E’ morto l’attore Gene Wilder, reso celebre per le interpretazioni di Willy Wonka e del DR. Frederick Frankenstein nel film di Mel Brooks. La notizia arriva dall’Associated Press che ci racconta come l’uomo a ottantatré anni si sia spento a causa delle complicazioni del morbo di Alzheimer che lo aveva colpito diversi anni fa. L’attore si era ritirato dal grande schermo nel 1991 quando aveva recitato nel film di Maurice Phillips ”Non dirmelo… non ci credo”. L’avevamo invece visto spesso in televisione come attore anche per esempio nella serie Will & Grace, sue ultime apparizioni davanti alla macchina da presa. Nella vita privata si era sposato ben quattro volte. Sicuramente l’amore della sua vita è stata Gilda Radner che è deceduta a causa di un tumore alle ovaie. Un problema che l’aveva portato a diventare promotore della lotta contro questa terribile malattia. Era stato colpito poi nel 1999 dal Linfoma non Hodgkin da cui però si era ripreso sei anni dopo grazie a terapie innovative come quella del trapianto di cellule staminali.
Nel consueto punto stampa della Protezione Civile sul terremoto in Centro Italia, Titti Postiglione (capo della gestione emergenze) ha aggiornato il computo delle vittime di questo devastante sisma arrivando al bilancio di 292 morti, mica 10 dispersi (ma ancora non vi è un numero ufficiale per le persone sotto le macerie), con il dettaglio dei paesi che vede 231 vite spezzate ad Amatrice, 11 ad Accumoli e 50 ad Arquata del Tronto. Gli assistiti nelle tendopoli sono 2900 mentre circa 2mila le scosse avvenute dopo la prima devastante nella notte del 24 agosto. I numeri forniti dalla Protezione Civile fanno da contraltare con l’altra notizia di giornata per i terremotati, ovvero i funerali delle vittime del Lazio che dopo una polemica vibrante sono stati fatti spostare dall’aeroporto di Rieti ad Amatrice, “come giusto che sia” ha twittato Renzi, autore della decisione ultima. Si terranno domani alle ore 18 nel parco dell’area dell’Istituto Don Minozzi, adiacente al campo sportivo e all’eliporto di Amatrice. Esequie verranno celebrate dal vescovo di Rieti, monsignor Domenico Pompil, alla presenza del premier Renzi e del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Le ultime notizie che arrivano ancora una volta dalle zone del terremoto in Centro Italia, raccontano questa volta un elemento negativo che finora era stato contenuto ad un solo precedente in questi giorni. Sono stati infatti oggi arrestati dai Carabinieri ad Amatrice due persone accusate di atti di “sciacallaggio” in una frazione vicino al paesino spazzato via dal sisma: si tratta di un uomo e una donna di 45 e 44 anni che a bordo di un’auto con targa tedesca avevano fatto alcuni furti nelle abitazioni distrutte dal terremoto, riporta la nota dei Carabinieri. Le stesse forze dell’ordine hanno ritrovato nell’auto dei due arrestati capi di abbigliamento, oggetti domestici, denaro, giocattoli e arnesi da scasso. I due sarebbero però romani, come afferma il capo provinciale dei Carabinieri, con precedenti penali per reati contro il patrimonio: l’arresto arriva con l’accusa registrata di furto aggravato. Intanto i comuni attorno alle province di Rieti e Ascoli Piceno continuano ad essere colpiti da sciame sismici e scosse con frequenza di magnitudo tra i 2.0 e i 3.0 della scala Richter.
Contrordine direttamente da Palazzo Chigi: i funerali per le vittime del terremoto, che le ultime notizie ufficiali davano all’aeroporto di Rieti, sono stati spostati sempre domani ma alle 18 e direttamente ad Amatrice, il luogo più colpito e simbolo di questo triste terremoto che ha devastato il Centro Italia. Dopo le proteste di tutta la mattinata della popolazione colpita dal sisma e dello stesso sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sulla lontananza dei funerali, lontano dai abitanti, dalle loro case e dal luogo della tragedia, arriva la decisione di Matteo Renzi che a buon giudizio annuncia via telefono il sindaco: «i funerali delle vittime del terremoto si terranno ad Amatrice come chiedono il sindaco e le comunità locali. E come è giusto!», scrive su Twitter il presidente del Consiglio, andando incontro alle popolazioni già duramente colpite dagli eventi di questi giorni. Risponde subito il sindaco Pirozzi alla stampa, “è una decisione giusta. Il premier ha detto che i funerali si fanno domani alle 18 qui, nel parco Don Minozzi. Renzi ha dimostrato di essere al servizio dei cittadini”.
