Tiziana Cantone, il caso della ragazza suicida di Napoli, ha di fatto richiamato nel corso del processo prima dell’insano gesto di settimana scorsa il suo diritto all’oblio. Una pratica discussa in tutto il mondo e che affonda le origini in un caso “limite” che è avvenuto anni fa presso un imprenditore spagnolo: come riporta giustamente Termometro Politico, il problema del diritto all’oblio – ovvero di ottenere la totale cancellazione di elementi sul web che riguardano proprie immagini o video che si voglio rimuovere – affonda nel caso di Costeja Gonzalez. Due anni fa chiese a Google di togliere e deindicizzare i post e gli articoli relativi ad una vicenda legale che lo riguardava presso gli anni 2000. La vicenda si risolse ma lui verificò che tramite Google si poteva lo stesso arrivare a quegli articoli, passando da un giornale. Gonzalez vinse la battaglia con Google grazie ala sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, a cui Big G si era rivolta. Il motore di ricerca è costretto ad eliminare dati inadeguati e irrilevanti su richiesta, ma non è obbligata a farlo con le fonti o anche solo modificarle. Il diritto all’oblio richiede anni di processi e richieste ma ala fine la privacy, in sostanza, non è possibile proteggerla al 100%. E così anche per Tiziana Cantone che probabilmente comprese questo prima di decidere di uccidersi…
Tiziana Cantone, il caso della ragazza suicida a Napoli dopo mesi di umiliazioni su web e social per i suoi video hard, torna ancora a far parlare di sé dopo le ultime novità che provengono dalle indagini in corso su due fronti, sia istigazione al suicido che la diffusione illegale del video da 4 amici di Tiziana ora indagati. Come riporta oggi il Mattino, la Procura di Napoli ha ricevuto la notifica della difesa di uno dei 5 indagati per diffamazione contro Tiziana che ha richiesto di rendere visibili alla società WhatsApp tutte le chat che Tiziana si è scambiata con i 4 indagati. Istanza ufficiale di richiesta è stata inoltrata al colosso della messaggistica mondiale, con il legale della difesa di uno degli indagati che ha rivelato allo stesso Mattino «Sappiamo che è difficile ottenere quei messaggi da WhatsApp- spiega il legale Marco Martello – ma puntiamo ugualmente ad avere una risposta ufficiale. Preme dimostrare che Tiziana ha inoltrato al mio assistito solo delle fotografie e non video, quindi la persona che rappresento non può aver materialmente eseguito l’upload che ha reso pubblico il filmato finito in rete».
Non solo Belen si è espressa sul caso di Tiziana Cantone, la ragazza suicida campana dopo mesi di umiliazione per i suoi video hard diffusi contro la sua volontà: nella presentazione di Striscia la Notizia anche Michelle Hunziker, la seconda conduttrice del fortunato programma di Canal 5, interviene in maniera veemente sulla vicenda. La bella ex moglie di Eros Ramazzotti, madre di tre figlie, ha costituito anche una associazione per la difesa delle donne che hanno subito violenze, assieme all’amica e avvocato Giulia Bongiorno. «Mi occupo di queste cose atroci con la mia associazione. E lo dico spesso ad Aurora che vive un’età particolare: una volta un amico l’ha fotografata nuda mentre si cambiava e ha messo la foto su Snapchat. Bisogna fare prevenzione: non sottovalutate questa cosa». Il consiglio della bellissima Michelle è poi rivolto proprio per evitare tragiche fini come quelle della povera Tiziana Cantone, «Da giovani tutti abbiamo fatto marachelle e magari lo sanno i quattro gatti del paesino. Ora con i social è tutto amplificato: ‘Non lasciate tracce di nessun tipo, è veramente pericoloso’. Posso dire solo questo. Chi non è forte, arriva ad uccidersi».
