Sono già passati sette giorni dal terremoto che ha devastato interi paesi al confine tra Marche, Umbria e Lazio. Sette giorni di dolore, sette giorni di ricerca continua di scavi tra le macerie, sette giorni di riflessione per capire cosa poteva essere evitato e cosa effettivamente successo. E il settimo giorno la terra non si è riposata, anzi un’altra scossa con magnitudo intorno al grado 4 ha voluto ricordare che sotto la crosta terrestre tutto è ancora in fermento, tutto si muove e non si sa cosa può succedere.
Fortunatamente il terremoto di ieri ha avuto un epicentro più a nord, verso la provincia di Macerata, così da non creare ulteriori crolli. Nonostante ciò il bilancio delle vittime è aumentato ancora. È stata infatti trovata la sesta persona dispersa sotto le macerie del Hotel Roma, ad Amatrice, e un giovane di 26 anni che era stato ricoverato all’ospedale di Pescara non ha vinto la sua battaglia contro la morte.
Nonostante ciò ci sono momenti in cui il dolore viene alleviato e diventa motivo di festa. Oggi Laura, infatti, comincia la fisioterapia e questa è una bella notizia. Laura ha 86 anni, viveva ad Arquata, e la parte sinistra del corpo ancora non risponde alle sollecitazioni dei medici. Ma solo il fatto che sia uscita dalla terapia intensiva è motivo di gioia. La notte del 24 agosto Laura, manco fosse giovane e baldanzosa, è riuscita a fuggire mentre la sua abitazione le si rivoltava addosso. Solo il salone della sua casa non è andato distrutto e attraverso il salone l’anziana donna è riuscita a uscire all’esterno. E per nulla presa dallo spavento, la prima cosa che ha fatto è stata quella di correre a piedi scalzi verso la sua amica vicina di casa. Sentiva i suoi lamenti, la voleva soccorrere. Per arrivare da lei ha addirittura scavalcato una balaustra, con un’agilità che forse neanche a vent’anni aveva scoperto di possedere.
Laura è riuscita ad arrivare vicino alle macerie che bloccavano la sua amica. Solo allora si è resa conto di camminare a piedi nudi su polvere e sassi, solo allora si è resa conto di essere un’anziana donna, solo allora ha capito che si stava sentendo male. E si è accasciata a terra colpita da emorragia cerebrale. Laura, come la sua vicina, è stata quindi soccorsa dalle tante persone giunte sul posto, portata in ospedale e curata. Oggi Laura farà fisioterapia, ma la cosa più bella che ha dentro è lo sguardo e l’attenzione verso la sua amica. In un momento così devastante, ancor prima di salvare se stessa, voleva portare aiuto alla persona con cui condivideva le giornate, le chiacchiere di paese, il lento incedere quotidiano, i pettegolezzi, la gioia di poter ricordare la gioventù trascorsa tra quelle montagne.



Ed è proprio questo senso di appartenenza, quest’amicizia che va oltre la superficialità la forza da cui si riparte per non abbandonare quei luoghi. Mentre ci sono ancora zone di Arquata dove i proprietari delle abitazioni non riescono ad arrivare per verificare i danni subiti dalle case, Laura ricorda la camera da letto che scompariva dai suoi occhi mentre lei correva nel salone. Il pensiero per l’amica l’ha guidata verso l’uscita, verso la salvezza, verso la vita.

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