E’ stata scoperta in Turchia una ‘scuola’ con presunti legami con l’Isis per l’indottrinamento dei bambini. A riferirlo, si legge sul Secolo d’Italia, sono i media locali, secondo i quali nell’edificio nel centro della città erano indottrinati da insegnanti vicini ai terroristi dello Stato Islamico una trentina di minori, tra cui 25 bambine, tra i 9 e i 17 anni. Sarebbero stati anche gli stessi genitori a portare i bambini nella scuola: altri ragazzi sarebbero invece stati adescati sul web. La polizia ha chiuso la ‘scuola’, che formalmente era una libreria, e ha fermato almeno 17 sospetti. La Turchia, ha annunciato il ministro degli Interni di Ankara, Efkan Ala, ha inserito 52.075 nomi nella “lista nera” dei sospetti aspiranti foreign fighter, provenienti da oltre 140 Paesi: a tutti è vietato l’ingresso per impedire che si uniscano all’Isis. Dall’inizio del conflitto in Siria il governo turco ha dichiarato di aver arrestato 5.803 persone accusate di essere coinvolte in attività dell’Isis.



Sono quasi 100 i bombardamenti a Sirte, considerata la roccaforte dell’Isis in Libia, da parte degli Stati Uniti. Gli Usa hanno compiuto 99 raid aerei dall’1 al 29 agosto con una media di almeno tre bombardamenti al giorno. A riferirlo, si legge sull’agenzia di stampa Agi, è il comando militare Usa per l’Africa (Africom), secondo cui i raid avvengono “su richiesta ed in coordinamento” con il governo libico di accordo nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite e guidato da Fayez al Sarraj. Solo tre giorni, il 5, il 12 e il 25 agosto gli aerei americani impegnati nell’operazione “Odyssey Lightning” non hanno effettuato bombardamenti contro i combattenti dell’Isis. Il giorno in cui si contano più raid auerei, nove, è stato invece il 17 agosto. Sirte è l’ultima roccaforte dello Stato islamico in Libia e secondo quanto annunciato dalle milizie libiche filo- governative, gli jihadisti sono ormai confinati solo in alcune aree del quartiere tre della città.



Continuano le operazioni militari contro l’Isis. Dopo l’annuncio della morte del portavoce dello Stato Islamico Abu Muhammad al-Adnani in Siria, per quanto riguarda le operazioni militari nel paese l’Iran ha chiesto alla Turchia di interromperle azioni per non complicare la situazione nella regione. A riportarlo, si legge sull’agenzia di stampa Askanews, sono i media iraniani. La televisione di Stato siriana ha riferito le dichiarazioni del portavoce del ministero degli Esteri siriano, Bahman Ghassemi: “Tutti i Paesi devono rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria, e la lotta conto il terrorismo non deve indebolire il legittimo governo siriano”. L’Iran è il principale alleato del presidente siriano Bashar al-Assad, mentre la Turchia ha lanciato un’operazine militare oltre le proprie frontiere per colpire non solo le milizie dell’Isis ma soprattutto le forze curde dell’Ypg, che il governo di Ankara considera un’organizzazione terroristica.



Importante l’annuncio arrivato nella serata di ieri da parte dell’agenzia Amaq sulla morte del portavoce dello Stato Islamico Abu Muhammad al-Adnani. Il comunicato è stato rintracciato dal Site, portale che monitora i movimenti internet degli estremisti islamici, e proviene da un’agenzia di stampa collegata allo Stato Islamico. Secondo la fonte al-Adnani sarebbe morto ieri durante gli scontri avvenuti nella provincia di Aleppo. Rimangono tuttavia non chiari i dettagli che avrebbero provocato la morte di Adnani, considerato il secondo leader più impotante dello Stato Islamico. Nel frattempo l’agenzia Ap ha rivelato la presenza di 72 fosse comuni dell’ISIS nei territori di Siria ed Iraq e che nelle prossime settimane ne verranno riportate alla luce molte altre, grazie alla progressiva ritirata dei ribelli. Prima di giurare fedeltà allo Stato Islamico, al-Adnani era stato in carcere sei anni in Iraq perché seguace di Zarqawi. La sua affiliazione ad al-Baghdadi arriva con la scarcerazione e da lì la partenza per la Siria, da dove ha ispirato la fondazione dei Lupi Solitari, le cellule dormienti presenti in Europa. Risale al maggio scorso uno dei suoi ultimi discorsi di incitamento con cui aveva spinto i ribelli ad uccidere tutti i miscredenti incontrati con quasliasi arma, anche un coltello.