Matteo Cagnoni e il caso della moglie assassinata, Giulia Ballestri, tornano di scena dopo la richiesta della difesa del dermatologo dei vip avvenuta ieri pomeriggio: il brutto caso di cronaca per cui è indagato e in carcere il marito della donna uccisa a bastonate in una villetta in disuso a Ravenna vive momenti decisivi per la decisione da un lato dei giudici di accogliere o meno l’istanza di scarcerazione, e dall’altro con le indagini e i rilevamenti sul corpo della vittima e sui graffi trovati addosso a Cagnoni. Come spiega il difensore legale alla Nazione, Giovanni Trombini, «il ricorso al tribunale del riesame viene presentato contro l’ordinanza emessa dal gip di Firenze che il 21 settembre scorso ha convalidato l’arresto. Al momento, però, l’istanza è priva di ‘motivi a sostegno’, potendosi riservare la difesa la loro formulazione in un momento successivo». Questo avviene perché era difesa è in attesa di conoscere un’eventuale provvedimento di custodia del Gip di Ravenna, previsto in senso temporale dopo che il gip di Firenze si è dichiarato territorialmente incompetente. Sempre La Nazione riporta come la difesa di Matteo Cagnoni avrebbe fatto istanza al riesame di Firenze chiedendo la revoca della carcerazione in termini “meno afflittivi”.



Continuano le indagini sull’omicidio di Giulia Ballestri, la 40enne di Ravenna trovata morta con il cranio fracassato in una villa in disuso. Sarebbero state oltre dieci le bastonate inferte sulla testa e su altre parti del corpo dal suo assassino che, secondo gli inquirenti, sarebbe proprio il marito Matteo Cagnoni. Il noto dermatologo dei vip, reso celebre dalle sue numerose partecipazioni in trasmissioni tv, dallo scorso venerdì è in arresto per l’omicidio volontario della moglie e l’occultamento del cadavere. Contro di lui anche l’accusa di violenza sessuale a scapito di Giulia Ballestri. Sebbene continui a definirsi innocente dalla cella del carcere nel quale è detenuto, a Firenze, la posizione di Matteo Cagnoni rischia di aggravarsi con il passare delle ore. A rivelarlo è il sito RavennaNotizie.it che cita il Corriere di Ravenna. Nei giorni scorsi, in contemporanea con l’autopsia sul corpo di Giulia Ballestri è stato eseguito anche uno screening cutaneo sul corpo del suo presunto assassino che ha rivelato la presenza di ferite e lesioni superficiali. Toccherà al medico legale che si è occupato di stabilire la morte della donna, cercare di comprendere se i graffi riportati da Matteo Cagnoni rappresentino il tentativo della moglie di difendersi disperatamente. Intanto, tra venerdì e sabato scorso la Polizia scientifica si è recata nuovamente nella villa di via Genocchi dove è stato ritrovato il corpo senza vita della 40enne per ulteriori accertamenti e, a quanto pare, sarebbe stato trovato proprio ciò che i militari stavano cercando. Nella villa abbandonata, infatti, sono state repertate tracce biologiche importanti, quasi certamente appartenenti all’assassino di Giulia Ballestri. L’esame del Dna stabilirà se appartengono o meno a Matteo Cagnoni. I dubbi degli inquirenti sulla sua colpevolezza aumentano sempre di più anche alla luce delle prove a suo carico ritenute “importanti” e che hanno finora disegnato un quadro accusatorio molto chiaro. Da una parte ci sarebbe un movente più che plausibile legato alla fine della loro relazione (Giulia aveva un nuovo compagno) e dall’altra un alibi, quello del presunto assassino, che ormai non reggerebbe più. I dubbi sono stati alimentati anche dalla reazione avuta da Matteo Cagnoni al momento del fermo, quando ha tentato la fuga procurandosi, a sua detta, i graffi rinvenuti sul suo corpo.

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