Domani sono stati confermati i funerali per le vittime del terremoto che ha sconvolto il Lazio, dopo quelli delle Marche che si sono tenuti sabato scorso: Amatrice, Accumoli e le frazioni attorno sono stati i punti più colpiti, con oltre 200 persone che hanno perso la vita sotto le macerie. È stato deciso – non senza qualche protesta da parte degli sfollati – di celebrare le esequie all’Aeroporto “Ciuffelli” di Rieti, lontano quindi dal punto del sisma che in questo momento non può ospitare un alto numero di persone come ci saranno domani per il ricordo e la preghiera per le vittime. La zona rossa ad Amatrice è praticamente estesa per molti chilometri e questo ha convinto tutti di spostare il luogo delle celebrazioni dei funerali a Rieti. Verranno ovviamente istituiti trasporti speciali per i famigliari e gli sfollati che vorranno ovviamente essere presenti per l’ultimo saluto ai propri cari. Ci saranno sia Mattarella che Renzi e verranno celebrati dal Vescovo di Rieti, Monsignor Pompili: proprio il porporato oggi al Corriere della Sera ha rivelato come “ papa mi ha telefonato tre volte. La prima volta ero a Lourdes e mi ha chiamato alle sette. Mi ha raccontato che aveva sentito la scossa, si era svegliato, si era informato e aveva celebrato la messa per noi già alle 4 del mattino. Era mercoledì e mi ha accennato all’idea di fare qualcosa all’udienza generale. Poi altre due telefonate: vuole sapere, mi chiede quanti bambini sono stati salvati, quanti sono restati sotto le macerie. Chiede più di quanto io non sappia. Si sente coinvolto”.
Nella sua ultima e-news Matteo Renzi ha dedicato piena e totale attenzione al terremoto in Centro Italia: le ultime notizie che lo davano ieri da Renzo Piano per discutere di un possibile piano per la ricostruzione viene inserito come punto nel piano generale introdotto tre giorni fa a Palazzo Chigi e dal titolo pretenzioso “Casa Italia”. Il progetto per il capo del governo è quello non solo di gestire l’emergenza ma anche la fase di ricostruzione con la prevenzione anti-sisma come primo punto all’ordine del giorno. «Tre fasi: l’emergenza, la ricostruzione, la prevenzione. Tre fasi diversi, tre cantieri diversi, tre responsabilità diverse», campeggia l’e-news renziana: ed ecco che ritorna il consiglio di Renzo Piano (trovate qui sotto la sua specifica intervista) per cui il piano da far partire deve essere di ampio respiro e per due generazioni. «Il fatto che per 70 anni non siamo riusciti a far partire un progetto coordinato e strategico di prevenzione significa che questa sfida non è facile, fa tremare i polsi. Quello che invece in passato non sempre è stato fatto è andare oltre l’emergenza, oltre la ricostruzione. Perché sull’emergenza l’Italia è forte. Sulla ricostruzione ci sono pagine di assoluta efficienza e pagine che invece andrebbero cancellate, lo sappiamo. Ma quello che in passato è spesso mancato è la costruzione di un progetto paese basato sulla prevenzione: non solo reagire, non solo ricostruire, ma prevenire. E dunque serve un deciso cambio di mentalità».
Stati Uniti, stato del Mississippi: due suore sono state trovate uccise nella loro abitazione dopo che non si erano presentate al loro lavoro di infermiere in un ospedale nella zona più povera dello stato. Le autorità sospettano si tratti di una rapina finita male, nell’abitazione evidenti segni di scasso.
Sul terremoto in Centro Italia le ultime notizie che arrivano dai progetti di ricostruzione che iniziano a scorgersi ancora nel mezzo dell’emergenza fanno riferimento all’incontro importante avuto ieri tra Matteo Renzi e Renzo Piano. Oggi in una intervista su Repubblica, il grande architetto celebrità mondiale racconta qualche spunto di questo incontro: «Il presidente del Consiglio mi ha chiamato all’ultimo momento, venendomi a trovare voleva discutere con me sulla ricostruzione. Non mi ha dato un incarico, non era questo lo scopo. Anche se, come senatore a vita, oltre ad occuparmi di periferie potrei dare un contributo sul dopo-terremoto. Da me Matteo Renzi voleva dei consigli, una visione, un aiuto per un grande progetto». Urgenza per mettere a norma tutti gli edifici, ma visto che i privati giustamente non li puoi costringere a fare un piano del genere (anche perché spesso non hanno le risorse per poterlo fare). I primi punti del cantiere che dovrebbe riempire due intere generazioni con respiro internazionale, parola di Piano, sarebbero dunque questi: «incentivi, sgravi fiscali come nel campo energetico. Deve entrare in modo permanente nelle leggi del paese, l’obbligo di rendere antisismici gli edifici in cui viviamo, cosi’ come e’ obbligatorio per un’automobile avere i freni che funzionano. Sul lato economico, non dimentichiamo poi che tutti i soldi spesi sono investimenti che generano ricchezza: oltre a salvare le vite umane danno lavoro a tante imprese, spesso micro-imprese, talvolta addirittura cantieri di auto-produzione familiare».