Le azioni di sciacallaggio da parte degli haters di Tiziana Cantone continuano a farsi sentire nonostante la sua morte. Il sito Napoli.fanpage.it ha infatti riportato che subito dopo la morte della giovane di Castelnuovo, impiccatasi nella cantina della casa in cui si era appena trasferita, sono spuntate diverse pagine, profili e gruppi sui diversi social, proprio gli stessi contro cui Tiziana Cantone si era battuta. A mettere di nuovo sulla gogna la ragazza è adesso un sito, creato con il suo nome e cognome. Il buontempone di turno è subito riuscito ad ottenere il dominio www.tizianacantone.com, riuscendo anche a nascondere la propria identità. L’unica funzione prevista per ora dal sito è il rendering ad un altro forum, su cui capeggia la scritta “suicide porn”. Speculatori o persone che vogliono rendere giustizia, anche se tramite internet, a Tiziana Cantone? Ancora non si sa, ma alla luce di quanto citato poco fa e considerando che tutte queste creazioni a nome di Tiziana Cantone sono state fatte per screditare la sua memoria, non è difficile immaginare che anche questa volta si tratterà di qualcosa di analogo. Nel frattempo, il Corriere della Sera ed altre testate nazionali continuano ad occuparsi della tragica vicenda, riportando lo stato di salute mentale e fisica, fortemente compromessa, che la ragazza aveva durante l’ultima denuncia, avvenuta nel maggio dell’anno scorso.
Ricorda Tiziana Cantone e parla della sua esperienza simile. Nel 2013 fu pubblicato contro la sua volontà un video privato girato in Argentina quando la showgirl era molto giovane con il suo fidanzato dell’epoca. Belen ha parlato della vicenda durante la presentazione di Striscia la Notizia, il programma satirico di Canale 5 che la showgirl condurrà in coppia con Michelle Hunziker per una settimana a partire da lunedì prossimo. Belen Rodriguez ha raccontato, si legge sul Corriere della Sera, di aver perso un bambino in quell’occasione e ha spiegato che cosa ha provato oggi riguardo alla vicenda di Tiziana Cantone: “Quando ho sentito la notizia del suicidio di quella ragazza mi sono messa a piangere perché una cosa del genere è successa anche a me e so che violenza sia, per due mesi non uscivo di casa per la vergogna e persi un bambino”.
Tiziana Cantone non ha ancora raggiunto il diritto all’oblio che ha tanto cercato prima di uccidersi e dopo che alcuni suoi video hard sono finiti in rete diventando oggetto di scherno. Su Affaritaliani.it il generale Luigi Ramponi, già Comandante generale della Guardia di Finanza e Direttore del SISMI, sottolinea che “tutti si sono preoccupati di far capire come: una volta che la notizia o il filmato entra nel web, ogni tentativo di cancellarne la presenza e las diffusione, risulti vano. Quindi, spiegazioni tecniche e dottorali, consigli di evitare il rischio, stigmatizzazione del web e dei vari social, ma della gravità e amoralità del fatto non se ne è parlato”. E ha aggiunto: “Credo invece ci sia da riflettere sinceramente sulla gravità morale di tale comportamento, sulla tristezza di quanto è accaduto alla povera ragazza, più o meno costretta a vivere una esperienza sessuale squallida e tale appunto da vergognarsi sino ad uccidersi, una volta diventata di dominio pubblico” (clicca qui per leggere tutto).
Lo scherzo se è bello piace: il caso di Tiziana Cantone, quel dramma del suicidio per i video hard, ha messo in gioco tutta la debolezza e fragilità di un mondo che si muove dietro ad un click. Ma come reagirebbe la gente normale se si sentisse insultata con le medesime frasi scritte sui social? Ebbene, l’esperimento intelligente è stato messo a punto dai TheShow, i due Youtuber star in questo momento anche di Pechino Express (i socialisti si chiamano): Alessandro e Alessio hanno infatti giocato, colpiti dal caso di Tiziana Cantone, con un video scherzoso che però rileva tutto il dramma di fondo del caso orribile della donna. Ecco come presentano il caso in una intervista al Giornale: «Non ci sentiamo dei modelli, però certamente ci rendiamo conto del peso che abbiamo. Ci ha molto colpito, per esempio, il dramma di Tiziana Cantone, la ragazza che si è uccisa dopo che suoi video hard sono girati su internet. E abbiamo deciso di fare un video che, a nostro modo, vuole riflettere sulle distorsioni del web. Abbiamo rivolto insulti a sfondo sessuale e razziale, con frasi prese pari pari dai commenti sui social, a gente per strada e ripreso le reazioni: c’era uno che ci voleva picchiare».
