L’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati sostiene che l’Isis abbia fatto prigionieri 3mila profughi che fuggivano da alcuni villaggi in Iraq, diretti verso Kirkuk: 12 di questi profughi sarebbero stati uccisi. La cattura degli sfollati che si stavano dirigendo nei territori sotto la protezione dei guerriglieri curdi Peshmerga sarebbe avvenuta ieri: tra i profughi ci sarebbero stati anche donne, bambini e anziani. L’Unhcr, nel suo rapporto, come si legge su Il Fatto Quotidiano, riferisce che i profughi provenivano da alcuni villaggi nel distretto di Hawija, una regione nel nord dell’Iraq, occupata dall’Isis. Il rapporto dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati è stato diffuso dopo che l’Osservatorio iracheno per i diritti umani ha stimato in 1.900 i civili catturati da un centinaio di combattenti dell’Isis, che usano le persone come scudi umani contro gli attacchi delle forze di sicurezza irachene.



Sarebbe un simpatizzante dell’Isis il marocchino residente a Parma colpito da un provvedimento di espulsione ieri dal nostro paese. E’ stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, come riferisce l’agenzia di stampa Adnkronos, ad annunciarlo: “E’ stata eseguita la terza espulsione di questa giornata, a seguito di un provvedimento da me firmato per motivi di sicurezza dello Stato. Con questa, sono quarantuno le espulsioni eseguite dal primo gennaio del 2016 e 107 in tutto dal gennaio 2015”. Riguardo all’ultima espulsione nell’ambito delle operazioni anti terrorismo in Italia, il ministro Alfano ha spiegato che l’uomo è “un 34enne marocchino residente a Fidenza, in provincia di Parma”. E ha aggiunto: “Grazie al lavoro svolto e ai nostri servizi di sicurezza e di prevenzione, abbiamo accertato che il cittadino marocchino aveva postato e condiviso sul proprio profilo Facebook contenuti che ne hanno evidenziato la fascinazione per l’Isis”.



Operazione anti Isis in Italia questa mattina. Tra Caserta e Mapoli i carabinieri del Ros hanno effettuato 8 arresti tra cui un tunisino accusato di essere un terrorista dello Stato Islamico. Il ministro dell’Interno Angeli Alfano si è congratulato con le forse dell’ordine per gli arresti realizzati. Come riferisce La Repubblica, il tunisino si chiama Mohamed Kamel Eddine Khemiri tunisino, ha 41 anni ed è residente a San Marcellino in provincia di Caserta: è accusato dalla procura di Napoli di associazione con finalità di terrorismo o, in alternativa, di apologia del terrorismo. In una conversazione intercettata dagli investigatori il tunisino avrebbe infatti affermato: “Sono isissiano finché avrò vita. E se morirò vi esorto a farne parte”. Secondo l’accusa Khemiri farebbe quindi parte dell’Isis e avrebbe fatto propaganda anche sui social network: sarebbe il capo di una banda di trafficanti di migranti. Gli otto arrestati sono accusati di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e alla falsificazione di documenti.



Ucciso Abu Duaa al Ansari, a capo dell‘Isis del Sinai. L’annuncio è stato dato ieri dal Generale Mohamed Samir, il portavoce dei militari egiziani, che ha descritto l’eliminazione del leader all’interno di un raid aereo: morti in tutto più di 45 terroristi, decine i feriti. Al Ansari era a capo dello Stato del Sinai, riferisce Rai News, un gruppo terroristico dell’Egitto affiliato all’ISIS dal novembre scorso. I militari hanno provveduto anche ad liminare depositi di munizioni ed armi sotto il controllo dei terroristi, un’operazione che ha segnato un successo grazie alle informazioni fornite dall’intelligence del Paese. Samir ha sottolineato che è ferma intenzione dei militari e della Sicurezza egiziana di “eliminare la minaccia terroristica ovunque si trovi, affinché l’Egitto e la sua popolazione godano di sicurezza e stabilità”. In oltre due anni di operato, lo Stato del Sinai ha ingaggiato una lota con le autorità locali, che rispondevano con raid in volo e operazioni via terra. Risale a pochi giorni fa l’ultimo messaggio dei terroristi, un video in cui si minacciava di prendere di mira Israele e di marciare verso Roma. Nel messaggio, il gruppo di al Ansari faceva anche riferimento al recente attentato in cui è stato abbattuto un aereo russo, oltre ai bombardamenti diretti alle sede degli “infedeli”. In chiusura del messaggio, i terroristi garantivano che sarebbero seguiti altri attentati.