Ancora un caso di indicibile violenza, quello perpetrato ai danni di un ragazzina, vittima di stupro a Reggio Calabria e che ha portato all’arresto di nove persone. Un vero e proprio branco, dunque, che per due anni e da quando la ragazzina ne aveva appena 13, hanno abusato di lei minacciandola nel caso si fosse rifiutata. Quotidiano.net ha riportato i nomi degli arrestati, tutti di età compresa tra i 21 ed i 30. In modo particolare, l’unico trentenne del branco sarebbe Giovanni Iamonte, figlio di Remingo ritenuto capo dell’omonima cosca di ‘ndrangheta operante a Melito e attualmente detenuto. Questo rende chiaro il clima nel quale la ragazzina ha dovuto vivere per due anni, fino alla fine del suo incubo. Si apprende inoltre che il gruppo finito in arresto si è reso protagonista di una vera e propria spedizione punitiva nei confronti di un giovane con il quale l’allora 13enne aveva allacciato una relazione. In questo modo il branco lo avrebbe allontanato e si sarebbe “riappropriato” della ragazzina, vittima di numerosi episodi di stupro.
Una ragazzina, per due lunghi anni, è stata vittima di stupro a Reggio Calabria. E’ questa la sconvolgente realtà emersa nelle ultime ore e che ha portato all’arresto di nove persone da parte dei Carabinieri di Melito Porto Salvo. La giovane vittima oltre ad essere sottoposta reiteratamente a violenze sessuali veniva minacciata, se solo si fosse rifiutata, di diffondere le sue foto intime. E’ quanto reso noto da Quotidiano.net che ha riportato la ricostruzione dei due anni di abusi ai quali è stata sottoposta la ragazzina, all’epoca dei fatti appena 13enne. Gli episodi di stupro sono iniziati nel 2013, quando la ragazzina iniziò una frequentazione con uno dei ragazzi del “branco”. Forte della fragilità e della giovane età della 13enne, il ragazzo riuscì a farle assecondare ogni sua richiesta fino a costringerla ad avere rapporti anche con i suoi amici. Dalle indagini è emerso un quadro sconcertante: tra la fine del 2013 ed i primi del 2015, la ragazza fu sottoposta a vari episodi di stupro, anche in gruppo. Nel medesimo periodo fu più volte minacciata non solo di diffondere le sue foto intime ma anche di raccontare tutto ai genitori. Gli arrestati sono quasi tutti maggiorenni, di età compresa tra i 21 ed i 30 anni, mentre un diciottenne (all’epoca dei fatti era ancora minorenne) è stato portato in comunità. Tutti dovranno rispondere dei gravi reati di violenza sessuale di gruppo aggravata, atti sessuali con minorenne, detenzione di materiale pedopornografico, violenza privata, atti persecutori, lesioni personali aggravate e di favoreggiamento personale. Un altro giovane, invece, accusato di favoreggiamento personale, dovrà presentarsi giornalmente alla Pg.