La lotta allo spreco alimentare è finalmente diventata legge dello Stato. Dopo l’approvazione da parte della Camera dei Deputati a marzo, è arrivato anche il via libero definitivo del Senato del disegno di legge “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi”, la cosiddetta legge Gadda che incentiva la donazione del cibo invenduto e invita pubblici e privati a non buttare via le risorse alimentari. Abbiamo chiesto un parere a Marco Lucchini, direttore della Fondazione Banco Alimentare onlus, che da anni in Italia è il baluardo contro lo spreco alimentare.
Quali sono le novità più significative della nuova legge anti-sprechi?
Dopo un percorso che è stato caratterizzato dall’attivo coinvolgimento di tutti gli attori del processo di donazione, recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari, l’approvazione della legge Gadda rappresenta un’altra tappa concreta nella lotta contro lo spreco alimentare in Italia. Questa legge delinea un quadro normativo all’interno del quale inserisce le norme già esistenti nel nostro paese in tema di agevolazioni fiscali (L. 460/97, L. 133/99), responsabilità civile (L. 155/03) e procedure per la sicurezza igienico-sanitaria (L. 147/13).
Si incentivano le donazioni quindi..
Sì e si semplifica e amplia a più soggetti del terzo settore le procedure per la donazione a favore delle persone più povere, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie e della tracciabilità. La legge riconosce anche il Tavolo Coordinamento del MIPAAF e aumenterà la dotazione del Fondo Nazionale per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti di 2 milioni di euro per il 2016.
La via italiana contro lo spreco è davvero più efficace della recente legge approvata in Francia?
L’Italia sarà il primo paese al mondo a dotarsi di una legge che, a differenza della norma francese che si basa sulla penalizzazione, non esclude e non obbliga nessuno. Uno strumento legislativo che punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica per una reale e concreta lotta allo spreco alimentare.
Ci spieghi meglio…
Questa legge è un esempio straordinario di applicazione del principio di sussidiarietà in quanto frutto di un lavoro condiviso tra tutti i soggetti interessati che ha valorizzato il positivo esistente, semplificando procedure vigenti e senza mettere a rischio la salute dei beneficiari. Proprio questa condivisione permetterà di non scaricare lo spreco dalla filiera alimentare alle organizzazioni non profit, fingendo di aver risolto il problema, come sta succedendo in Francia.
Mi scusi ma perché la legge francese è un fallimento?
In questo modo le organizzazioni non-profit non saranno travolte da volumi di cibo a breve scadenza che per questioni economiche, logistiche e strutturali farebbero molta fatica a gestire e che comporterebbero investimenti importanti ma continuare a collaborare in modo propositivo con gli altri attori della filiera.
C’è qualche azione che potrebbe diventare speranza per i milioni di poveri in Italia oppure il welfare state è davvero morto?
Come evidenziato dagli ultimi dati Istat 2016, la povertà rappresenta una grave urgenza, è difficile pensare di poter sconfiggere la povertà, ma tutti noi abbiamo la responsabilità di contrastarla, ognuno per il ruolo e la responsabilità svolta.
Cosa sta facendo il Governo?
Nel nostro paese è ancora assente un provvedimento serio contro la povertà assoluta ma è possibile riconoscere dei segnali chiari di miglioramento: la ripartenza del nuovo Fondo di aiuti europei agli indigenti, l’istituzione del Fondo Nazionale per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti, e l’approvazione della delega sulla povertà da parte della Camera il 14 luglio scorso.
E come si inserisce la legge appena approvata?
Sicuramente anche la legge Gadda rappresenta un altro contributo fondamentale che permetterà di dare speranza ai milioni di persone che affrontano un momento di difficoltà. La caratteristica che unisce tutti questi provvedimenti è che sono nati dalla concretezza e dalla collaborazione con la società civile e le parti interessate.
Si parla molto anche di povertà educativa, anche nella legge Gadda è contenuto un articolo che prevede campagne educative rivolte ad aziende e consumatori. Voi state lavorando anche su questo fronte?
Fin dalla sua origine, l’azione di Banco Alimentare è stata caratterizzata da un beneficio educativo che si è sviluppato attraverso fatti semplici e concreti dei nostri volontari: progetti didattici nelle scuole e negli oratori per sensibilizzare bambini e giovani al tema dello spreco e povertà alimentare; il recupero di eccedenze alimentari nelle mense scolastiche; il coinvolgimento diretto in avvenimenti importanti come Expo Milano 2015, non da ultimo la stessa Giornata Nazionale della Colletta Alimentare esprime il valore fondamentale di educare al dono e di considerare il cibo come un dono.