È un attentato Isis quello avvenuto ieri notte nel centro commerciale di Saint Cloud, in Minnesota, giusto qualche ora prima delle tre bombe piazzate nel centro di New York, in quartiere Chelsea. Mentre Andrew Cuomo, governatore dello stato di NY conferma che al momento non ci sono legami con terrorismo internazionali per l’esplosione avvenuta nel cassonetto di Manhattan, l’agenzia internazionale legata all’Isis Amaq, ha rivendicato l’attentato con cui un uomo ha accoltellato 8 persone dentro al Mall senza per fortuna creare nuovi morti. «Era un soldato dello Stato islamico, ha compiuto l’operazione per colpire i cittadini dei Paesi della Coalizione crociata», si legge sul network dell’Isis. L’uomo è rimasto ucciso dall’attacco di un poliziotto in borghese che è intervenuto all’interno del centro commerciale prima che il terrorista potesse compiere una vera e propria strage. 



Passano le ore e resta ancora un alone di mistero sull’esplosione che ha interessato il quartiere di Chelsea (Manhattan) a New York, quando nella Grande Mela erano le ore 20:30 di sabato, in Italia le ore 2:30 di questa domenica 18 settembre. Sebbene fin dai primi minuti successivi all’esplosione dell’ordigno rudimentale nascosto in un cassonetto della spazzatura il sindaco De Blasio fosse apparso molto cauto nel parlare di un attentato terroristico, erano in tanti ad attendersi una rivendicazione da parte dell’Isis o di un’organizzazione jihadista. Invece, nonostante siano trascorse più di 12 ore dall’esplosione in pieno centro, nessuno ha ancora rivendicato l’attacco. Il Site, il portale che monitora l’attività del Califfato, tace; lo stesso vale per Amaq, l’agenzia di stampa del sedicente Stato Islamico. Si tratta dunque di un attentato motivato da argomenti differenti da quelli che animano i militanti del Daesh?

Le ultime notizie provenienti da New York parlano di un clima di forte angoscia nella Grande Mela, ripiombata a 15 anni di distanza dall’11/9 nell’incubo terrorismo. All’ansia scaturita dall’esplosione nel quartiere di Chelsea, a Manhattan, bisogna aggiungere la preoccupazione per l’imminente Assemblea Generale dell’Onu, prevista per domani al Palazzo di Vetro, alla quale sono attesi 193 capi di Stato. In questo senso le misure di sicurezza saranno sicuramente stringenti così da limitare il rischio di nuovi attentati. Nel frattempo arrivano anche le prime testimonianze di chi si trovava nei pressi della zona dell’esplosione; una donna, a tal proposito, ha raccontato alla Cnn:”C’era tanto fumo e molto caos. Autobus che andavano contromano, locali che chiudevano frettolosamente, tutto ha chiuso subito”. New York nel panico, insomma: l’incubo terrorismo torna a farsi vivo negli Stati Uniti.

Le forze dell’Isis, secondo quanto riportano alcuni media stranieri, avrebbero abbattuto un jet Mig dell’esercito governativo siriano. Sarebbe successo nei pressi della città di Dayr az Zor nella zona orientale della Siria. In particolare l’agenzia al Jazeera sostiene che il pilota sia rimasto ucciso nell’abbattimento. Anche l’Osservatorio dell’agenzia per i diritti umani conferma che il jet da caccia è stato abbattuto e che il pilota è morto nell’esplosione. 

L’attentato in Usa nelle ultime ore purtroppo non è singolo: non ci sono ancora elementi chiari, ma il triplo ordigno nei cassonetti di New York – solo uno esploso, con 29 feriti – la bomba non esplosa nel cassonetto di New Jersey prima di una maratona e l’attacco di un uomo in un centro commerciale in Minnesota che ha ferito 8 persone gridando, pare dai primi testimoni, Allah Akbar. Feriti trasportati via in ospedale, due sono gravi ma al momento non ci sono vittime nella città di Saint Cloud: «L’individuo che riteniamo essere il responsabile del ferimento delle vittime è deceduto all’interno del centro commercial», dopo essere stato ucciso da un poliziotto in borghese, come rivela l’Ansa. Pare che l’attentatore di identità ancora sconosciuta abbia chiesto ad almeno una persona all’interno del malo se era musulmana prima di colpirla. 

