-Un’esplosione a New York, precisamente nel Bronx, in un edificio privato al cui interno era contenuto un laboratorio farmaceutico, si è verificata quando nella Grande Mela erano le 8 di mattina. Presenti già i vigili del fuoco sul luogo dell’esplosione: le cause sono ancora ignote ma le prime ricostruzioni parlano di una fuga di gas. I feriti all’interno dello stabile, secondo quanto dichiarato dal New York Times sarebbero almeno 5, di cui uno molto grave; l’esplosione avrebbe infatti portato prima al crollo del tetto e poi dell’intero edificio. L’onda d’urto ha abbattuto diversi alberi e lampioni nella zona dell’esplosione, mentre il New York Post riporta che anche un vigile del fuoco farebbe parte dell’elenco dei feriti. Diversi testimoni parlano di una fortissima esplosione, con molte persone che dopo lo scoppio sarebbero uscite in strada chiedendosi quale fosse l’origine del boato. Ovvio che il timore, in un clima di alta tensione come quello respirato negli Usa, è che si tratti di un nuovo attentato terroristico targato Isis.
Le ultime notizie che arrivano dalla Germania riportano l’inquietante novità di due bombe artigianali esplose davanti ad una moschea a Dresda: l’attentato per fortuna non ha provocato alcuna vittima o ferito, anche perché non passava nessuno in quel momento davanti all’edificio religioso musulmano e al centro congressi lì di fianco. Il tutto è avvenuto nella nottata appena passata ma la polizia ha confermato l’attentato con bombe artigianali solo questa mattina. Allerta innalzata davanti a tutte le moschee in Germania, con il sospetto che cade subito sui movimento neo-nazisti o di estrema destra tedeschi: «Anche se non abbiamo una confessione scritta, dobbiamo concludere che ci sia la xenofobia a fare da movente», ha riferito alla stampa tedesca il capo della polizia Horst Krestchmar. «Si pensa anche a un legame con la festa dell’unità tedesca», ha aggiunto. Quest’anno infatti le celebrazioni per l’unificazione verranno festeggiate a Dresda nel fine settimana con le massime autorità dello Stato tedesco.
Dopo 52 anni di guerra, rapimento e agguati forse nella notte si è arrivati all’accordo definitivo: le ultime notizie che arrivano dalla Colombia vedono una firma storica tra il Governo di Bogotà e le Farc, ovvero il gruppo delle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia. Come riportano tutte le agenzie internazionali, Juan Manuel Santos, presidente colombiano ha firmato la tregua con l’alter ego delle Farc, Rodrigo Lodrono detto “Timochenko”. Sono 52 lunghi anni di morte e tragedie che attraversano il paese sudamericano che con la pace di questa notte potrebbero avere finalmente una fine: un segnale che arriva dopo mesi di riavvicinamento e con la diplomazia del Vaticano che come sempre nei Paesi sudamericani ha avuto un ruolo molto importante, vedi caso a Cuba. Ieri l’Unione Europea aveva tolto le Farc dalla lista nera delle organizzazione terroristiche e questo conferma il motivo per cui alla firma storica erano presenti 15 presidente, 27 ministri degli Esteri internazionali, il segretario Onu Ban-Ki-Moon e l’Alto rappresentate Ue Federica Mogherini.
Approvate dal consiglio dei ministri, su proposta del premier Matteo Renzi, sia la bozza di scheda referendaria che la data. Soprattutto su quest’ultima si registra l’ennesima spaccatura all’interno del PD: una parte della sinistra è convinta che debba avvenire il 4 dicembre per abbattere l’affluenza, per agevolare così la vittoria dei “SI”. E’ importante sottolineare come in questo passaggio referendario non c’è bisogno di quorum. Si vincerà infatti con la maggioranza semplice e riuscire a portare alle urne i propri sostenitori risulta indispensabile per la vittoria. Opposizioni immediate all’attacco del governo appena conosciuta la data: piovono critiche dal M5S, i cui vertici sono comunque convinti della vittoria dei “NO”.
Importanti affermazioni del cardinal Bagnasco, che durante l’introduzione del Consiglio Permanente della conferenza episcopale italiana, ha parlato a tutto campo delle questioni italiane. L’alto prelato ha sottolineato come il nostro Paese stia facendo il massimo sul fronte dell’accoglienza ai migranti. Un campo che lascia il bel Paese da solo ad arginare e accogliere “misericordiosamente” centinaia di migliaia di confratelli. Importante anche l’invito a tutti i connazionali di informarsi personalmente sui temi politici in generale e sul referendum in particolare, passaggio politico che nel futuro rivestirà la massima importanza. Sottolineata anche la difesa alla vita: Bagnasco ha stigmatizzato la vicenda che ha visto un ragazzo belga malato terminale morire grazie all’eutanasia decisa dai genitori.
Saranno ben 100 milioni i telespettatori che rimarranno incollati agli schermi americani per assistere al primo vero dibattito-scontro tra i candidati allo studio ovale. Questa notte alle 03.00 ora italiana, Trump e la Clinton risponderanno alle domande di Lester Holt, domande precedentemente autorizzate dai rispettivi staff elettorali. Come da tradizione, tutto è stato preparato nei minimi dettagli, dall’altezza del podio alla presenza dei sostenitori in studio, dal trucco degli sfidanti al tempo a disposizione per le risposte. Lo scontro che sarà mandato in diretta su tutti i maggiori canali televisivi americani, non vedrà interruzioni pubblicitarie e servirà per dare un’idea agli americani sulle opinioni dei candidati riguardo ad alcuni dei temi più importanti sia economici che sociali. Scongiurata la presenza in studio di una delle amanti di Bill Clinton, così come la presenza tra il pubblico dei detrattori più turbolenti del magnate televisivo.
Dopo la vittoria dell’estrema destra elvetica, che tende alla limitazione del cosiddetto lavoro transfrontaliero, decollano le polemiche soprattutto tra i banchi della politica europea. Da una parte la Svizzera, che chiede il diritto di applicare delle regole più dure a chi come i residenti italiani si recano nel Paese solamente per avere un lavoro sicuramente meglio retribuito. Dall’altra la politica italiana, che a sua volta chiede l’applicazione del trattato della libera circolazione sancito da Shengen. Di certo agli analisti politici non sfugge la voglia di isolazionismo che le destre dei vari Paesi europei stanno cercando di portare avanti, politiche che potrebbero sancire la morte di quell’Unione Europea, già colpita duramente dal referendum di fine giugno in Inghilterra.