Non è ancora calato il silenzio sulla vicenda di Tiziana Cantone che si è suicidata per la vergogna e gli sfottò dopo che alcuni suoi video hard sono stati pubblicati online. Una vicenda analoga è capitata proprio in questi giorni a un’altra ragazza, una 25enne di Ostuni che ha presentato una denuncia contro ignoti per un suo video hot con il suo ex fidanzato finito in rete. La ragazza, intervistata da La Repubblica ha raccontato che Tiziana Cantone le ha dato la forza per denunciare: “Ho pensato tanto a lei. Spero che non capiti a me una cosa del genere, di crollare sotto il peso della vergogna. Io non mi vergogno, amavo quella persona, sono forte di questo e sto cercando di reagire in tutti i modi. Continuo a studiare, ad andare al lavoro. Devo reagire per mia madre che non sopporta di vedermi piangere. La mia forza deriva da lei, dalle persone che mi hanno dimostrato di volermi bene e anche dalla serietà e dall’impegno che ho visto nel mio avvocato e nei poliziotti ai quali ho sporto denuncia. Ci sono uomini e uomini, per fortuna non sono tutti uguali” (clicca qui per leggere tutto).
La storia di Tiziana Cantone dura per i più da una settimana – ovvero dal giorno del terribile suicidio della 31enne campana – ma in realtà è da più di un anno che l’incubo per le cyberviolenze, gli sfottò e le ironie sul web contro i suoi video hard continua per Tiziana Cantone. Ora lei non c’è più, rimangono gli amici, la famiglia e le inchieste su istigazione al suicidio e sulla diffusione dei video online senza il consenso della Cantone. Alla trasmissione Politics che ha dedicato una larga parte della puntata di martedì sera ha parlato un’amica di Tiziana Cantone, Teresa Petrosino che ha in maniera semplice raccontata la semplice verità: «Noi non l’abbiamo mai giudicata, siamo sempre stati con lei. Tornando indietro le chiederei di più, sarei più invadente. Negli ultimi tempi cercava di camuffare questo stato d’animo. Prima dell’estate mi aveva detto che stava cercando di venirne fuori. Mi diceva che non usciva di casa perché si sentiva offesa e derisa. Ma cosa ha fatto di male?». Il dramma dell’amica che è arrivata poi all’insano gesto purtroppo continua a pesare anche nell’opinione pubblica che non smette di trattare il caso, sotto vari punti di vista. Tra questi, anche i presunti problemi economici di Tiziana Cantone che potrebbero aver giustificato l’umiliazione fino a questo punto: sempre l’amica, «Tiziana non aveva problemi economici, bensì la consapevolezza che quei video non sarebbero mai stati tolti e non avrebbe avuto mai diritto all’oblio».
Sul caso del suicidio di Tiziana Cantone il popolo del web si è speso per tantissimi giorni e tutt’ora prosegue nella discussione sui famosi ormai video hard in cui la bella 31enne appare ripetutamente, originale vera dell’incubo di persecuzione e vergogna che l’ha portata purtroppo al suicidio, deliberatamente scelto, ma probabilmente istigato, come cerca di indagare l’inchiesta della Procura di Napoli. Ora si scopre, dopo che in Italia negli scorsi giorni si era scoperto della vendita online su alcuni siti del video hard di Tiziana Cantone al prezzo di 10 euro, che anche all’estero ora si possono trovare le immagini a luci rosse della povera ragazza 31enne. Come racconta Metropolis, su Hamster, sito di video hot, la ricerca con le parole “Tiziana Cantone” porta ad una schermata dove per accedere bisogna iscriversi al canale “gold member” al modico prezzo di 10 dollari. Il web continua imperterrito, il caso purtroppo non finisce.