Fabrizio Corona rischia di tornare in carcere. Si terrà infatti fra qualche giorno una udienza in cui si deciderà se approvare altri anni di detenzione o no per l’ex fotografo dei vip. Il problema è “la continuazione del reato” cioè l’accoramento di pene che gli ah permesso di godere di uno sconto. Corona ha scontato due anni e mezzo di carcere, quattro mesi in comunità e dall’ottobre 2015 è in affidamento ai servizi sociali: L”a cella, l’isolamento, le condizioni pietose e i volti degli altri detenuti ritornano nei miei incubi. Vi prego, non fatemi tornare dietro le sbarre” ha detto in una intervista che uscirà domani in edicola sul settimanale Gente. Aggiungendo: “Sono appeso a un filo. Ostento la mia solita sicurezza, una maschera che uso per proteggere me stesso e gli altri, ma in realtà ho molta paura”

Continuano ad arrivare aggiornamenti da New York, dove nella notte italiana si è verificata un’esplosione a Manatthan, con un ordigno esploso in un cassonetto che ha ferito 29 persone, di cui una in maniera grave. Giunto nel quartiere di Chelsea, quello interessato dall’attentato, il sindaco della Grande Mela, Bill De Blasio, ha chiarito che si tratta certamente di un “atto intenzionale”, ma che “al momento non c’è una minaccia concreta e specifica di una qualsiasi organizzazione terroristica contro la città di New York”. Intanto, sono disponibili ulteriori dettagli sul secondo ordigno artigianale ritrovato nella zona e rimasto fortunatamente inesploso. Secondo la Cnn si tratterebbe di una pentola a pressione alla quale sembra essere attaccato un cellulare con del nastro adesivo. Accanto alla pentola a pressione, come riferito da alcuni funzionari di polizia, sarebbe stato ritrovato un biglietto, ma sia l’ordigno che il foglio di carta sono stati rimossi. Ricordiamo che proprio delle pentole a pressione furono utilizzate per gli attacchi durante la maratona di Boston che nel 2013 provocò un bilancio di 3 morti e più di 260 feriti.

Una mattina da incubo negli Stati Uniti, con la bomba nel cassonetto nel centro di Manhattan a New York che sta tenendo sotto scacco l’intera città, con altri due ordigni ritrovati e per fortuna non esplosi. Il pericolo terrorismo è altissimo, soprattutto perché ora si viene a sapere di un altro cassonetto con bomba rudimentale trovata al suo interno a pochi chilometri da New York, nella località balneare di Seaside Park nel New Jersey. Nella notte italiana di ieri, quando era pieno giorno in America, la bomba inesplosa è stata trovata poco prima della partenza di una maratona per marines che dove cominciare a breve: il numero di manifestanti all’evento sportivo di beneficenza era di circa 5mila e se fosse esploso durante il tragitto quell’ordigno avrebbe compiuto molto probabilmente una strage, molto simile a quella compiuta a Boston. Secondo l’Ansa si trattava di una pipe bomb, un tubo riempito di materiale esplosivo: maratona cancellata, forze dell’ordine sul luogo e sicurezza anti-terrorismo attivata. Poche ore dopo la bomba di New York e allora Fbi e polizia iniziano a ritenere in connessione il doppio attentato americano.

