Il secondo caso di suicidio in carcere registrato in Toscana negli ultimi due giorni ha riaperto una questione delicata che ha portato anche all’intervento di Pierangelo Campolattano segretario provinciale Cisl – FNS. Le sue parole, riprese dal sito ilgiunco.net dopo il suicidio del 28enne nel penitenziario di Lucca avvenuto nella giornata di ieri sono state le seguenti: “Quando accadono fatti come quello di cui si occupano le cronache in questi giorni, con un detenuto del carcere di Grosseto che si toglie la vita in cella, l’evento toglie serenità a tutto il personale che nel carcere lavora perché la maggioranza dei colleghi la ritengono una sconfitta, rispetto alla mission istituzionale”. In merito al caso di Lucca Campolattano ha voluto denunciare la scarsa presenza di personale nel tempo sottolineata da FNS e CISL: “Nel fatto specifico non era possibile fare più di quanto è stato fatto; un solo agente di servizio per vigilare sulle celle disposte su 2 piani diversi del carcere rende impossibile essere costantemente in un punto preciso della struttura”, ha spiegato.
Un nuovo caso di suicidio in carcere si è registrato nella serata di ieri nel penitenziario di San Giorgio, a Lucca. A darne notizia è l’agenzia di stampa Ansa.it. Il detenuto che si è tolto la vita in cella, impiccandosi, è un ragazzo di 28 anni, tunisino. L’allarme sarebbe stato lanciato immediatamente dagli agenti penitenziari che sono subito intervenuti allertando il 118. Al loro arrivo, tuttavia, i sanitari hanno potuto solo constatarne il decesso. Quello avvenuto ieri sera è stato il secondo suicidio in carcere registrato in Toscana negli ultimi due giorni. Precedentemente un drammatico caso molto simile era avvenuto nel penitenziario di Grosseto, come reso noto dal sindacato di polizia Sappe che ha specificato anche quanto accaduto al 28enne suicida nel carcere di Lucca. La vittima tunisina, era stata arrestata lo scorso agosto per il reato di tentata rapina. Il 28enne, ristretto nella prima Sezione detentiva del carcere lucchese San Giorgio, si è tolto la vita impiccandosi alle sbarre della propria cella con delle lenzuola. Nella mattinata di ieri, prima del gesto estremo, il tunisino era stato condannato dal Tribunale di Lucca per rapina a due anni di carcere. “E’ stato fatto di tutto per salvarlo, purtroppo senza riuscirvi”, ha spiegato il Sappe in una nota ufficiale. Quanto avvenuto ieri evidenzia la criticità nelle carceri italiane, come evidenziato dallo stesso segretario generale del sindacato di Polizia, Donato Capece nell’evidenziare i numerosi tentativi di suicidio avvenuti negli ultimi 20 anni. “La morte per suicidio di un detenuto in carcere è sempre una sconfitta per lo Stato. Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, ha commentato.