Massimo Bossetti si sarebbe ripreso, dopo due mesi dalla condanna all’ergastolo giunta al termine del processo di primo grado. Il presunto assassino di Yara Gambirasio, dopo un iniziale e comprensibile momento di abbattimento, dunque, avrebbe dimostrato di voler continuare a combattere. E’ quanto emerso da una recente intervista all’avvocato Claudio Salvagni, uno dei legali che compongono la difesa dell’ex muratore di Mapello e che a Bergamonews.it si è detto pronto a dare battaglia nel processo di secondo grado. “Come avevamo annunciato, ricorreremo in Appello”, ha commentato l’avvocato Salvagni che proprio un paio di settimane fa avrebbe fatto visita in carcere a Bergamo al suo assistito. Questi sono mesi di attesa, in vista del deposito delle motivazioni della sentenza del giudice e che, secondo i termini di legge, dovrebbe avvenire entro 90 giorni dalla lettura della sentenza di condanna, avvenuta il primo luglio scorso.



Si va verso l’appello del processo a Massimo Bossetti, il muratore di Mapello condannato in primo grado all’ergastolo per l’omicidio della 13enne Yara Gambirasio. Uno dei suoi legali, che è andato a fargli visita in carcere, annuncia che presto sarà presentato ricorso in appello e che Massimo Bossetti è “determinato e deciso a voler dimostrare la propria innocenza”. Come riporta il Giorno l’avvocato Salvagni spiega che “la batosta della condanna all’ergastolo è stata pesante, dura da accettare. Ma dopo alcune settimane con il morale a pezzi, Bossetti ora è tornato quello di prima: sereno e tranquillo, perché consapevole di essere innocente e di non avere nulla a che fare con un delitto così atroce e grave. Ogni settimana riceve la visita della moglie, Marita Comi, che spesso è in compagnia dei figli e che non ha mai creduto alle accuse mosse dal pm Letizia Ruggeri. E questo lo aiuta ad andare avanti. Come avevamo annunciato io e il mio collega Camporini, ricorreremo in Appello. Stiamo solo aspettando le motivazioni della sentenza della presidente della Corte d’Assise di Bergamo, Antonella Bertoja, e poi entremo in azione. Sperando che non accada come per il caso di Sarah Scazzi, ad Avetrana, per il quale le motivazioni sono arrivate 13 mesi dopo la sentenza”.



Sono trascorsi due mesi dalla fine del processo di primo grado a carico di Massimo Bossetti, presunto assassino di Yara Gambirasio e condannato alla pena dell’ergastolo per l’omicidio della ragazzina di Brembate. Nonostante questo, l’ex muratore di Mapello non ha smesso di lottare al fine di dimostrare la sua totale innocenza e si è detto pronto a provarla in vista del processo d’Appello. A riportare le ultime novità su un caso che ha tenuto l’Italia con il fiato sospeso, dividendola tra colpevolisti e innocentisti è il quotidiano Bergamonews.it che ha ripreso le dichiarazioni della difesa di Massimo Bossetti, formata dagli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini. Proprio Salvagni, un paio di settimane fa ha avuto modo di incontrare il suo assistito nel carcere di Bergamo, intravedendo in lui “il Massimo che conoscevo, determinato e agguerrito nel voler dimostrare la propria estraneità al delitto di Yara”. Dopo il duro colpo in seguito alla condanna all’ergastolo, Bossetti sarebbe ritornato ad essere “sereno e tranquillo perché consapevole di essere innocente”. Ad aiutarlo nella sua ripresa è come sempre la moglie Marita Comi che, spesso accompagnata dai figli, non smette di fargli visita ogni settimana. Intanto, l’avvocato Salvagni ha ribadito l’intenzione di ricorrere in Appello. La prossima mossa arriverà in seguito al deposito delle motivazioni della sentenza che dovrebbe arrivare entro i prossimi trenta giorni. La seconda fase del procedimento avrà una durata ed un numero di udienze certamente inferiori rispetto a quanto avvenuto nel processo di primo grado. La speranza dell’avvocato Salvagni è che anche nel caso di Massimo Bossetti possa non ripetersi quanto visto in questi giorni in merito al caso di Sarah Scazzi, con un ritardo di 13 mesi nel deposito delle motivazioni della sentenza di condanna a carico di Sabrina Misseri.

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