Ken Wharfe, ex responsabile della protezione della principessa Diana, spiega in un’autobiografia shock perché è morta Lady D. Secondo lui Lady Diana sarebbe deceduta per colpa delle sue guarde del corpo. Al Daily Mail, l’uomo che ha protetto Lady DIana per sei anni ha spiegato che gli uomini della sicurezza avrebbero dovuto evitargli di entrare in quella Mercedes guidata dal capo della sicurezza dell’Hotel Ritz Henri Paul. Wharfe biasima anche l’unico sopravvissuto dell’incidente nel tunnel dell’Alma, Travor Ree-Jones, membro della squadra di sicurezza privata dei Fayed: “La capacità di proteggere se stessi in una rissa non è abbastanza qualificante per proteggere qualcuno come Diana. Rees-Jones era un ex soldato che non avevano ricevuto la formazione necessaria per proteggere un membro della famiglia reale. Quando è stato nominato dalla famiglia Fayed a guardia di Diana in Francia, avrebbe potuto informalmente contattare Scotland Yard per un briefing, invece, secondo quanto ha scritto nelle sue memorie, ha semplicemente riflettuto di essersi trovato dentro ‘un interessante viaggio nell’inferno”. Così Ken Wharfe spiega l’errore di Rees-Jones: ““Ha descritto la stampa come il nemico facendo riferimento ai fotografi come se fossero cecchini. Anche il suo essere intimidito dalla Principessa, e il suo voler fare le cose per farle piacere è incompatibile con la missione di protezione. Rees-Jones ha commesso un grave errore di giudizio, consentendo a Dodi Fayed di entrare in un gioco a ‘battere i paparazzi’, che ha portato al fatale incidente ad alta velocità nella galleria del Pont de l’Alma il 31 agosto 1997“.



Harry, il figlio di Lady Diana, era solo un bambino quando sua mdre morì insieme a Dodi Al-.Fayed nell’incidente avvenuto nel tunnel del Pont de l’Alma a Parigi. Una perdita enorme per il principe Harry, che solo da poco ha trovato la forza di parlare davanti alle telecamere di questo lutto, come ammette lui stesso in un video trasmesso su Sky: “Mi dispiace non averne parlato prima, ho iniziato solo tre anni fa, a 28 anni. È naturale soffrire, l’importante è parlare di ciò che ci affligge. Non è una debolezza aprirsi”. Harry, che all’epoca dell’incidente aveva solo 12 anni, ha raccontato tutto il suo dolore e il suo disagio durante un evento organizzato a Kensington Palace dalla fondazione Heads Together, una onlus che si batte contro i pregiudizi legati ai disturbi psichici. Clicca qui per vedere il video.



Sono trascorsi 19 anni dalla morte di Lady Diana, la “Principessa triste”, come era stata ribattezzata, vera icona di eleganza e sobrietà, venuta a mancare in seguito ad un tragico incidente avvenuto mentre si trovava a Parigi con il compagno Dody Al-Fayed. Dopo 19 anni, il ricordo di Lady S. è rimasto indelebile nel cuore degli inglesi e di tutto il mondo. Già da ora si parla di quanto avverrà in vista del 31 agosto 2017, quando ricorrerà il ventennale della morte di Lady Diana. Secondo quanto rivelato da LaPresse, in vista di una data così importante l’isola di Althorp, in cui è attualmente sepolta Lady Diana, sarà completamente restaurata e rinnovata. A darne l’annuncio è stato il fratello dell’ex moglie di Carlo, Charles, tramite le pagine del Daily Mail. Proprio Charles Spencer in passato è stato accusato di negligenza nei confronti del luogo in cui riposa la “Principessa del popolo”. Anche per questa ragione è stata fortemente voluta una risistemazione della tenuta nel Northamptonshire, dove pare che per l’anniversario il lago che circonda l’isola potrebbe essere ricoperto dei fiori preferiti di Lady D., ovvero migliaia di ninfee bianche.



