Una testimonianza a sorpresa rischia di indirizzare le indagini sull’omicidio di Katia Dell’Omarino, la 41enne uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio in provincia di Arezzo, a Sansepolcro. A parlare a La Nazione è stato Don Francesco Mariucci, il parroco di Lama, a San Giustino Umbro, che ha dichiarato di aver incontrato la donna la notte del suo omicidio, rivelando anche una strana richiesta da parte di Katia:”Mi ha chiamato un vicino dicendomi che sotto casa si trovava da qualche minuto una persona… Sono uscito e mi sono trovato di fronte quella ragazza minuta, non la conoscevo. Era lì, ferma, sorpresa di avermi visto. Mi ha sussurrato: padre, mi può dare qualcosa? Le ho detto di no e dopo, vista la situazione, ho chiamato i carabinieri. Sono arrivati subito, l’hanno controllata poi se ne sono andati. A questo punto anche lei è salita sulla sua auto, allontanandosi. Erano circa le 23,50, sono sicuro”. Perché Katia aveva bisogno di soldi? A chi doveva portarli a notte fonda, con così tanta fretta? Abbiamo forse trovato il movente dell’omicidio?
E’ giallo fitto sull’omicidio di Katia Dell’Omarino, la 41enne uccisa nella notte tra l’11 ed il 12 luglio scorso a Sansepolcro, in provincia di Arezzo. Il suo corpo è stato ritrovato lungo il torrente Afra e da allora sono iniziate le indagini concentrate sulla ricerca dell’assassino. Chi ha potuto convincere la donna ad incontrarsi a notte fonda in un luogo così appartato per poi coinvolgerla in una possibile e violenta lite culminata nell’efferato delitto? La settimana in corso, come evidenzia La Nazione online, sarebbe dovuta essere decisiva. Presso gli inquirenti vigeva il massimo ottimismo soprattutto alla luce delle tracce biologiche rinvenute sul cadavere di Katia Dell’Omarino e che con ogni probabilità avrebbero portato all’identità dell’assassino, attualmente denominato “Ignoto 1”. La mente, inevitabilmente va ad un altro celebre caso di cronaca, quello di Yara Gambirasio, dove “Ignoto 1” fu in seguito identificato in Massimo Bossetti, condannato in primo grado alla pena dell’ergastolo. Tornando al delitto di San Sepolcro, gli inquirenti non hanno dubbi sul fatto che il Dna isolato sul corpo della vittima ed analizzato in laboratorio appartenga proprio all’assassino della 41enne. Tuttavia, nei giorni scorsi le indagini hanno subito una inaspettata battuta di arresto. Il Dna maschile ritrovato sul corpo massacrato della donna è stato confrontato con quello di oltre dieci soggetti sui quali erano ricaduti gli iniziali dubbi degli investigatori, riportando però un esito negativo. Il profilo genetico, dunque, non ha ancora una identità ma si continua a parlare di “Ignoto 1” sul quale le ricerche sono concentrate da ormai quasi un mese. Stando a quanto emerso dagli esami della Scientifica, inoltre, sul corpo di Katia Dell’Omarino sarebbero state rinvenute ben due tracce del presunto assassino che andrebbero ad alimentare ulteriormente il sospetto eppure, alla luce degli ultimi riscontri, le indagini rischiano ora di complicarsi. Nulla è ancora perduto, ed infatti è in programma una seconda tornata di confronti dei profili genetici ma se i primi dieci – certamente quelli più sospettati – non hanno riportato ai risultati sperati, il dubbio è che difficilmente potrebbero giungere importanti colpi di scena nei prossimi giorni. Gli inquirenti starebbero seguendo una loro pista ben precisa. L’attenzione sembra essere focalizzata su alcuni soggetti delle zone di San Sepolcro, San Giustino e Selci che dal giorno del delitto di Katia Dell’Omarino avrebbero cambiato le loro abitudini o che, pur avendo un alibi per la notte tra l’11 ed il 12 luglio, sarebbero rincasati solo all’alba. Non è detto, dunque, che la svolta non possa giungere già in questa prima fase delle indagini, sebbene si preannuncino sempre più complesse.