La gogna mediatica sul caso Tiziana Cantone: le foto e video hard della ragazza suicida diffuse online, i processi nei tribunali e quelli sommari sulla rete per chiunque abbia contribuito proprio con social e web a determinare la morte per impiccagione della povera ragazza umiliata. Ma la gogna è solo quella del web? Ci si interroga su questo punto visto che da giorni monta la polemica sugli orrori del web e poi basta un giorno di caso come quello di Diletta Leotta che “il banco” salta di nuovo e tutti si riversano a cercare le foto compromettenti della bela giornalista Sky. Potrebbe dunque avere senso vedere la lettura data da Salvatore Merlo sul Foglio: «La gogna in Italia è una cultura. Uno stile. Un metodo. Un clima morale. Ieri hanno messo alla gogna la povera Tiziana Cantone, ma già oggi su internet impiccano per i piedi e mettono alla berlina un imbecille qualsiasi che l’aveva a sua volta messa alla gogna. Poi tutti, schiumando rabbia, chiedono che vengano fatti i nomi e pubblicate le foto (forse anche gli indirizzi per andarli a prendere sotto casa?) degli indagati dalla procura di Napoli, cioè i quattro uomini sospettati di aver diffuso le immagini di Tiziana». La gogna non finisce mai: nel web come in macchina quando si insulta chiunque passi per strada: forse è davvero una questione di educazione, a livello profondo e non formale, a poter metter mano nel dramma dell’insulto gratuito.
Gli ultras del Treviso avrebbero intonato cori di disprezzo nei confronti di Tiziana Cantone, la ragazza 31enne morta suicida dopo che il suo video hard è finito su internet. Un gesto senza dubbio deprecabile quello della tifoseria di uno dei club storici del calcio italiano. L’episodio si sarebbe verificato a Sedico, in provincia di Belluno, dove la squadra doveva affrontare il match valido per il campionato regionale veneto di Eccellenza. Gli ultras in questione tra l’altro hanno creato anche alcuni disordini fuori dallo stadio. “Da quanto mi risulta nessun coro è stato intonato all’interno dello stadio”, la smentita del sindaco Stefano Deon, che però ha aggiunto: “E’ possibile che le frasi siano state pronunciate da un gruppo di tifosi che stavano lasciando lo stadio e in tal caso sarebbe un gesto censurabile”. L’ex sindaco, ora patron bellunese, Sergio De Cian ha invece dichiarato, come riportato da Leggo: «I loro leader ultras ed una ventina di tifosi hanno peraltro i Daspo. Il collega trevigiano è in imbarazzo per gli eccessi di quella frangia».
Cosa può c’entrare Papa Francesco con il caso di Tiziana Cantone, la ragazza suicida che da una settimana purtroppo dominio ancora di più nei media e sul web? Video hard e umiliazione, gli sfottò e le cybervioenze, tutto questo rappresenta un mondo certamente terribile ma dannatamente presente e radicato in tantissimi di noi. E allora le parole che arrivano oggi da San Pietro nella consueta udienza generale del Pontefice si possono osservare sotto una luce diversa: «Per avere rapporti fraterni bisogna sospendere i giudizi e le condanne. Condannare il peccatore – infatti – spezza i rapporti fraterni e disprezza la misericordia di Dio: il cristiano deve perdonare perché è stato perdonato». Secondo Papa Francesco e secondo la dottrina della Chiesa da sempre, «Gesù non intende sovvertire il corso della giustizia umana ma riaffermare che è il perdono il pilastro che regge la vita della comunità cristiana, perché in esso si mostra la gratuità dell’amore con cui Dio ci ha amati per primo». Se davvero fosse “educato” questa modalità di essere introdotti ai rapporti, quanto davvero potrebbe evolversi la nostra attuale società umana?
Il caso di Tiziana Cantone purtroppo non è unico in Italia e non per forza bisogna scomodare il parallelo evidente con Diletta Leotta di queste ore, bensì ragazze del tutto sconosciute spesso finiscono nel medesimo vortice della ragazza suicida di Napoli. Il caso arriva dalla Puglia e ne tratta oggi il portale BrindisiReport: una ragazza gira un video hard e immediatamente finisce sul web con tanto di collegamento ad un sito specializzato a luci rosse. Ma la ragazza, forse proprio in forza di quanto successo a Tiziana Cantone, reagisce subito, e va a denunciare il fatto alla polizia: vista la repentinità della denuncia la Postale è riuscita a rimuovere il video, una volta accertato il coinvolgimento della ragazza, ritratta in atteggiamenti hard con un’altra persona. Determinazione e coraggio per questa storia di Brindisi: per una volta il lieto fine sembra esserci, anche se rimane un problema che va ben oltre il dramma della cronaca. Ma vi è davvero bisogno di farsi riprendere con video durante rapporti intimi?
