Il caos a Roma è servito: dopo le ultime notizie sulle dimissioni dei due assessori della Giunta Raggi ora arriva anche il ben servito dato dai vertici Ama e Atac le due municipalizzate più importante della Capitale. “Non ci sono più le condizioni”, scrive il direttore generale Marco Rettinghieri che assieme all’amministratore unico Armano Brandolese si sono dimessi con una nota questa mattina. È caos trasporti dunque, con i conti in rosso e le indagini di questi mesi che hanno reso impossibile il servizio generale dell’azienda capitolina: così accade anche per Ama, l’azienda che gestisce lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti. L’amministratore unico Alessando Solidoro lascia anche lui oggi, a meno di un mese dopo aver sostituito il presidente Daniele Fortini: Solidoro era stato nominato il 4 agosto ai vertici della municipalizzata, con legame forte con Minenna, assessore al bilancio che aveva contribuito alla sua nomina. Via l’assessore oggi se ne va anche Solidoro: «A seguito delle dimissioni dell’Assessore al Bilancio, dottor Marcello Minenna, sono venute meno le condizioni per l’incarico», scrive all’Ansa Solidoro.
La giustizia e la corte marziale in Turchia è sempre più nel caos: le ultime notizie che arrivano dai canali ufficiali di agenzie internazionali raccontano di altri 543 giudici rimossi dal presidente Erdogan perché considerati aventi legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gulen. Sono circa 3500 le cariche del mondo giuridico turco che dall’inizio del presunto golpe hanno perso il lavoro o peggio sono stati arrestati: con loro anche giornalisti e più di 2mila militari. Il “sultano” ha spiegato così in un discorso di oggi ad Ankara in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario (pare incredibile ma è vero): «L’arresto in Turchia di almeno 3495 giudici e procuratori, accusati di legami con la presunta rete golpista di Fethullah Gülen, non indebolisce il sistema giudiziario, al contrario credo che porterà un contributo significativo nell’attuazione di una vera giustizia». Cerimonia boicottata da numeri esponenti dell’opposizione e associazioni degli avvocati turchi, come riporta il sito SwissInfo.ch, ma resta ovviamente irrevocabile la decisione di Erdogan.
Vasco Errani sta parlando in questo momento a Palazzo Chigi nella prima conferenza stampa da commissario straordinario della ricostruzione per il terremoto in centro Italia: le ultime notizie che lo davano in ottica di “nomination” alla carica sono state confermate questa mattina con l’atto ufficiale del Cdm. «Non sarò un commissario calato dall’alto, non avrei mai accettato il ruolo se fosse stato per sistemare la dialettica politica tra maggioranza e minoranza del Pd». Chiaro e netto, non è una nomina politica quella che afferma Errani ma un ruolo delle istituzioni: «bisogna rispondere subito alle comunità colpite, non ci si può fermare: con la trasparenza e il pieno accordo con autorità territoriali, bisogna rilanciare subito il progetto di ricostruzione. Si costruisce dove le case sono crollate, questo è quanto». Le polemiche politiche per ora rimangono fuori, mentre il coordinamento passa tra i presidenti delle regioni, il governo e l’Anac di Cantone: il “cantiere Italia” è in funzione, come voleva Renzi.
Le ultime notizie che arrivano da Palazzo Chigi sono chiare e mettono fine alle polemiche riguardo al toto nomi per il nuovo ruolo in vista della ricostruzione post-terremoto in Centro Italia: è confermato Vasco Errani, è ora ufficialmente lui il commissario straordinario del governo nominato per coordinare e cooperare con le Amministrazioni Statali, i Presidenti delle Regioni interessate dal sisma e i sindaci dei paesi coinvolti dal devastante sisma dello scorso 24 agosto. Pochi minuti fa il Consiglio dei Ministri ha così approvato la proposta del Premier Renzi che aveva sollevato il caos tra le opposizioni per una nomina che era vista come “un tentativo di comporre la frattura interna al Pd”. Resta dunque la scelta iniziale, con Vasco Errani che era già stato il commissario per il governo dopo il sisma in Emilia del 20 e 29 maggio 2012. Ex presidente emiliano, ora Errani dovrà cooperare che con l’Anac per poter definire piani, risorse e programmi su tutti gli edifici da ricostruire (pubblici e privati) nei paesi colpiti dal terremoto in Centro Italia.
