Le famiglie di Trifone e Teresa, la coppia di fidanzati uccisi a Pordenone, attendono la data del 10 ottobre, che segna l’inizio del processo a carico di Giosuè Ruotolo. La difesa del 26enne in carcere a Belluno, continua tuttavia a ribadire la totale estraneità del proprio assistito rispetto ai fatti che gli vengono contestati. “Ruotolo è in carcere senza accuse fondate”, avrebbero asserito gli avvocati di Giosuè al quotidiano Il Giorno. Il modo particolare, l’avvocato Rigoni Stern ha confermato come il dibattimento sarà utile a fare luce su tutta una serie di circostanze poco chiare. “Bisognerà fare numerosi chiarimenti in merito agli esiti delle indagini. In primis, non ci sono elementi tali per capire che il veicolo di Ruotolo era presente sulla scena del crimine”, ha aggiunto il legale che ha definito il presunto assassino di Trifone e Teresa “una persona convinta della sua onestà e che ha una famiglia alle spalle che lo sostiene”. Di una cosa la sua difesa è certa: “La verità emergerà”. Ed è quanto auspicato dalle famiglie delle due vittime.



Si aprirà tra pochi giorni il processo a carico di Giosuè Ruotolo ritenuto il responsabile del duplice omicidio di Trifone e Teresa, avvenuto nel parcheggio del palasport di Pordenone nel marzo dello scorso anno. Nel frattempo, le ultime notizie sul caso riguardano proprio uno dei coinquilini del militare 26enne di Somma Vesuviana. Sergio Romano da indagato si è infatti trasformato in testimone ma questo ha avuto delle conseguenze importanti per la sua carriera. Intanto, sarebbe stato congedato dalla Guardia di Finanza. Il Gazzettino, tuttavia, riporta una ulteriore novità: Romano, infatti, dopo il congedo non potrà “rientrare” nell’Esercito. Il quotidiano specifica che i motivi sono molteplici: “perché la sua ferma era a tempo determinato e si concludeva entro metà agosto e perché era passato in un altro Corpo”. Nel medesimo periodo di sarebbe conclusa anche la ferma di Trifone, freddato insieme alla fidanzata Teresa con una raffica di colpi di pistola che, secondo la Procura di Pordenone, sarebbero stati esplosi proprio da Giosuè Ruotolo.



Proseguono le indagini sul delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati uccisi il 17 marzo 2015 nel parcheggio del palazzetto dello sport di Pordenone. In carcere con l’accusa di duplice omicidio è finito il commilitone di Trifone, Giosuè Ruotolo e c’è attesa per il prossimo 10 ottobre quando inizierà il processo a suo carico. L’ex fidanzata di Giosuè, Rosaria Patrone, è invece indagata con l’accusa di favoreggiamento. Negli ultimi giorni le indagini hanno però riguardato anche i coinquilini di Giosuè Ruotolo, Sergio Romano e Daniele Renna, per stabilire quale sia stato il loro ruolo nella vicenda. Dopo l’uccisione di Trifone Ragone e Teresa Costanza i due coinquilini di Ruotolo, come riporta il Gazzettino, “hanno fornito agli inquirenti la chiave del giallo”, confermando la lite tra Trifone e Giosuè per il finto profilo Facebook. Ora i due “da indagati sono diventati testimoni”, situazione che “uno di loro ha pagato però molto caro: a Romano è stato infatti notificato il provvedimento di congedo dalla Guardia di finanza”.



Il duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza, la coppia di fidanzati freddati nel parcheggio della palestra di Pordenone la sera del 17 marzo 2015 ha avuto terribili conseguenze sulla vita di molte persone. Intanto su quella delle famiglie delle due vittime, le quali sperano da oltre un anno di poter finalmente scoprire la verità sulle morti ingiuste e inspiegabili dei loro cari, ma anche su quella dell’indagato numero uno, Giosuè Ruotolo e della sua ex fidanzata, Rosaria Patrone. Il primo, attualmente in carcere a Belluno, il prossimo 10 ottobre affronterà la prima udienza del processo che lo vede coinvolto con l’accusa di duplice omicidio, mentre la seconda, indagata a piede libero per favoreggiamento nell’ambito della stessa terribile vicenda, avrebbe deciso di separare drasticamente le loro strade, sia giudiziarie che private, optando per il patteggiamento. Oltre alle persone finora citate, le conseguenze di quanto, secondo l’accusa, avrebbe commesso Giosuè Ruotolo uccidendo l’ex coinquilino e commilitone Trifone insieme alla fidanzata Teresa, le pagherà anche un’altra persona: Sergio Romano. Proprio quest’ultimo insieme a Daniele Renna, entrambi coinquilini di Giosuè Ruotolo, permisero alle indagini di giungere ad una importante svolta. Come riporta IlCorriereAdriatico.it, furono loro a fornire agli inquirenti la chiave del giallo dopo mesi di attente indagini sul duplice delitto di Trifone e Teresa. Romano e Renna, infatti, confermarono la lite avuta dal militare ucciso con Giosuè dopo la scoperta del finto profilo Facebook con il quale Ruotolo minacciava Teresa. Una lite culminata con una scazzottata tra i due ex commilitoni, ai danni del presunto assassino. Da indagati, dunque, i due si sono trasformati in testimoni e proprio questo percorso chiamati ad affrontare, si è rivelato problematico per uno di loro, Sergio Romano. A lui la Guardia di Finanza ha di recente notificato il provvedimento di congedo.