Tiziana Cantone, il caso del mese, fino all’arrivo ieri di un secondo caso simile, per fortuna con fine non così tragica, quello di Diletta Leotta. Il web, gli insulti via rete e le cattiverie online: un mondo violento? Sì può definire così, anche se la speranza di uscirne c’è sempre: così racconta Alessia Ameri, pallavolista sarda di A2 femminile, in una intervista alla Stampa questa mattina. Lei soffre della sindrome di Morris (impropriamente detta anche “delle belle donne”) per cui in sostanza avviene nel corso della propria vita la scoperta di alcune parti ed elementi del corpo, anche genitali, appartenenti all’altro genere. Ottima pallavolista, ma da tanti sbeffeggiata per questa sindrome così particolare: ora è diventata anche modella, grazie alla stilista Giuliana Cella che l’ha voluta come simbolo della lotta alle urgenze di tematiche simili. «Le ingiustizie mediatiche, le etichette false che mi sono state appiccicate addosso. Titoloni terribili, foto rubate dal mio profilo social photoshoppate per mascolinizzarle. Ho pregato, querelato. A tutta Italia ho dovuto dire, spiegare. Una violenza inaudita». Incredibile: e quando le viene chiesto di Tiziana Cantone, le risponde così. «Non sono più forte di lei, Anch’io avrei potuto lanciarmi nel vuoto, i social corrono con una velocità enorme, portatori di falsità con una violenza che travolge ogni sensibilità. Piango tutti i giorni ma tengo alla mia vita e Devo dire che la famiglia è stata pronta ad aiutarmi nel modo giusto. Ho tre sorelle più grandi che hanno sofferto con me».
I social sono ancora in fiamme per la tragedia che ha portato alla morte Tiziana Cantone, ma ancora di più per una forte similitudine fra il suo caso e quanto successo a Diletta Leotta. Le sue foto private sono state rese di dominio pubblico ed ora, secondo molti utenti, chi prima condannava il cyberbullismo è già a caccia delle foto hard della Leotta. Sono diversi i commenti infuocati che mettono luce una forte contraddittorietà: buonismo di facciata? Diverse le testate, come Il Giornale, che nelle ultime ore stanno presentando le analisi dei due casi: sono davvero così simili? Tiziana Cantone è stata condannata per aver fatto volontariamente quei filmini che si sono ritorti poi contro di lei. Nel caso di Diletta Leotta invece gli scatti arditi le sono stati rubati ed è il motivo per cui è scattata subito la denuncia. “Il suo pensiero è rivolto a ragazze più giovani, magari meno solide”, riporta l’ufficio stampa della Leotta, “cercando di condividere la sua esperienza sul fatto che chiunque distribuisce con leggerezza una foto privata, magari di un amico, di una fidanzata o di una ex senza chiedere il suo consenso commette un reato”. Parole dure che dimostrano tuttavia la volontà della giornalista di Sky Sport di non retrocedere di fronte alla gogna mediatica.
La vicenda di Tiziana Cantone, ragazza suicidatasi dopo la diffusione di un video hard in cui era protagonista, ha sconvolto letteralmente l’opinione pubblica rimasta senza parole dopo essere venuta a conoscenza di quelli che sono i particolari dietro una situazione tanto scabrosa quanto davvero singolare. Subito alla mente di chi è nato e cresciuto con la prima generazione del web è tornata alla mente un’altra vicenda altrettanto inquietante come quella del video he portava il titolo di ”Forza Chiara”. Questo riprendeva una povera ragazza di Perugia costretta dal fidanzato a realizzare un filmato che poi sarebbe stato diffuso sulla rete. Furono molte le leggende dietro quel video con alcuni che parlarono di depressione per la ragazza o ancor peggio la volontà di cambiare città e magari anche i tratti somatici per non farsi riconoscere da chi aveva visto il filmato. A oggi sono poche le notizie, se non quelle di alcuni forum, sulla situazione attuale di Chiara.