Diciannove anni dopo la morte di Lady Diana la figura dell’ex moglie del Principe Carlo d’Inghilterra continua ad essere amata dal grande pubblico. Tanti i modi in cui oggi nel giorno dell’anniversario si prova a ricordarla. Elle.it ha deciso di farlo riunendo insieme le sue dieci foto iconiche: la vediamo quindi seduta accanto al marito in uno scatto che sottolinea quanto siano sempre stati distanti, poi la ammiriamo sorridente sulla seggiovia in montagna mentre scia con i piccoli William ed Harry, la guardiamo entrare in auto giovanissima mentre già sfoggia il suo stile inconfondibile, ricordiamo il giorno del suo matrimonio con lo scatto che immortala il bacio degli sposi, viaggiamo nel tempo per assistere alla presentazione di William con la foto che la ritrae con il piccolo fagottino in braccio e Carlo al suo fianco, la guardiamo sorridere felice mentre apre le braccia per cingeri i suoi bambini, la apprezziamo mentre sorride spensierata mano nella mano con Carlo in una foto scattata in campagna quando ancora erano fidanzati, ci lasciamo incantare dalla sua grazia mentre balla in abito da sera, la ammiriamo in un bel primo piano con il diadema da vera principessa e infine la ricordiamo da neo mamma mentre posa con la famiglia reale e il piccolo William in grembo. Clicca qui per vedere tutte le foto.

Sono trascorsi 19 anni dalla tragica scomparsa di Lady Diana, ex moglie del Principe Carlo d’Inghilterra, la quale rimase vittima insieme al compagno Dodi Al-Fayed di un gravissimo incidente stradale. Era il 31 agosto del 1997, in piena notte, quando la Mercedes a bordo della quale Lady Diana e Dodi Al-Fayed viaggiavano, si schiantò contro il tredicesimo pilastro della galleria, nel tunnel del Pont de l’Alma, nella Capitale francese. Alla guida vi era l’autista Henri Paul, anche lui rimasto vittima, mentre l’unica persona a salvarsi fu la guardia del corpo Rees-Jones, presente nella vettura. Il noto imprenditore egiziano con il quale Diana Spencer aveva intrapreso una relazione dopo il divorzio da Carlo, insieme all’autista, morirono sul colpo, mentre Diana fu estratta viva dalle lamiere e trasportata in ospedale. Tuttavia, le lesioni interne provocate dal fortissimo impatto furono così gravi da provocarne il decesso alcune ore più tardi. In merito alle reali cause dell’incidente avvenuto a Parigi e nel quale persero la vita Lady Diana e Dodi Al-Fayed, negli anni sono state molteplici le teorie avanzate. La più celebre è quella che vedrebbe un vero e proprio complotto messo in atto dai servizi segreti britannici su indicazione di alcuni membri della famiglia reale. Subito dopo il gravissimo incidente automobilistico, ancor prima dei soccorsi riuscirono a giungere sul posto numerosi fotografi e giornalisti. Furono loro a dichiarare più tardi che, al loro arrivo, Lady D. era ancora viva sebbene le sue condizioni apparissero drammatiche sin da subito. Dopo l’arrivo delle forze dell’ordine e dei Vigili del fuoco, fu avviato un tentativo di rianimazione in favore di Al-Fayed, dichiarato morto dopo circa un’ora dall’incidente. Insieme all’autista fu trasportato in obitorio e l’autopsia confermò poi le cause del decesso: rottura dell’aorta e frattura della colonna vertebrale nella zona cervicale. In merito alla morte di Diana Spencer e del suo compagno furono avviate due indagini parallele. La prima, da parte della polizia francese, respinse sin da subito l’ipotesi di un complotto; la seconda fu condotta dalla polizia metropolitana inglese che si concentrò su possibili infiltrazioni nell’incidente. Alla fine, entrambe stabilirono che a provocare l’incidente mortale fu la cattiva condotta dell’autista, che guidava sotto uso di alcol e psicofarmaci.