I trascorsi giovanili e trasgressivi di Povia saranno al centro della nuova puntata di Vertigo, il programma di Rai3 condotto da Giuseppe Rinaldi. Un passato che il cantautore celebre anche per le numerose polemiche scatenate sui social, non ha mai nascosto e che riguarda un tema piuttosto scottante e comune a molti altri giovani: la droga. Nel corso della trasmissione in onda stasera, Povia ripercorrerà le fasi che lo hanno visto coinvolto in una delle piaghe sociali più gravi, la tossicodipendenza, ma anche le motivazioni che lo hanno spinto ad imboccare il tunnel fuori dal quale ha potuto nuovamente tornare a vivere. La svolta è giunta in seguito alla nascita della seconda figlia, Amelia, che proprio ieri ha compiuto 9 anni. Una data che Povia ricorderà doppiamente e con un significato maggiore in quanto ha rappresentato anche per lui una sorta di rinascita. Sempre ieri, tramite la sua pagina Facebook ha postato due foto insieme alla secondogenita scrivendo: “Compleanno di Amelia, oggi 9 anni, sempre più bella! 1 milione di auguri?”. Clicca qui per vedere le foto.



Questa sera torna Povia in tv nella puntata di Vertigo, dove racconterà la sua storia particolare e non banale davanti alle telecamere: in tanti si chiedevano dove fosse finito questo strano e molto chiacchierato cantautore italiano. I bambini non fanno più “oh” ma il suo stile è ancora più alternativo: lo si capisce dalla sua ultima intervista alla stampa dove rivela tutta la sua voglia di “libertà”, senza rimanere in uno schema predefinito, né nei suoi album e neanche nella sua storia, dilaniata anni fa dal tunnel di droga e alcol, ma salvato dalla sua piccola seconda figlia. Raggiunto dal Giornale di Puglia prima di uno dei suoi ultimi concerti, Giuseppe Povia ammette «Ogni disco che faccio è diverso, il mio stile è proprio quello di non avere uno stile. Le tematiche particolari mi hanno sempre appassionato e poi alcuni argomenti non si azzarda nessuno a toccarli. Chi lo fa, non si fa capire. Io invece sono chiaro (anche troppo)». E quindi Berlusconi, Jobs Act e ancora sud e ordini mondiali complessi: Povia vuole tutto questo nelle sue canzoni, anche se magari il pubblico si restringe per le stranezze dei suoi testi, «sono libero, magari piacevo di più con “Luca era gay” ma non mi interessa, il pubblico va e viene, non ti segue necessariamente sempre».



Non ne ha mai fatto mistero il cantautore Giuseppe Povia del suo passato di dipendente da cocaina. L’annuncio risale infatti al 2009, quando il cantante era nel pieno della polemica scoppiata al Festival di Sanremo per la sua canzone Luca era gay. Un marchio che gli è rimasto addosso per tutti questi anni, esattamente come la droga, quasi 15 anni di vizi e virtù in cui alla fine era caduto nel famoso vortice. La sua storia la racconterà questa sera a Vertigo. Gli abissi dell’anima, il programma di approfondimento di Rai 3 condotto da Giuseppe Rinaldi, con l’aggiunta di un’incursione a fior di telecamera nel quartiere romano che ancora oggi è rinomato per essere un importante centro di spaccio. Negli anni della rivelazione, Povia ha affermato con decisione di aver sofferto a lungo di attacchi di panico e depressione, due dolori che presto lo hanno portato alla musica, anche se inizialmente con insoddisfazione. “Non riuscivo ad affermarmi”, disse ad Affari Italiani, “quando stavo male mi mettevo sotto il cuscino e dicevo le preghiere”. Come ha fatto l’artista ad uscire dal suo personale abisso? Grazie alla famiglia, rivela Povia, sottolineando anche che il successo raggiunto con I bambini fanno ooh coincide con uno dei più amari della sua vita, fatto di alcool, sigarette ed una vita senza freni. “Con il tempo ero diventato un rottame”, confessa, arrivando anche a subire delle conseguenze sulla voce. “Durante i concerti dovevo rimanere immobile, perché appena accennavo qualche movimento mi mancava il fiato per cantare”. La svolta arriva con la nascita di Amelia, la sua secondogenita, avuta con la moglie Teresa. E’ stato a quel punto che Povia ha dovuto fare un’analisi attenta della sua vita e chiedersi quale esempio avrebbe potuto dare alle figliolette.