La Chiesa cattolica celebra oggi il vescovo e dottore San Roberto Bellarmino che apparteneva alla Compagnia di Gesù Fu un teologo, scrittore e cardinale che seppe brillantemente disputare nelle controversie teologiche del suo tempo. San Roberto Bellarmino fu nominato cardinale e si dedicò al ministero pastorale nella Chiesa di Capua. A Roma si adoperò molto in difesa della Sede Apostolica e della dottrina della fede. La festa liturgica è attualmente il 17 settembre, giorno della sua morte, mentre in passato era il 13 maggio giorno della sua beatificazione. Dal 1923 il suo corpo riposa nella terza cappella di destra della chiesa di Sant’Ignazio di Loyola a Roma, chiesa del Collegio Romano che conserva le reliquie di altri santi gesuiti tra cui san Luigi Gonzaga. San Roberto Bellarmino è patrono della Pontificia Università Gregoriana, dove è comunque commemorato il 13 maggio, dei catechisti, degli avvocati canonisti, dell’arcidiocesi della città di Cincinnati negli Usa.
Il 17 settembre di ogni anno la santa chiesa cattolica ricorda e festeggia anche la figura di san Roberto Bellarmino, teologo e cardinale nato nel corso del XVI secolo ed appartenne all’ordine dei Gesuiti. Nato a Montepulciano nel giorno del 4 ottobre 1542, il suo nome di battesimo completo era di san Roberto Francesco Romolo Bellarmino. La sua era una famiglia dalle nobili origini composta da cinque figli. Ha avuto sin da piccolo una formazione molto religiosa anche perché sua madre era un fervida credente peraltro sorella di Papa Marcello II. Siccome già da piccolo san Roberto Bellarmino mostrava un certo amore nei confronti della chiesa cattolica, venne deciso di mandarlo a continuare gli studi presso i padri gesuiti. Un ordine che da pochissimi anni si era stabilito anche nei pressi della cittadina e che soprattutto vantavano una enorme stima da parte della madre tant’è che immediatamente decise di affidarli.
Un percorso formativo che segnò tantissimo san Roberto Bellarmino ed infatti non appena raggiunse l’età opportuna fece presente l’intenzione ed il desiderio di poter entrare all’interno della compagnia di gesuiti diventando a sua volta un gesuita. Tuttavia queste intenzioni non trovarono conferme in quelle di suo padre che invece decise di inviarlo a Padova allo scopo di prevedere per lui una carriera clericale di un certo livello convinto che potesse raggiungere una posizione di rilievo e soprattutto che potesse migliorare l’abbondanza economica della loro famiglia. Ci fu quindi una sorta di braccio di ferro con il padre che alla fine dovette cedere alle intenzioni di san Roberto Bellarmino che all’età di diciotto anni entrò presso il Collegio Romano.
Nonostante fosse il nipote del Papa, non fece mai pesare questa sua parentela dimostrando costantemente un atteggiamento di grande umiltà, rivolgendo la propria attenzione ed interesse alla preghiera ed alla lettura di testi sacri e non solo. Questo gli permise di sfruttare le sue doti letterarie che erano senza dubbio notevoli. L’amore nei confronti dello studio dei testi sacri gli fece maturare la decisione di iniziare un ulteriore percorso formativo presso la città di Padova in Teologia nel corso del quale ebbe modo di convogliare il proprio interesse nei confronti dell’opera di san Tommaso d’Aquino che lo ispirava tantissimo.
Nel 1570 venne ordinato sacerdote nella città di Gand nei Paesi Bassi dove si trovava da un paio di anni, diventando molto famoso per via delle sue eccezionali prediche che venivano seguite con attenzione non solo da fedeli ma anche da protestanti. Qualche mese più tardi il nuovo Papa richiese il suo contributo a Roma affidandogli una cattedra di professore che portò avanti fino all’anno 1587. Le sue opere letterarie ebbero un ruolo di particolare importanza nel periodo della Controriforma e la Chiesa di Roma dovette fare i conti con le turbolenze innescate dalla riforma protestante. Nel 1590 fece parte di una spedizione clericale e religiosa in Francia per cercare di dare sostegno alle turbolenze innescate dalla guerra civile.
In questo periodo in cui avvenne il concilio di Trento, San Roberto Bellarmino ebbe un grande ruolo nella revisioni di alcuni importanti testi come la Vulgata. Nel 1592 venne nominato rettore del Collegio mentre nel mese di marzo del 1599 venne nominato cardinale presbitero. Nonostante questa importante nomina san Roberto Bellarmino non cambiò il proprio modo di vivere rimanendo molto umile e dedicandosi tantissimo alle persone bisognose. Ebbe ruoli importanti nelle vicende relative a Giordano Bruno, tentando di salvargli la vita dalla condanna a morte, nel caso Galileo Galilei solo nel primo processo contro lo scienziato pisano. Nel corso di tutta la sua vita san Roberto Bellarmino si dedicò tantissimo allo studio, alla preghiera ed al costante aiuto nei confronti dei poveri facendo loro elemosina e quant’altro. Si spense a Roma il 17 settembre del 1621.
Il 17 settembre il calendario romano festeggia e commemora tante altre figure di spicco della Chiesa Roma come san Satiro, san Lamberto, san Rodingo, santa Colomba, san Reginaldo, santa Ildegarda di Bingen, il beato Cherubino Testa, san Pietro d’Arbues, sant’Emanuele Nguyen, san Francesco Maria de Camporosso e il beato Giovanni Ventura Solsona.