Quando si parla (o si parlava) de La Storia Infinita non ci sono dubbi che il primo ricordo va dritto al volo epico di Atreiu sul Drago Volante Fucur. Eppure è dal libro di Ende che trae ispirazione la pellicola, seppur con qualche differenza. Innanzitutto nel nome del protagonista, anche se si tratta di una semplice vocale: Bastian invece di Bastiano. E’ proprio su di lui che si collega una curiosità, dato che per questo personaggio lo scrittore ha tratto spunto dall’amico Willie, uno dei più cari e scomparso giovanissimo nel ’37. All’epoca Ende aveva appena otto anni e quell’evento così tragico incise molto nella sua vita. In generale tutto il pacchetto offerto dalla Storia Infinita si è reso subito evidente nel suo successo, tanto che anche in prodotti più recenti è possibile trovare delle similitudini. E’ il caso della serie tv C’era una volta, dove tutto il destino di un mondo fantastico è relegato ad un libro. Da non dimenticare poi che il libro di Ende viene diffuso quando il mondo è sommerso nei fantastici anni ’80, fatti di magia, di favole ed anche del tornare bambini. Se La Storia Infinita fosse emersa prima, il pubblico probabilmente non avrebbe risposto con lo stesso entusiasmo.
Per Michael Ende la pubblicazione de La storia infinita è stata uno sforzo enorme, preso dalla Fantàsia e dalle dimensioni senza tempo della sua storia ha sforato leggermente con i tempi: questo però non gli ha riservato il riparo dalle critiche di alcuni scrittori e letterati tedeschi che in piena guerra fredda accusavano Ende di essere del tutto slegato dal realismo pragmatico impregnato di sostanza politica. Troppo naif per La storia infinita? Lui ha voluto rispondere all’accusa di chi gli diceva di ogni, del tipo “in un momento in cui i giovani sono spersi, tu gli ritagli uno spazio di fuga che però non serve a nulla”. Ecco l’autore in una lettera ad una sua fan, dal testamento di Ende: «Da quando ho iniziato a scrivere storie fantastiche, quindi dalla pubblicazione dei libri di Jim Bottone, c’era sempre qualche maestro pronto a criticare la mia “mancanza di realismo”. Recentemente è uscito nella rivista Konkret un articolo di Erich Kuby in cui mi associa al fascismo e afferma di vedere in me un nuovo Rosenberg. Se mi lasciassi coinvolgere in tutte queste discussioni non riuscirei più ad essere felice nella mia vita e non avrei neanche più tempo di lavorare». Fantasia o realtà? Per chi lo ha letto e ne è rimasto affascinato può dire che le due cose non vanno necessariamente su due piani diversi… e voi cosa ne pensate?
Per rispondere a quando è stata pubblicata La storia infinita di Michael Ende è molto semplice: l’1 settembre del 1979. Ma per rispondere al quesito su cosa volesse veicolare Ende con una storia del genere, qui i piani di chiarezza si rendono assai più complicati. Lo scrittore tedesco non volle mai lasciare particolari indizi per decrittare il suo mondo di Fantàsia o del Nulla: una storia incredibile che per Ende non doveva in alcun modo veicolare alcun messaggio. “La mia opera non veicola nessun messaggio, ogni parere a riguardo è giusto“, si legge nel testo di Hocke e Kraft a commento de La storia infinita. Eppure un inizio piccolo piccolo appare, sempre nel testo di critica, e proviene dalle diretta parole di Michael Ende: « È infatti la storia di un giovane che in questa notte di crisi, una crisi esistenziale, perde il suo mondo interiore, quindi il suo mondo mitico […], e deve saltare dentro questo Nulla, allo stesso modo in cui dobbiamo farlo anche noi europei. Siamo riusciti a perdere tutti i valori e ora dobbiamo saltare dentro, e solo se abbiamo il coraggio di saltarci dentro, in questo nulla, possiamo risvegliare le forze creative più personali e interne e costruire una nuova Fantàsia, cioè un nuovo mondo di valori». Altro che disimpegno insomma…
Fu Longanesi nel 1981 a pubblicare la prima edizione de La storia infinta, romanzo fantastico di Michael Ende uscita a settembre 1979 a Stoccarda e di cui ricorre oggi il 37esimo anniversario. La prima edizione in italiano del romanzo uscì appunto per Longanesi nella collana La gaja scienza. La traduzione fu affidata ad Amina Pandolfi, mentre i capilettera furono opera di Antonio Basoli. Questa edizione de La storia infinta aveva una copertina rigida ricoperta di seta rossa e il testo bicolore. Nel 1988 fu pubblicata da TEA un’altra edizione de La storia infinita, in cui furono mantenuti la traduzione e i capilettera della versione Longanesi. Il testo fu stampato in inchiostro monocromatico nero ricorrendo al corsivo per le parti ambientate nel mondo degli uomini e al carattere tondo per quelle ambientate nel Regno di Fantàsia. Un’altra edizione de La Storia infinita fu publicata dalla casa editrice Corbaccio nel 2002, all’interno della collana Scrittori di tutto il mondo. Il testo e la grafica riprendono quella delle edizioni precedenti, con i colori d’inchiostro rosso e verde acqua.