A rendere più amara di quanto già non lo sia la vicenda di Tiziana Cantone, la ragazza suicidatasi dopo la diffusione di un video hard che la vedeva protagonista, ci si mette anche l’atteggiamento speculativo di alcuni siti pornografici. Come riportato da metropolis.it, infatti, l’alto numero di richieste di download per gli ormai famosi filmati hot in cui Tiziana dice:”Stai facendo il video? Bravo!”, ha portato il sito “Hamster” ad adottare una scelta di marketing quanto meno discutibile. Pare infatti che digitando sulla tastiera le parole Tiziana + Cantone, si venga rimandati ad una schermata in cui si è invitati ad iscriversi alla piattaforma “Gold Membri” per visionare i contenuti? Il prezzo? 9,99 euro. Questo valgono le immagini costate la vita ad una ragazza di 31 anni che ha pagato caro una sua leggerezza.
Dopo i commenti choc sulla morte di Tiziana Cantone, il caso della ragazza suicida sbarca anche nella politica con il consigliere del Pd di Torino, Walter Caputo che è stato “graziato” oggi dal suo stesso partito che non lo ha costretto alle dimissioni dal consiglio comunale torinese. Il giovane consigliere, fratello della consigliera regionale Piemonte Valentina Caputo, è entrato nella bufera i giorni scorsi dopo i commenti (poi cancellati in un secondo momento) apparsi su Facebook, del tipo “Fai un video hard NON con il tuo ragazzo? Aspettati che chi registra possa essere un infame. Era poco seria, non certo una santa. Forse cercava celebrità, non mi sembra tanto tenere alla sua privacy”- Oggi il Pd lo ha graziato anche se in tanti ancora oggi chiedono le sue dimissioni: lui ha fatto le sue personali scuse sui social e anche a livello pubblico ma ormai i suoi commenti hanno fatto il giro del web. E il cerchio mediatico non si spegne mai…
Sono passati pochi giorni dal suicidio di Tiziana Cantone, la ragazza che ha deciso di togliersi la vita dopo che un suo video hot aveva fatto il giro del web diventando virale, ed è già tempo di commentare un caso che ricorda quello della 31enne napoletana. Protagonista suo malgrado è Diletta Leotta, la nota conduttrice di Sky Sport sta infatti vivendo ore di angoscia dopo che il suo telefono è stato hackerato e gli autori del misfatto hanno messo online delle sue foto in pose sexy e soprattutto senza veli. Il web ovviamente si divide, e mentre sui social c’è qualcuno che non sembra capire la gravità di un atto simile e chiede informazioni su come scaricare le immagini in questione, per fortuna c’è subito qualcuno che riporta l’attenzione sulla fresca vicenda di Tiziana Cantone. Com’è possibile indignarsi per una ragazza e poi esaltarsi all’idea di osservare le foto rubate di un’altra giovane donna? Non lo sappiamo, e non vengano a dirci che c’è differenza dal momento che una i video li aveva inviati e l’altra le foto no: sempre di violazione della privacy si tratta. Sempre di mancanza di rispetto della dignità e della sensibilità di un essere umano si parla.
Mentre le indagini proseguono sul filone dell’istigazione al suicidio contro Tiziana Cantone, il web si interroga sull’effettivo danno causato con mesi di sfottò sui social, video e anche canzoni remixate con le parole della ragazza nei video hard che hanno generato l’immenso caos giunto fino alla tragedia. Come riporta il sito di Napoli Fanpage, nel corso dell’ultimo anno si sono moltiplicati i remix dance con la voce di Tiziana che purtroppo ancora si trovano online anche semplicemente su YouTube: la gogna mediatica è proseguita e, anche se con magari mancanza di cattiveria, le offese e gli sfottò hanno causato la costante umiliazione della donna di 31 anni morta suicida a Napoli martedì scorso. Il filone rientra nella Trash Music, con misto di sigle retrò remixate con parole, discorsi nuovi di solito centranti con l’attualità e i casi più in voga del momento sul web. “Stai facendo un video? Bravo” ha spopolato e anche in questi giorni, dopo la notizia del suicidio, sono sempre ascoltati e cliccati forse più di prima.