Mattina di terrore nel mondo con le ultime notizie che si concentrano sugli Stati Uniti d’America e sulla Svezia, protagonisti loro malgrado di possibili attentati: una bomba è esplosa nel centro di New York a Manhattan con un ordigno rudimentale esploso dentro ad un cassonetto della spazzatura. Indagini in corso per verificare l’entità dell’attacco – per ora 29 feriti – e soprattutto la matrice dell’attacco. Trovati anche due ordini inesplosi sempre nel quartiere Chelsea di New York. Nel frattempo la Svezia protagonista con un uomo che questa mattina ha accoltellato nel centro di Stoccolma, nel parco di Bjorn, un altro uomo alla gola ferendolo gravemente. I passanti lo hanno aiutato e portato in ospedale: si cerca l’attentatore, con giacca scura riporta l’Ansa, ma senza ancora un’ipotesi reale sulla possibile origine di terrorismo islamista o di un semplice, anche se grave, fatto di cronaca. 

In Belgio, per la prima volta al mondo, l’eutanasi o “morte dolce” è stata per la prima volta donata, o imposta a secondo di come la si vede, su una persona minorenne. Ne dà notizia l’importante quotidiano fiammingo Het Nieuwsblad, che sottolinea come il procedimento per l’eutanasia abbia seguito tutte le regole emanate dal paese nel 2014. Il caso, com’era prevedibile, ha diviso l’opinione pubblica mondiale, con la CEI, conferenza episcopale italiana, che parla di assassinio di stato, e le associazioni a favore dell’eutanasia che esultano. A quanto si apprende il minore a cui è stata applicata la morte volontaria, era affetto da una malattia incurabile, la scelta in questo caso spetta ai genitori che devono però avere l’autorizzazione dal Dipartimento di controllo federale e valutazione dell’eutanasia, non prima di aver a suo modo ottenuto una forma di consenso da parte del malato. 

Carlo Azeglio Ciampi: un uomo che forse nella sua morte ha unito (quasi) tutti i partiti politici, unanimi nell’esprimere la sua statura morale, e le sue capacità durante una difficilissima fase della Repubblica italiana. È dai minuti successivi alla sua dipartita, che i messaggi di cordoglio e il ricordo del presidente emerito Ciampi si susseguono, da Mattarella a Berlusconi, da Renzi a Napolitano, fino ad arrivare a Papa Francesco, tutti pronti ad abbracciare idealmente l’amata moglie Franca, che non lo aveva lasciato da solo neppure durante la malattia che lo aveva colpito negli ultimi mesi. Ieri la camera ardente è stata allestita in Senato, un conclave che Ciampi continuava a frequentare in qualità di senatore a vita. Lunedì si svolgeranno i funerali: per volere della famiglia saranno in forma strettamente privata, Mattarellla nonostante questo ha comunque proclamato un giorno di lutto nazionale.

Un operaio è morto a causa di un tragico incidente sul lavoro all’Ilva di Taranto. L’operaio, un venticinquenne originario di Roccaforzata un piccolo centro del tarantino, lavorava per una ditta esterna, e stava operando una manutenzione programmata ad un nastro trasportatore all’interno dell’acciaieria, quando per cause ancora da accertare il nastro è partito uccidendolo. Immediatamente è stato indetto uno sciopero dal sindacato, sciopero che interesserà anche le maestranze interne dell’azienda. Parole di cordoglio sono state espresse dal presidente della Repubblica, Mattarella, il quale ha dichiarato che ogni morte bianca rappresenta una “ferita per l’Italia intera”.

Una denuncia chiara, forte e soprattutto veritiera, quella sui migranti da parte di Papa Francesco, che nella Sala del Concistoro ha ricevuto in udienza gli ex alunni dei gesuiti definendo il Mediterraneo come un “cimitero”. Il mare che divide l’Africa dall’Italia si nutre quotidianamente delle vite di centinaia di migranti. Per il Pontefice si può e si deve fare di più per mettere fine a questa tragedia, iniziando dal fornire ospitalità a chi fuggendo dalla guerra non ha altra strada da percorrere, che non quella che sulle carrette dei mari gli fa rischiare la vita. Tutti per il Santo Padre hanno il diritto di vivere una vita serena, serenità che sono chiamati a dare anche quei popoli europei che sono ottenebrati dalla piaga del razzismo, e ai quali governanti il Papa si rivolge per mettere in pratica una politica di “misericordiosa accoglienza”.