L’Isis ha dichiarato lo stato di emergenza nella città di Mosul, capitale del califfato in Iraq, nelle mani dei terroristi dal giugno del 2014. Nelle ultime settimane si sarebbero verificati una serie di omicidi, quasi tutti leader delle milizie islamiche, a opera di sconosciuti. Per questo sono state chiuse le principali strade della città che conducono ai quartieri residenziali dove vive la leadership dell’Isis. Secondo gli esperti questo è un altro segno della debolezza del califfato, dopo che l’esercito iracheno da una parte e quello curdo dall’altra da tempo hanno scatenato una offensiva convergente sulla città, con l’obbiettivo di liberarla per la fine dell’anno. Sempre secondo gli esperti, uomini della coalizione anti Isis si sarebbero infiltrati nella città e la serie di omicidi potrebbe essere opera loro.
L’attentato Isis a Palmira è stato sventato, il sito archeologico tra i più importanti al mondo resta per ora salvo ma il bilancio è drammatico: con i raid russi ieri lanciati sugli obiettivi del Califfato presso Palmira sono stati uccisi 250 miliziani dello Stato Islamico. Non solo, distrutti almeno 15 pick up usati per i rapidi spostamenti dei terroristi: al momento dunque è stato sventato un attacco verso il sito di Palmira, più volte saccheggiato e purtroppo anche danneggiato in questi mesi di militanza dello Stato Islamico in Siria. «I combattimenti contro lo Daesh intanto proseguono. Ieri, l’aviazione russa ha bombardato il settore nord di Palmira dove i combattenti dell’Isis si riuniscono per attaccare la città», ha dichiarato il generale Viktor Poznikhir citato dall’agenzia di stampa Interfax. Il mondo continua a muoversi, mentre a qualche chilometro più in là vicino ad Aleppo è in corso la tregua di due settimane per consentire l’intervento di aiuti umanitari alla popolazione dimezzata a stremata da Isis, regime di Assad e bombardamenti russi e americani. Una situazione assai complicata quella in Siria ma assai complessa anche in tutto il resto del mondo, vista la pericolosa conseguenza dell’indebolimento sul campo dello Stato Islamico: il pericolo attentati cresce, basti vedere quanto è stato sventato in Francia negli ultimi giorni, o i timori sempre più crescenti per il Papa in Vaticano. Dopo le parole di Bergoglio ieri che ha definito, “satanico chi dice di uccidere in nome di Dio. Nessuna religione può ammettere questo abominio, siamo tutti chiamati al martirio per difendere la sacralità di vita e fede” si sono intensificati i controlli anche su Roma, al centro dei progetti folli di jihad del Califfato. Il periodo è tutt’altro che sereno, nonostante per fortuna qui in Europa non sono avvenuti attentati nel mese di agosto e settembre. L’Isis è alle porte e l’attenzione deve essere massima, anche se ovviamente potrebbe non bastare.