C Non si placano le polemiche su Charlie Hebdo dopo che in seguito alla prima vignetta pubblicata oggi in cui si scorgono due persone colpite dal sisma in centro Italia e una lasagna di persone morte sotto le macerie, ne arriva un’altra come forma di premiazione per non essere stati intercettati correttamente, riporta così una fonte citata da Huffington Post. «Interpretazione errata della vignetta che non voleva prendere di mira le vittime ma gli abusi edilizi che hanno portato alla tragedia». E allora arriva un’altra vignetta pubblicata da Charlie Hebdo sul suo sito, dove campeggia una persona insanguinata sotto le macerie e la scritta: «Italiani, non è Charlie Hebdo che costruisce le vostre case, è la mafia!». Inutile dire che ora le critiche raddoppiano anche se almeno viene data una interpretazione alla provocazione fortissima lanciata dal settimanale satirico che mesi fa tutti citavano sui social con “Je Suis Charlie” come segno di vicinanza dopo l’attentato alla redazione da parte dell’Isis. Dopo quanto successo oggi diciamo che quel messaggio è assai ridotto, diremmo giustamente: ma allora siamo così sicuri che erano da squalificare quanti all’epoca non erano convinti ad esprimere vera libertà quelle vignette lanciate contro tutto e tutti?

Non è piaciuto, comprensibilmente, agli italiani il nuovo colpo messo a segno dal satirico Charlie Hebdo che, nell’ultima pagina del recente numero ha riservato una vignetta ai fatti di cronaca che hanno colpito l’Italia in seguito al terribile terremoto che ha messo in ginocchio le Regioni centrali. Il “terremoto all’italiana”, come titola la stessa vignetta, ha lasciato ampi strascichi soprattutto sui social dove si sono consumate le reazioni dei più. Tra i tanti, anche quella del direttore di TgLa7, Enrico Mentana, che proprio tramite la sua pagina Facebook ha commentato: “Scusate, ma Charlie Hebdo è questo! Quando dicevate “Je suis Charlie” solidarizzavate con chi ha sempre fatto simili vignette, dissacrando tutto e tutti. Le vignette su Maometto anzi facevano alla gran parte degli islamici lo stesso effetto che ha suscitato in tutti noi questa sul terremoto. Fu Wolinski, una delle vittime dell’attacco terrorista del gennaio 2015, a far capire ai colleghi italiani quarant’anni fa che la satira poteva essere brutta sporca e cattiva. Vogliamo rompere le relazioni con la Francia dopo aver marciato in loro difesa? Basta più laicamente dire che una vignetta ci fa schifo”, ha chiosato. Clicca qui per leggere lo stato e le relative reazioni.

È ovviamente un tourbillon di reazioni contro la vignetta di Charlie Hebdo in ultima pagina del suo ultimo numero: il “terremoto all’italiana” non è piaciuto per niente, con la vignetta della lasagna e dei morti sotto le macerie. Uno spettacolo indecente che in tanti stanno condannando, in primis dalla Francia: l’ambasciata transalpina ha rilasciato da poco una nota molto dura in cui ribadisce la vicinanza alle vittime e nello stesso tempo prende distanze dalla vignetta. «”Il terremoto che ha colpito l’Italia centrale il 24 agosto è un’immensa tragedia. Siamo al fianco dell’Italia in questa prova. La Francia ha espresso il suo sincero cordoglio alle autorità e al popolo italiano e ha offerto il suo aiuto. A tal fine la nostra Ambasciata è a disposizione delle autorità italiane». Su Charlie Hebdo invece netto il commento dell’ambasciata: «Per quanto riguarda la satira giornalistica, le opinioni espresse dai giornalisti sono libere. Il disegno di Charlie Hebdo non rappresenta la posizione della Francia».