Incredibile ma vero, le ultime notizie che arrivano da Roma questa mattina sconvolgono non solo la politica capitolina ma anche quella nazionale, con il ruolo del sindaco Raggi che viene messo in discussione dopo le due dimissioni eccellenti avvenute nel Comune romano. Il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri e l’assessore al bilancio Marcello Minenna hanno rassegnato ieri notte le dimissioni. Per il capo gabinetto – nomina giunta dopo l’ipotesi dello stesso Minenna, promosso dalla Raggi, ma bocciato dal Movimento 5 Stelle, con la nomina della Raineri – il caso del suo stipendio da 193mila euro l’anno ha fatto da ponte per le polemiche da cui arrivano le dimissioni. Il motivo è proprio quei pareri discordanti sulla regolarità o meno della sua nomina: le opposizioni 72 giorni fa, con l’inizio della Giunta Raggi, avevano lamentato come il capo di gabinetto andava assegnato con un bando e non a chiamata diretta. Ecco quanto scrive la stessa Sindaco di Roma su Facebook: “Sulla base di due pareri contrastanti, ci siamo rivolti all’ANAC che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della dottoressa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista in quanto ‘la corretta fonte normativa a cui fare riferimento è l’articolo 90 TUEL’ e ‘l’applicazione, al caso di specie, dell’articolo 110 TUEL è da ritenersi impropria’». Ma le polemiche iniziano e non finiscono.
Il “Nucleo speciale anticorruzione” delle Fiamme gialle ha iniziato il suo lavoro alla ricerca di eventuali irregolarità nella costruzione di 21 edifici pubblici, crollati dopo il sisma in Centro Italia. Oggi i militari hanno iniziato ad acquisire gli atti relativi alle sovvenzioni pubbliche, alle autorizzazioni a costruire e ai collaudi, tutto sarà spulciato alla ricerca di anomalie, anomalie che avrebbero potuto portare a “costruzioni fallaci e non confacenti” ai progetti iniziali. E mentre le forze di polizia iniziano a mettere il naso tra le carte, i vigili del fuoco continuano a recuperare vittime, l’ultima questa mattina all’interno dell’Hotel Roma, il cadavere si trovava incastrato sotto una trave di cemento armato, ed è stato individuato solo grazie al lavoro delle “squadre Usar”, che si sono avvalse di telecamere speciali. Nella giornata di oggi si deve purtroppo registrare anche la morte dell’ennesimo ferito, si trattava di un ragazzo di 23 anni, Filippo Sanna, residente ad Amatrice e spirato nel nosocomio di Pescara.
Accolta con tutti gli onori Angela Merkel a Maranello, sede scelta dal nostro governo per ospitare l’importante vertice “intergovernativo” Italia-Germania. La “cancelliera” non ha mancato di visitare il museo della Ferrari, avendo come cicerone l’AD Marchionni, che neppure per l’occasione ha lasciato la sua tenuta casual. Terrorismo, flessibilità di bilancio, migranti e terremoto i temi sul tavolo, un tavolo nel quale non ha mancato di sedere per qualche minuto anche una rappresentanza della famiglia Agnelli. Simpatico il siparietto con il cane “Leo” della polizia che ha salutato su ordine del suo addestratore una delle donne più potenti del mondo.
Non conosce soste “l’esodo biblico” che interessa le coste italiane. Solo negli ultimi 4 giorni recuperate dalle navi delle forze dell’ordine oltre 13.000 migranti, numero che fa abbondantemente superare gli arrivi dello scorso anno. Sono infatti quasi 150.000 gli sfollati giunti sulle nostre coste dall’inizio dell’anno, a fronte di poco più di 100.000 giunti l’anno scorso, sfollati che partono da zone di guerra e che devono essere salvati, rifocillati e ospitati. Della questione è stata interessata la Merkel, che riconosce in parte gli errori della Germania rea, per sua stessa ammissione, ad aver “sottovalutato per troppo tempo il problema”. Intanto nel tratto di mare interessato il dispositivo di contrasto continua ad aumentare, il lavoro maggiore rimane però sulle spalle dell’Italia che a Lampedusa schiera ormai permanentemente un grosso numero di imbarcazioni della capitaneria e della Guardia di Finanza, pronte ad intervenire in ogni ora del giorno e della notte.
Non si sa ancora se è stato un errore, quello che si sa è che l’elusione dei controlli da parte di un passeggero non ancora identificato, ha portato alla chiusura e alla “parziale evacuazione” dello scalo internazionale di Francoforte. La persona che ha provocato tutto questo è attivamente ricercata, e a nulla sono servite le telecamere di sorveglianza. La paura era che l’elusione facesse parte di un “piano preordinato”, piano che poteva permettere allo sconosciuto di raggiungere una “zona sensibile” delle partenze. Scattato l’allarme la zona è stata evacuata completamente, al suo interno si sono posizionate le teste di cuoio tedesche, che hanno dato l’autorizzazione a ritornare alle normali operazioni dopo una approfondita perquisizione, nella quale sono stati utilizzati i cani anti esplosivo.