In questi ultimi giorni si è tornati a parlare di un caso che tutto sommato appare ormai chiuso, quello di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa lo scorso 13 gennaio da Gabriele Defilippi e Roberto Obert. Nella vicenda sarebbe coinvolta anche la madre di Defilippi, Caterina Abbattista, sebbene abbia sempre ribadito la sua innocenza. Intanto, i Ros avrebbero presentato la loro perizia sui dati relativi alle celle telefoniche e che andrebbero a smentire la donna in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Caterina, secondo quanto emerso, il giorno del delitto di Gloria sarebbe uscita dal posto di lavoro. Un dato che invece viene ribaltato dalle perizie della difesa che in merito ha sostenuto, alla luce degli ultimi dati: “Tecnicamente è dimostrabile la possibilità di un errore. Il nostro consulente ha passato al setaccio tutta l’attività del cellulare della Abbattista per il periodo antecedente e successivo al delitto. Il primo dicembre, ad esempio, alle 15:17 era agganciato alla cella di corso Giulio Cesare a Torino. Tre minuti dopo a quella di Ivrea. Torino – Ivrea non è una distanza percorribile in così breve tempo. Quindi l’ipotesi di un “rimbalzo” anche per quella chiamata del 13 gennaio è più che fondata”. Proprio i Ros, tuttavia, avrebbero invece negato la presenza di un sovraccarico nella cella rendendo sempre più difficile la posizione della donna.



Arriva un altro colpo basso a carico di Caterina Abbattista, la donna in carcere per il delitto della professoressa Gloria Rosboch. La donna, accusata di concorso in omicidio, secondo i militari del Ros avrebbe mentito in merito ai suoi spostamenti la sera del delitto, avvenuto per mano del figlio Gabriele Defilippi e Roberto Obert, ex amante del primo. Secondo quanto riportato da La Sentinella del Canavese, il 13 gennaio scorso la Abbattista avrebbe raggiunto i due assassini lasciando così il posto di lavoro, come dimostrato anche dalle celle telefoniche alle quali si aggancia il suo cellulare. Sia Caterina che la sua difesa hanno sempre smentito questa teoria, ma a smentire invece le parole della madre di Gabriele Defilippi sarebbero non solo le sue colleghe ma anche il figlio minore. Le prime, messe alle strette dal procuratore Ferrando hanno rivisto le loro iniziali dichiarazioni passando da “Caterina Abbattista quel giorno non ha lasciato il reparto”, al “Non ricordo”, ed infine al “Forse, è possibile”. Anche il figlio minore aveva dichiarato in merito: “Mamma andava a fare delle commissioni durante l’orario di lavoro”. Una tendenza, quella della donna di uscire dall’ospedale anche durante l’orario di lavoro, che appare più come una consuetudine.



Continua a far discutere il delitto di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellammonte uccisa a metà gennaio scorso. Con l’accusa di omicidio sono finiti in carcere l’ex alunno Gabriele Defilippi e il suo amico Roberto Obert: inizialmente i due si sono accusati a vicenda del delitto di Gloria Rosboch. Poi secondo le perizie effettuate sull’auto di Obert sarebbe stato Defilippi a uccidere la sua ex professoressa mentre l’amico era alla guida dell’auto. Le indagini però non si sono concentrate solo su Gabriele Defilippi e Roberto Obert ma hanno riguardato anche la madre dell’ex alunno di Gloria Rosboch, Caterina Abbattista. La donna è accusata di concorso in omicidio ma ha sempre respinto le accuse. Secondo le ultime perizie sul cellulare della donna, come riferisce La Sentinella del Canavese, Caterina Abbattista avrebbe mentito sui suoi spostamenti il giorno del delitto di Gloria Rosboch: avrebbe incontrato Gabriele Defilippi e Roberto Obert. I legali della donna però sarebbero pronti a dimostrare che queste perizie conterrebbero errori. Ma i due presunti assassini hanno sempre smentito il coinvolgimento di Caterina Abbattista nel delitto: hanno quindi mentito?



Il delitto di Gloria Rosboch, la professoressa di Castellamonte uccisa il 13 gennaio scorso, è un giallo dai contorni sempre più chiari. Le responsabilità su quanto accaduto ai danni della donna, infatti, sembrano ormai essere confermate. La notizia è arrivata nelle ultime ore dal quotidiano locale La Sentinella del Canavese, che avrebbe posto l’accento sulla posizione di Caterina Abbattista, in carcere con l’accusa di concorso in omicidio. Madre di Gabriele Defilippi, arrestato per il delitto della professoressa Gloria Rosboch insieme all’ex amante Roberto Obert, sin dal giorno del suo fermo avrebbe sempre dichiarato la sua totale estraneità rispetto ai reati che le sono stati contestati. Nonostante questo, gli inquirenti hanno sempre ipotizzato un suo ruolo attivo non solo nella truffa dei 187 mila euro messa a segno dal figlio ma anche nell’omicidio vero e proprio che ne è seguito. A confermare la sua posizione di complice attiva nel delitto di Gloria Rosboch, sono stati i militari dei Ros, i quali hanno di recente consegnato la loro relazione al procuratore capo di Ivrea. Secondo i Ros, infatti, Caterina Abbattista la sera del delitto non si trovava affatto in ospedale, come dalla stessa asserito. Lo proverebbe la perizia eseguita e che incastrerebbe alle sue responsabilità l’operatrice socio-sanitaria: alle 19:19 del 13 gennaio scorso, il cellulare della Abbattista agganciava la cella Tre di Montalenghe, sebbene lei abbia sempre sostenuto il contrario. A smentirla sarebbero state le dichiarazioni delle colleghe e del figlio minore. La difesa della donna aveva allora puntato tutto sulla teoria del possibile guasto, o meglio di un presunto sovraccarico che avrebbe fatto “rimbalzare” la connessione dati del telefonino della loro assistita, agganciandola così alle celle lontane dall’ospedale. Nulla da fare anche in questo caso: gli esperti avrebbero smentito la presenza di guasti. “Tecnicamente è dimostrabile la possibilità di un errore. Prendiamo atto della situazione. Ma ribadiamo che la nostra assistita è stata costretta al carcere senza prove definitive”, hanno commentato gli avvocati Matteo Grognardi e Erica Gilardino. “Il dubbio c’è. Ed è enorme. Il nostro consulente ha passato al setaccio tutta l’attività del cellulare della Abbattista per il periodo antecedente e successivo al delitto. Il primo dicembre, ad esempio, alle 15,17 era agganciato alla cella di corso Giulio Cesare a Torino. Tre minuti dopo a quella di Ivrea. Torino – Ivrea non è una distanza percorribile in così breve tempo. Quindi l’ipotesi di un “rimbalzo” anche per quella chiamata del 13 gennaio è più che fondata”, hanno aggiunto i due legali. I Ros, al contrario, avrebbero dimostrato grazie alle loro perizie come la sera del delitto di Gloria Rosboch, Caterina Abbattista uscì dal posto di lavoro per incontrare i due assassini, Gabriele Defilippi e Roberto Obert.