Charlie Hebdo ha “colpito” ancora: la nuova vignetta di questo numero di agosto rappresenta tra le tante satire e ironie sul mondo anche il tema del terremoto italiano come potere leggere qui sotto nel dettaglio. Non sta piacendo a nessuno o quasi quanto hanno disegnato i nuovi vignettisti del settimanale satirico, dopo la strage di Parigi che ha visto decapitata metà redazione dall’attentato dell’Isis. Dopo le parole del sindaco di Amatrice che si è sollevato veementemente contro le vignette che ritraggono i morti del sisma sotto le macerie come se fossero delle lasagne, anche la politica prende posizione contro il settimanale. «Non fa ridere, non è sagace, non c’è neppure del “sarcasmo nero”. È solo brutta. Si vede che l’ha fatta un cretino. Mi spiace non siano riusciti più a trovare vignettisti capaci», scrive su Facebook Giorgia Meloni, leader Fratelli d’Italia. Ma è una politica per una volta unita quella che si scaglia contro la vignetta di Charlie Hebdo, dal Lega («E’ ignobile e offensiva per i nostri morti del terremoto. Questa non è satira ma spazzatura», scrive Barbara Saltamartini) al Pd, con Michele Anzaldi che all’Ansa rivela, «La vignetta è vergognosa e indegna. Come il mondo intero non ha aspettato un attimo ad esprimere vicinanza, in maniera forte e concreta, dopo la drammatica strage nella redazione del giornale satirico francese, così oggi ci aspettiamo che la Francia, a partire dalle sue istituzioni, prenda le distanze da una vignetta che rinnova il dolore nelle tante famiglie italiane che hanno subito il grave lutto del terremoto. Servono le scuse».

La vignetta su Charlie Hebdo sta purtroppo facendo il giro del mondo: una lasagna con i morti sotto le macerie di Amatrice, con “sisma all’italiana” che campeggia come titolo in pagina. È bufera sul nuovo numero del settimanale francese che riporta grosse ironia e satira sul terremoto in Centro Italia: arriva piccata la replica del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, che raggiunto dai cronisti presenti nei luoghi del disastro naturale nel Lazio, si esprime così. «Ma come c…. si fa a fare una vignetta sui morti? Sono sicuro che questa satira sgradevole e imbarazzante non risponde al vero sentimento dei francesi», si augura il sindaco colpito dal sisma. Il mondo della politica gli fa eco e si dicono tutti indignati per quanto ha scritto e disegnato Cahrlie Hebdo, anche se ricordate bene – qui sotto ne facciamo qualche esempio – di casi illustri passati dove l’ironia pungente del settimanale satirico era andato decisamente sopra le righe. “Ben venga l’ironia, ma sulle disgrazie e sui morti non si fa satira”.

E ora dopo l’ultima copertina di Charlie Hebdo, siamo ancora tutti “Je Suis Charlie”? L’ultimo numero del giornale satirico francese, celebre soprattutto per aver subito un terribile attentato Isis un anno e mezzo fa a Parigi con lo sterminio di metà della redazione, fa ancora parlare di sé e per vendere probabilmente più copie pone un titolo assai provocatorio, per non dire orribile. “Terremoto all’italiana: penne al sugo di pomodoro, penne gratinate e lasagne”, peccato che nella vignetta si mostrino persone sporche di sangue atterrite e persone sepolte a “forma” di lasagne. La battuta fulminante che segue la vignetta recita: “ancora non si sa se il sisma abbia gridato ‘Allah Akbar‘ prima di tremare”, con lo sdegno che in queste ore si sta diffondendo velocissimo via web, social in tutta Europa. Dopo le ironie sul proprio giornale in seguito alla strage di Parigi, dopo la satira sul bimbo siriano morto sulla spiaggia dopo la traversata in mare e dopo le frequenti vignette dissacranti su ogni tipo di religione, ora arriva anche il “sisma all’italiana”. Ora però in quanti grideranno “Je Suis Charlie” come quasi tutti hanno fatto dopo la bruttissima tragedia dell’attentato alla redazione di Charlie Hebdo? Probabilmente pochi, e già in queste ore le razioni dal mondo politico italiano si fanno sentire: ma allora quando è libertà di espressione? L’impressione è che ci siano sempre due misure e due pesi, con il cinismo di fondo che quello sì, non cambia mai.