Mentre sembra stringersi il cerchio nelle indagini aperte dalla Procura di Napoli Nord sulla vicenda di Tiziana Cantone, la 31enne di Napoli che si è tolta la vita dopo che un suo video hard era diventato virale in rete, la legale della donna, l’avvocato Tiziana Cantone, ha parlato con Radio Cusano Campus spiegando i vari problemi incontrati nella battaglia contro i “colossi” del web che avevano comportato il pagamento delle spese legali della sua assistita:”Ci sono state delle problematiche di tipo giuridico, rispetto a Yahoo Italia ad esempio la loro eccezione era quella secondo la quale noi ci eravamo rivolti alla sede italiana piuttosto che a quella straniera. C’è un vuoto legislativo che sarebbe opportuno colmare in questo senso, bisogna stabilire che se si hanno delle sedi nel luogo in cui è avvenuto il fatto la sede interlocutrice deve essere quella in cui è avvenuto il fatto. Per quanto riguarda Youtube bisogna indicare tutti gli url in maniera del tutto dettagliata. La mia domanda rivolta alla giustizia, però, non solo riguardava la rimozione di quanto già presente, ma anche l’inibitoria per il futuro. Ovviamente io posso indicare gli url del passato, perché sono presenti, anche se infiniti, ma poiché chiedevo anche la rimozione per il futuro, quello che accade un domani, io non posso saperlo, l’url di un domani non posso conoscerlo, purtroppo su questo non ho avuto riscontri. Per quanto riguarda i soggetti contro i quali la causa non è stata vinta, al momento purtroppo potrebbe accadere ancora che qualcuno metta in rete dei video con Tiziana”. Una condizione, questa, inaccettabile sulla quale la giustizia è chiamata ad esporsi.
Dopo la rivelazione del Mattino sul caso di Tiziana Cantone di un possibile coinvolgimento certificato dell’ex fidanzato rispetto ai video hard diffusi online: è possibile una svolta nelle indagini a questo punto, con la Procura di Napoli che sta raccogliendo tutti i dati e gli atti per potere arrivare all’offensiva finale. Il capo della Procura, Francesco Greco, è infatti in possesso in questo momento del fascicolo aperto sull’ipotesi di reato di istigazione al suicidio, ancora a carico di ignoti ma con possibilità di cambiare nelle prossime giornate. Gli atti dei quattro indagati arrivati dal Pm di Napoli, le parole e gli interrogatori di Tiziana Cantone e ora anche quelli sull’ex fidanzato Sergio Di Palo: con tutto questo in mano si potrà arrivare ad un’unità di intenti per poter scoprire qualcosa in più sulla fine della povera Tiziana. La morte per suicidio della ragazza è il triste epilogo, cosa lo ha provocato è in corso di indagini…
Nell’inchiesta aperta dalla Procura di Napoli Nord sull’ipotesi di reato di istigazione al suicidio a carico di ignoti per la morte di Tiziana Cantone, la 31enne che si è tolta la vita dopo che un suo video hot era diventato virale sul web, potrebbe presto finire il nome dell’ex fidanzato della giovane, Sergio Di Palo. Come riportato da Il Mattino, in queste ore il consulente tecnico-informatico della Procura, Carmine Testa, sta cercando di verificare in primis se i filmati che hanno messo alla gogna la Cantone sono presenti su almeno uno dei dispositivi sequestrati al Di Palo dalla pm Rossana Esposito, e in secondo luogo se i filmati sono stati inseriti sul web proprio da uno dei supporti informatici dell’ex ragazzo di Tiziana. Ricordiamo che Sergio Di Palo non è formalmente indagato dalla Procura, ma era stata la mamma stessa di Tiziana nel giorno della sua morte ad additare lui come “ideatore” dei filmini, aggiungendo che la figlia le aveva rivelato che “a lui piaceva vederla con altri”.