Secondo il procuratore che indaga sul caso non sarebbe terrorismo ma un atto di criminale. Stanotte un pick up ha sfondato tutte le barriere di protezione dell’istituto di criminologia nei pressi di Bruxelles, esplodendo e facendo scoppiare un grosso incendio che ha danneggiato la parte dell’edificio dove si lavora sul dna. Non è ancora chiara la dinamica del caso perché al momento non viene confermata l’ipotesi di una bomba sul camioncino. Non si sa neanche se le persone a bordo siano morte, fuggite o arrestate. In un primo momento l’ipotesi più accreditata era quella del terrorismo di matrice islamica. Per spegnere l’incendio ci sono volute tre ore: fortunatamente a quell’ora l’edificio era vuoto per cui non si registrano né morti né feriti.
Le ultime notizie che arrivano dalle zone del terremoto in Centro Italia raccontano di come, mentre ancora si cercano persone sotto le macerie – nella notte estratta purtroppo morta una donna – di come si tenti anche di ipotizzare la rinascita di questo paesino del Lazio spazzato via dopo il sisma del 24 agosto. «I tecnici del Comune stanno individuando le aree dove dovranno iniziare immediatamente le opere di urbanizzazione per le nuove case; domani indicheremo le aree perché non c’è tempo da perdere», dice Sergio Pirozzi davanti alle telecamere dei giornalisti. Sei giorni di terremoto, continui sismi ancora nelle zone colpite, crolli ridotti ora ma sempre a rischio, anche se questo non sembra scoraggiare eccessivamente gli abitanti che avrebbero deciso di rimanere anche nel futuro in questo borgo meraviglioso. Sempre Pirozzi: «Individueremo dieci aree dalla parte del cratere e altre due qui vicino al campo sportivo e saranno installate circa 400 abitazioni, dovrebbero rimanere qui circa 1200 abitanti».
Sarà Vasco Errani a sovraintendere alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto del 25 agosto scorso. Errani è stato nominato con effetto immediato, direttamente dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che con la nomina ha voluto immediatamente snellire le pratiche relative al post terremoto. L’ex governatore dell’Emilia Romagna si ritroverà di fronte ad un compito arduo, cercare di riedificare i borghi colpiti e distrutti e tenere conto dello spirito che quei comuni ispiravano prima della scossa assassina. Immediatamente Errani avrà a disposizione i primi 50 milioni di euro, stanziati nel consiglio dei ministri straordinario tenutosi subito dopo il sisma. La promessa fatta però da Renzi è che quei milioni saranno presto rimpinguati, da altri fondi messi a disposizione dal governo nazionale.
La terra continua a tremare nel Centro Italia, un tremore che non fa altro che amplificare la preoccupazione degli abitanti, che già vivono in una situazione di precarietà difficilmente immaginabile. Le scosse oltre a tenere alta l’attenzione, rendono problematiche le operazioni delle squadre di soccorso, costringendo gli uomini a lavorare ininterrottamente, a rischio della propria incolumità. La priorità è quella del recupero delle vittime, che ormai sono vicine alle 300 unità. Di ieri inoltre l’ennesimo crollo che ha interessato la scuola di Amatrice, che adesso è totalmente distrutta. Su questo episodio si sono dirette le attenzioni della procura di Rieti, che ha sentito il proprietario della ditta interessata dell’ultima ristrutturazione. I lavori dovevano far diventare il plesso scolastico a prova di sisma, ma che come si è visto non hanno minimamente raggiunto l’obiettivo.
Tre alpinisti svizzeri hanno trovato la morte durante l’ascesa del Colle Gniffetti, una parete rocciosa non difficilissima che richiede però un estrema attenzione, soprattutto per il rischio di distacco della neve fresca. Ed è stato proprio il distacco di una cornice a causare la tragedia, che alla fine avrebbe potuto avere delle conseguenze più gravi, a causa della presenza nella zona di altri 6 alpinisti. Le vittime verranno recuperate successivamente dagli uomini del soccorso alpino valdostano, viste le condizioni meteorologiche che amplificano il rischio di altri distacchi. I superstiti recuperati con gli elicotteri sono stati riportati a valle, comprensibilmente sotto shock ma illesi. È il terzo incidente che accade in pochi giorni sulle Alpi, ciascunco con una vittima.
Come in Cina, le Ferrari quest’anno non riescono a sfruttare nessuna occasione per centrare il podio di un GP. Ieri le premesse erano perfette, anche perché Hamilton partiva dall’ultima fila e le Red Bull dopo delle libere superlative avevano deluso nelle prove ufficiali. Premesse vanificate dal crash alla prima curva, quando le due rosse si sono toccate mentre cercavano di superare Verstappen, autore di una bruttissima partenza. Lo stop che ne è conseguito, ha portato i due piloti nelle retrovie ed ha contribuito alla rimonta di Lewis Hamilton, che alla fine ha chiuso in terza posizione.