Assume contorni sempre più inquietanti il caso della ragazzina di 15 anni di Melito Porto Salvo in Calabria, abusata per due anni da quando ne aveva 13 da un gruppo di nove persone, tutte abitanti nella sua città, legati al mondo della malavita. I nove sono stati arrestati, ma il paese in gran parte sta dalla loro parte. La sconcertante situazione si è verificata quando l’altra sera la fiaccolata in solidarietà con la giovane ha visto partecipare un centinaio scarso di persone, mentre i commenti dei compaesani sono stati del tipo “se l’è cercata”, “è una prostituta”, “anche i ragazzi (autori degli stupri, ndr) vanno capiti”. Frasi raccolte in un servizio televisivo a cura del quotidiano La stampa e un altro della Rai. A questo punto il sindaco di Melito ha accusato i giornalisti di aver distorto i fatti e montato dichiarazioni che infangano la cittadinanza. Ma non solo. Secondo quanto si viene a sapere adesso, la madre della ragazzina sapeva quello che la figlia stava subendo ma non denunciò il fatto perché aveva paura “del giudizio della gente”. La madre aveva anche scoperto la brutta copia di un tema in cui la figlia denunciava cosa stava succedendo, ma l’aveva distrutto. Il padre invece si era rivolto a un locale boss criminale per avere giustizia. Un quadro talmente allucinante quello cin cui ha vissuto la giovane per due anni che si teme abbia lasciato in lei conseguenze incurabili.