. La procuratrice Ine Van Wymersch, infatti, ha spiegato che non dovrebbe trattarsi di terrorismo ma di un «atto criminale per questioni interne all’Istituto».  L’Istituto di criminologia identifica e analizza le tracce di sospetti e il loro modus operandi per aiutare a trovare gli autori dei reati e a stabilire l’onere della prova. L’ipotesi è che si tratti di un attacco criminale perché «molte persone potrebbero avere interesse dall’eliminazione di prove». Gli inquirenti sono a lavoro, intanto attorno alla zona – come riportato da La Repubblica è stato creato un perimetro di sicurezza.



In seguito all’attacco della scorsa notte contro l’Istituto di Criminologia di Bruxelles, il primo pensiero è stato quello di collegare l’evento all’Isis. Come riporta Ansa.it, si è trattato di una bomba, fatta esplodere contro l’Istituto a Neder-Over-Heembeek. Secondo una prima ricostruzione fornita dai media belgi, intorno alle ore 2:30 di questa notte un’auto sarebbe entrata nel parcheggio dell’Istituto di Criminologia sfondando le barriere di protezione. Una o probabilmente due persone sospette avrebbero lanciato l’attacco. Come rivela TgCom24, la polizia avrebbe già proceduto con due arresti. I danni sarebbero ingenti ma fortunatamente non avrebbero provocato alcuna vittima né feriti. La squadra dei vigili del fuoco – circa una ventina – ha lavorato fino alle prime ore dell’alba per domare le fiamme. Ad esprimersi su quanto accaduto è stata la portavoce della Procura di Bruxelles per la quale “probabilmente” non è stato terrorismo, ma “un atto criminale”.



Sono almeno 30 le vittime dei raid turchi contro l’Isis e contro i combattenti curdi dello Ypg. E’ quanto rende noto oggi l’agenzia di stampa Euronews parlando della nuova strage avvenuta ieri da parte della campagna turca in territorio siriano. Secondo Ankara si sarebbe trattato di militanti, mentre l’Osservatorio Siriano per i diritti umani li avrebbe definiti civili. Del duplice fronte di battaglia turco, il presidente Recep Tayyip Erdogan si sarebbe assunte tutte le responsabilità del caso con tanto di rivendicazione. Durante un comizio tenuto a Gaziatep, dove pochi giorni fa avvenne un nuovo attentato nel corso dei festeggiamenti di nozze e che provocò oltre 50 morti, Erdogan ha aggiunto: “Daremo tutto il nostro appoggio per ripulire la Siria e l’Iraq da Daesh. Ecco perché siamo a Jarablus”. Allo stesso tempo il presidente turco ha commentato: “Risolveremo il problema con i separatisti curdi siriani del Pyd. La nostra lotta continuerà fintanto che non avremo spazzato via queste organizzazioni terroristiche”.

L’Isis purtroppo non è solo Iraq e Siria nelle ultime settimane, come l’attentato per fortuna non riuscito ieri in Indonesia e la notizia che arriva dalle Filippine dimostrano: una pericolosa evasione sta gettando il Paese sotto rischio attentati, visto quanto successo nella prigione di Lanao del Sur. Estremisti musulmani, riportano i colleghi della Stampa, sono entrati in azione nel carcere di massima sicurezza e sono riusciti a far evadere 8 militanti pro-Isis, insieme ad altri 15 detenuti. Gli estremisti hanno giurato fedeltà allo Stato Islamico di recente e sono entrati in azione con armi d’assalto tipiche del Califfato. Tra i fuggitivi anche il pericoloso leader del gruppo Maute, già affiliato dell’Isis: Hassim Balawag e anche tre donne arrestate giusto la scorsa settimana dopo esser state trovate con bombe artigianali e pistole. Caccia all’uomo cominciata in tutto lo stato filippino ma per ora nessuna buona notizia: Maute è un gruppo che in Asia è celebre per le azioni affiliate all’Isis e si aggiunge ad una lunga lista di movimenti jihadisti in appoggio al progetto diabolico del Califfato. Di contro sul campo, lo Stato Islamico subisce numerose perdite in Siria dopo il quinto giorno di raid della Turchia al confine contro Curdi (principalmente) e anche miliziani del Califfato di Al Baghdadi. Nella sola serata di ieri, colpi d’artiglieria hanno ucciso decine di persone – secondo l’Osservatorio siriano per i diritti civili ci sarebbero anche 40 vicili uccisi – legate all’Isis e ai gruppi curdi. «Noi daremo ogni tipo di contributo al lavoro per ripulire la Siria dal Daesh e con il gruppo curdo PYD avremo medesima determinazione», ha detto il presidente Erdogan. Un Isis a due facce, vincente fuori dal Medio Oriente, verso la ritirata in Siria, Iraq e Libia. Questa contraddizione purtroppo semina sempre una scia di morte da far rabbrividire e la fine è ben lontana… (Niccolò Magnani)