Stasera va in onda su Rai 2, a partire dalle ore 21.15, il film Rush diretto da Ron Howard. In questo viene raccontata la storia di Niki Lauda (interpretato da Daniel Brühl) e James Hunt (Chris Hemsworth). Il pilota nato a Vienna nel 1949 ebbe anche una piccola avventura nel cinema che ricorda spesso con piacere. Fu infatti nel cast del film tedesco ”Fuoco, neve e dinamite” (“Feuer, Eis & Dynamit”) interpretando la parte di sé stesso. La pellicola è una commedia del 1990 scritta, prodotta e diretta da Willy Bogner. Racconta la storia di George un finanziere milionario che cade in disgrazia e per evitare di perdere il suo patrimonio visti i debiti decide allora di fingersi morto. Lascia così un testamento nel quale ci sono ben 135 milioni di dollari che andranno a chi riuscirà a superare delle gare di sport estremi. Tra questi quando si andrà su strada ci sarà anche Niki Lauda. In quegli anni infatti era uno dei volti noti dello sport Mondiale. Aveva lasciato da poco la Formula 1 dalla quale si ritirò nel 1985 con una decima posizione dovuta anche ai troppi ritiri. Una stagione negativa imprevista tanto che l’anno prima vinse il Mondiale sempre con la McLaren.

Per molti anni è stato il volto della Formula 1: Niki Lauda, al secolo Andrea Nikolaus Lauda, ha alle sue spalle tre titoli mondiali conquistati con la Ferrari e la McLaren, fra il 1975 ed il 1984. Impressionante la carriera del pilota, oggi dirigente sportivo in Austria, così come la sua capacità di individuare dettagli di motore e pista, ma soprattutto dei difetti del mezzo che usava di volta in volta. Un’abilità che gli valse subito la nomea di “il computer”. Niki Lauda viene ricordato anche per l’incidente importante che subì nel 1976, in occasione del Gran Premio di Germania, e che gli lasciò il volto sfigurato, oltre che a forti danni nel fisico. Non c’è tuttavia menzione di Lauda che tenga senza nominare allo stesso tempo James Hunt, suo forte rivale sin dalla Formula 3 e continuata per molti anni, anche in seguito all’incidente. Questa forte competizione, tutta sportiva, verrà raccontata in Ruch, il film di Ron Howard e con Daniel Bruel, Chris Hemsworth, Pierfrancesco Favino, Christian McKay ed Olivia Wilde, in onda questa sera nella prima serata di Rai 2. In realtà fu proprio l’incidente subito da Niki Lauda a dare la possibilità ad Hunt di recuperare una grossa fetta dello svantaggio registrato durante il campionato, arrivando anche a diventare il più importante rivale di casa Ferrari. La loro competizione durò fino al Gran Premio del Giappone 1976, dove Niki Lauda a causa della pericolosità della pista, preferì ritirarsi ed accettò di subire le polemiche che immancabillmente sorsero sia da parte dei media che dalla stessa Ferrari. 

La carriera di Niki Lauda non finì però nel 1976 con il circuito del Fuji. Il pilota continuò ancora a correre con la Ferrari anche l’anno successivo, ma in quest’occasione fu un guasto meccanico a bloccarlo sulla pista. Un segnale che preoccupò molto all’epoca per il sospetto che Lauda non potesse più tornare all’oro di un tempo e che fu subito smentito quello stesso anno nel Gran Premio del Sud Africa. Il rapporto con la Ferrari era tuttavia ormai compromesso ed infatti nel 1978 il pilota passa all’Alfa Romeo e salta su una Brabham, una decisione che non venne supportata da vittorie significative. Sono mesi incerti in cui si mormora che Niki Lauda sia ormai finito e dopo diverse vittorie nei Gran Premi di Italia, Canada e ProCar, il pilota esce dalle scene per dedicarsi alla sua compagnia aerea. Un periodo breve che durò comunque appena due anni: il richiamo del rombo dei motori, la velocità su pista, erano troppo forti perché non rispondesse. Anche questa volta Lauda cambia mezzo e passa alla McLaren, dimostrando con solo tre gare di poter arrivare ancora a quei primati che lo avevano contraddistinto fino a quel momento. Intanto, inizia ad emergere sempre di più Nelson Piquet, il futuro campione, con cui proprio Lauda si ritrova nuovamente a scontrarsi nel 1984, durante il Gran Premio del Belgio. E’ questo l’anno in cui le McLaren assumono maggior forza, ma Niki Lauda non si arrende e colleziona altre vittorie, seppur in numero minore rispetto a quanto fosse abituato in precedenza. Si ritirerà definitivamente dalle scene automobilistiche nel 1985, dopo il successo ottenuto al Gran Premio d’Olanda.