Il primo sconto di pena ottenuto da Alberto Stasi, il giovane condannato a 16 anni di reclusione dopo essere stato giudicato colpevole dell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi in quello che viene ricordato dalle cronache come delitto di Garlasco, è destinato a far discutere. Come spiega Il Giorno, ogni sei mesi il detenuto che si renda protagonista di una buona condotta può richiedere e ottenere uno sconto di pena di 45 giorni. Così ha fatto Alberto Stasi, che ha compilato personalmente il modulo prestampato disponibile allo sportello giuridico della casa di reclusione alle porte di Milano, inoltrandolo al giudice di sorveglianza Guido Brambilla che ha accolto la sua richiesta. Secondo un calcolo effettuato da Il Secolo XIX, essendo questo tipo di richiesta considerata routinaria, è possibile che Stasi riesca a scontare 4 anni di reclusione in meno, uscendo di prigione dopo 12 anni anziché dopo 16 come stabilito dalla condanna.

Nuovo capitolo di polemiche sul caso di Alberto Stasi, il ragazzo condannato a 16 anni di carcere dopo la pena definitiva inflittagli per la colpevolezza nell’omicidio della fidanzata Chiara Poggi nel triste caso di Garlasco. La notizia arrivata ieri dal carcere di Milano dove lo stesso Stasi sta scontando la pena dallo scorso luglio ha fatto storcere il naso i tanti che hanno ritenuto colpevole l’ex fidanzato della povera Chiara: Alberto ha infatti chiesto e ottenuta la liberazione anticipata di 45 giorni direttamente dal Tribunale di Milano. Il fatto suscita molte polemiche a pochi mesi dalla condanna per l’omicidio volontario della ex fidanzata: a dir la verità a livello formale e di regolamento non vi è nulla di male o di errato nella procedura visto che è permessa dalla struttura stessa delle norme giuridiche. Ogni detenuto infatti ha diritti di richiesta dello sconto di pena per ogni semestre di pena scontata, qualora ovviamente si ravvisi l’assenza totale di rilievi disciplinari e che abbia sempre partecipato all’opera di rieducazione proposta dalla struttura carceraria. Il caso di Alberto Stasi è sempre celato di misteri e dubbi per una condanna con tanti punti oscuri che non hanno convinto appieno né la difesa né la famiglia del ragazzo, accusata per un crimine orrendo e che per anni si è discusso della veridicità o meno delle prove a suo carico. Il giudice ha deciso così e da allora Stasi sconta la pena in carcere e come riporta l’Ansa «L’istanza di sconto di un mese e mezzo da detrarre dai 16 anni è un atto routinario ed è stata presentata e concessa, nelle scorse settimane, dal giudice della sorveglianza milanese Guido Brambilla». Nulla di male e nulla di sbagliato: resta il gran polverone su una vicenda che purtroppo è tutt’altro che sepolta.