Michael Ende, quando ha pubblicato La storia infinita, voleva regalare un paradosso ai suoi lettori: una storia “senza tempo” con dei confini evidenti e forzati, come un libro o un film non possono regalare certamente. Ebbene, grazie all’uso molto particolare dell’alfabeto, Ende è riuscito a rendere questo meraviglioso paradosso: il punto di partenza delle sue riflessioni sono appunto le lettere di questo alfabeto, con riferimento marcato con i capilettera all’inizio di ogni capitolo. Per Ende nel corso della sua scrittura, la A e la Z fondano inizio e fine dentro le quali si dipana ogni storia. La sua narrazione segue anche con le lettere e l’uso delle consonanti a livello intuitivo che rappresentano uno dei punti di partenza e di chiusura di oggi racconto. Fantàsia per come era stato costruito da Ende era un luogo senza tempo ma nello stesso tempo doveva avere un’inizio e una fine: non tanto come in un libro ma proprio come in una vita. Infatti la storia umana prosegue al di là delle singole vita di ogni persona: ma non ci sarebbe la storia dell’umanità senza questa umana finitezza. Un paradosso affascinante che il buon Ende ha tentato di mettere in pratica nella sua Storia infinita: i nostri complimenti, l’umanità gliene sarà grato.
Bastiano, quando è stata pubblicata La storia infinita, è stato certamente tra i primi personaggi ad essere valutato come particolare e assai strano nell’ottica della vicenda davvero fantastica che racconta di più mondi e di paragoni costanti con la “nostra” realtà. Ebbene, lo stesso Michael Ende, amava raccontare come nella stesso composizione dell’opera – che ha avuto un parto non indifferente tra rimandi e cancellazioni della prima stesura prima della pubblicazione – il personaggio di Bastiano era cambiato più volte. «Ci si domanda: “Che tipo di storia è questa che costringe il lettore a entrarvi dentro; perché la storia ha bisogno di lui?” Ecco, così prese forma dopo molti errori e tentativi questa Fantàsia. Poi ci si interroga per secondo: “Che tipo di ragazzo deve essere?” Una cosa così non succede a tutti ». Interessante vedere come questo “Bastian” contrario – diremmo noi – si ribalta poi nel corso de La storia infinita per come lo aveva in mente lo stesso Ende. «All’inizio avevo un Bastiano totalmente diverso. Avevo un ragazzo asociale e ostinato, che si chiudeva al mondo. Poi mi resi conto, mentre ero già a metà del libro, che sicuramente non sarebbe tornato indietro. Così la storia non giungeva a conclusione. Quindi ancora indietro e ricominciare da capo. Quello che è contenuto oggi nel libro è circa un quinto di quello che ho scritto realmente, Quattro quinti sono finiti nel cestino». Anche questa è Fantàsia…
Quando è stata pubblicata La storia infinita? Ma anche, quando uscì il primo film dedicato a “Neverending Story” di Michael Ende? E soprattutto, perché ci fu un clamoroso distacco tra Ende e il regista Petersen? Tante domande, molte risposte, una grande storia che ha appassionato milioni di lettori in tutto il mondo. Se oggi il romanzo compie 37 anni – era il settembre del 1979 quando fu pubblicata – il film ne compirà invece 32, da quando infatti Wolfgang Petersen mise in piedi uno dei film più visti al cinema, ispirato alla prima parte de La storia infinita. Per tanti fu una vera e propria risposta quasi immediata a Et di Spielberg, con la sfida Europa-Hollywood che si traspose anche nello stile “viaggio fantastico”. In realtà sono molto diversi i film per la storia che raccontano principalmente, ma per quanto riguarda gli effetti speciali è vero che per il regista tedesco vi fu una costante ricerca di superare il film rivale. Questo però provocò l’ira di Ende che tolse il proprio nome dal film, accusando i produttori di “aver annegato la dimensione favolistica negli effetti speciali”. Ed ecco qua, le tre “fantastiche” risposte.
Per scoprire quando è stata pubblicata La storia infinita è bastato cliccare sul doodle di Google oggi, mentre per capire a fondo il valore e i messaggi che Michael Ende manda nel corso del suo romanzo più famoso, ecco ci vuole un pochino di più. Un personaggio su tutti rivela molto più di quanto sembri all’apparenza e forse cela il vero segreto di “Fantàsia”: Atreiu è uno dei protagonisti del romanzo La storia infinita ed è colui che insieme agli amici Bastiano e Fucur segna le avventure fantastiche e impensabili all’interno del magico mondo di Fantàsia. Il buon Atreiu è un bambino Pelleverde di 13 anni che parte alla ricerca, dopo essere nato organi, i chi aveva ucciso i suoi genitori, il Grande Bufalo, per dimostrare alla sua gente che finalmente era un uomo. Come riporta l’introduzione del grande libro, “La preparazione viene interrotta dall’arrivo del centauro Cairone, che lo informa che l’Infanta imperatrice gli ha affidato l’amuleto Auryn e gli ha chiesto di partire alla ricerca di una cura per la sua malattia (ricerca dalla quale dipende il destino di tutta Fantàsia)”. È solo l’inizio di un grande viaggio in cui però Atreiu dimostrerà con un carattere, fiero ma non orgoglioso, tenace ed estremamente generoso, di poter davvero salvare il mondo di Fantàsia nonostante ad un certo punto l’amico Bastiano sarà preso dalla smania di potere. Un modo semplice che salva la fantasia e… tutti. Del resto il suo nome significa proprio “il figlio di tutti” nella lingua inventata dei Pelleverde.