Tiziana Cantone, il caso continua a far parlare sul fronte “morale” per i vari sfotto e il problema della persecuzione mediatica su social e web verso alcuni “fenomeni del momento” e poi anche sul fronte legale ovviamente, con l’istigazione al suicidio e la diffusione dei video hard della ragazza 31enne per cui sono presenti due distinte indagini. Anche a livello politico si muove qualcosa, con Forza Italia e altre forze politiche che stanno cercando di cavalcare il problema dal punto di vista normativo: Approvazione in tempi rapidi della disciplina sul diritto all’oblio così come proposto in commissione Giustizia del Senato dall’ex Guardasigilli Francesco Nitto Palma (FI), per affermare la certezza del diritto in materia di tutela della privacy”. Lo ha dichiarato Flora Beneduce consigliere regionale di Forza Italia in Campania, riportato dall’agenzia Il Velino. Il caso Cantone ha colpito molti e il rischio che si possa ripetere in futuro è assai presente: per questo motivo la Beneduce insiste nel ripetere come “Il caso di Tiziana Cantone lascia attoniti e non può essere liquidato con i soliti interminabili dibattiti perché si tratta di questioni delicate che mettono in discussione il principio stesso di libertà. La memoria che non scompare è diventata una sorta di persecuzione all’infinito di fatti e circostanze ma ci sono giovani vite da tutelare e dignità da rispettare che non possono essere affidate all’incertezza delle norme e all’interpretazione dei magistrati”. Diritto alla privacy e all’oblio devono entrare in sintonia, secondo il board di FI: ci sarà accordo in Parlamento su questi termini?
Si è trattato soltanto di uno scherzo di cattivo gusto, una bufala che ha dato il via a nuove polemiche sul caso di Tiziana Cantone, la 31enne che ha scelto il suicidio dopo che un suo video hard si era diffuso sul web irrimediabilmente rovinandole l’esistenza. Nelle scorse ore infatti, come riportato da Napoli Fanpage, si era diffusa una copertina della rivista satirica Charlie Hebdo nella quale si vedeva una donna nuda con un foulard posizionato tra i glutei, con un fumetto che in francese recitava:”Stai girando un video? Bravoh”. Da qui il popolo del web si è immediatamente scagliato contro la rivista transalpina, rea di aver ironizzato recentemente anche sulle popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia. Come appurato da Napoli Fanpage, però, si è trattato in questo caso di una bufala architettata ad arte: la vignetta risale allo scorso anno e ritrae una donna musulmana nuda con lo scopo di provocare; la nuvoletta del fumetto invece è stata modificata per rendere il dialogo coerente con la vicenda di Tiziana. Uno scherzo in ogni caso di cattivo gusto, che non contribuisce ad onorare la memoria di una giovane vita spezzata.
Dopo una settimana dal tragico suicidio di Tiziana Cantone, purtroppo quasi tutta l’Italia ha conosciuto questa triste storia partita da 6 video hard girati dalla bella napoletana 31enne più di un anno fa e che si conclude dopo processi e richieste di cancellazioni dei video diffusi illegalmente online dagli amici con l’impiccagione martedì scorso a Napoli. Un orrore e una tragedia quella di Tiziana Cantone che non devono ovviamente passare come casualità e inconvenienti dell’enorme marasma che è la rete – anche perché i problemi connessi a questa triste storia vanno anche ben oltre il “semplice” sfotto e cyberbullismo. Su questo fronte l’avvocato che ha accompagnato Tiziana Cantone nel lungo percorso processuale contro siti e portali internet per rimuovere i video hard dello scandalo, è pronto a dar battaglia: intervistata ieri da Radio Cusano Campus, Roberto Foglia Manzillo ha dichiarato come «Io ora voglio rappresentare tutti coloro che si trovano in una situazione simile a Tiziana Cantone, per fare in modo che si possa uniformare la materia in giurisprudenza per avere un intervento immediato. Il nostro processo era un processo d’urgenza, bisognava intervenire subito, eliminare alcune immagini da internet deve essere più rapido, per accogliere parzialmente la nostra richiesta ci sono voluti 14 mesi, troppi». L’appello finale del legale di Tiziana Cantone è altrettanto importante anche se come abbiamo visto in questa settimana passata, il problema è di una vastità tale che comprende non solo la sicurezza online, ma anche aspetti sociali, comunicativi e prima di tutti educativi. «E poi voglio dire a tutti di stare attenti quando si utilizzano smartphone per riprendere gli aspetti privati delle persone. Può danneggiare molto irreversibilmente la vita delle persone, serve una corretta educazione nel loro utilizzo».