Inutile girarci intorno, quando è stata pubblicata La storia infinita di Michael Ende, è una domanda che ricorrerà oggi: infatti come ha anticipato Google con il suo Doodle, oggi ricorre il 37esimo anniversario della pubblicazione, che ha subito però moltissimi cambiamenti e ritardi proprio per il grado “fantastico” che il grande scrittore Ende voleva dedicare alla sua “creatura”. E allora può sussistere una storia ambientata a Fantàsia, con personaggi fantastici, ma non essere in fin dei conti un Fantasy? Proprio così, il libro che ha segnato più generazioni non può dirsi un genere fantasy, visto che non potrebbe esistere senza il mondo attuale, ovvero il “nostro” mondo da cui arriva ad esempio Atreiu. Un romanzo prima di tutto, unico e neanche una favola moderna, scrive Focus: condivisibile visto che Ende non accetta tutti i canoni del fantasy ma intende, questo sì, accendere la fantasia dei lettori – per non parlare della sua. Un successo enorme, questo sì che si può dire “fantastico”…
Ricorre oggi il 37esimo anniversario della pubblicazione de La storia infinita e Google dedica un Doodle ad hoc alla ricorrenza. Si celebra il romanzo fantastico di Michael Ende pubblicato a settembre 1979 a Stoccarda. La storia infinita è stato tradotto in oltre quaranta lingue e ha venduto oltre 10 milioni di copie in tutto il mondo diventando un classico della letteratura per ragazzi. Il Google Doodle dedicato a La storia infinita non è statico bensì scorre facendo vedere una serie di disegni che rappresentano alcuni momenti del romanzo. Il titolo originale tedesco del romanzo è Die unendliche Geschichte: la prima edizione in italiano risale al 1981, a cura della Longanesi. Dal romanzo di Michael Ende, Wolfgang Petersen ha tratto nel 1984 il lungometraggio La storia infinita. Al primo film seguirono poi altre due produzioni statunitensi: La storia infinita 2 (1990), diretto da George Trumbull Miller, vagamente basato sulla seconda parte del romanzo, e La storia infinita 3 (1994), per la regia di Peter MacDonald, che presenta invece una storia originale e ha in comune con il libro solo alcuni personaggi.
La Storia Infinita di Michael Ende è stata pubblicata, nella sua prima edizione, nel settembre del 1979 e da allora ha avuto un successo sempre crescente nella letteratura fantastica per ragazzi e non solo, dato che ha avuto trasposizioni su qualsiasi tipo di media, a partire certamente dal cinema, ma non solo. Tuttavia rispondere alla domanda “Quando è stata pubblicata La Storia Infinita?” non è cosi semplice. Posto che Longanesi ha pubblicato la Storia Infinita in Italia solo nel 1981, anche la Thienemann Verlag, la casa editrice di Stoccarda che ha pubblicato La Storia Infinita non è stata in condizione davvero di decidere “quando”. Già due anni prima della pubblicazione Ende aveva contattato l’editore per sottoprre l’idea da cui sarebbe nata La Storia Infinita, e avuto il suo benestare cominciò a scriverla. Con il passare del tempo però la storia divenne sempre più avvincente, e a modo suo “infinita”, perchè lo stesso Ende disse di non essere più padrone di governarla, ma di dipendere dalla volontà del protagonista di chiudere il proprio viaggio nella trama del libro. La Storia Infinita avrebbe dovuto essere pubblicata almeno un anno prima di quando è stata poi effettivamente pubblicata. Lo stesso Ende, dichiarò: «Ne La storia infinita era così che non avevo idea di dove fosse l’uscita di Fantàsia. Il libro sarebbe dovuto uscire già un anno prima. L’editore aveva organizzato le stampe, la carta era già pronta e mi chiamava continuamente per chiedermi; “Quando me lo consegnerai finalmente?”, e io dovevo sempre rispondere: “Non posso darti niente, Bastiano non torna più indietro. Cosa devo fare? Devo aspettare il momento giusto, quando emergerà dal personaggio stesso la necessità di ritornare”, e per questo diventò quest’odissea». Il problema con La Storia Infinita era proprio questo, la capacità di rigenerarsi, ricominciare, giocare sui livelli di due esistenze parallele, che comprendono anche quella del lettore. Ende amava dire che “l’essenza della bellezza risiede nel mistero e nella meraviglia”, accompagnare l’intreccio fino alla sua conclusione era il migliore tributo a questa bellezza. E il risultato è da vedere. Oggi seguiremo per tutta la giornata i nostri lettori con La Storia Infinita, ansiosi di vedere alla fine della giornata come questo quadro si comporrà e cosa ci regalerà.