Diletta Leotta, il caso che ha sconvolto il mondo del web è arrivato qualche giorno dopo il vero caso di cronaca che ha dato il via a questo periodo di forte interesse per la sicurezza online e anche sulla cattiveria e violenza degli haters su social e affini: stiamo parlando ovviamente della tragica storia di Tiziana Cntone, la ragazza di Napoli che dopo mesi di umiliazioni dalla rete è arrivata al suicidio due settimane fa. Ora arriva una novità che può interessare e molto i casi di Diletta Leotta e anche Maria Teresa Buccino: «I messaggi vengono cancellati, ma verificheremo se ci sono tracce dei contatti», sono le parole di WhatsApp, la nota azienda di messaggistica comprata da Facebook l’anno scorso, che ha rilasciato all’avvocato del caso Cantone. Il significato reale del messaggio di WhatsApp si può leggere anche come un “diritto d’oblio? Forse…” per cui anche per Diletta Leotta il lavoro di pulizia di ogni materiale presente sui social potrebbe essere molto lungo e non del tutto efficace. Come riporta il Mattino, sul web, in ogni caso, restano ancora le immagini di Tiziana e i commenti osceni ai suoi video: «Stiamo pensando di chiedere al Garante della Privacy di intervenire», fa sapere la famiglia della ragazza.
Un caso come quello di Diletta Leotta o come quello di Maria Teresa Buccino non è nient’altro che l’ultimo di una lunghissima serie di problemi con la sicurezza online: chiaro, foto hot e video hard rubati e diffusi online fanno certamente più scalpore ma la base della privacy è sempre la stessa, qualcuno entra in maniera illegale nei nostri telefoni senza che ce ne accorgiamo e ruba il contenuto diffondendo dati personali. Come difendersi? In questi giorni di diatriba sulla sicurezza online sono tanti i metodi che sono stati spiegati per cercare di porre un freno al rischio di hackeraggio: chiaro che il miglior sistema di sicurezza sarebbe non avere nulla da nascondere, ma al netto di questo un modo innovativo per cercare di porre fine alle violenze sul web potrebbe essere quello dell’autenticazione a due fattori. Si tratta di un metodo per l’appunto per potersi autenticare, basandosi sue due metodi di autenticazione individuale. Richieste semplicemente username e password di accesso, mentre il secondo fattore prevede lo stesso smartphone: se non l’avete già usato, vi sarà utile sapere come ricevendo un sms sul proprio telefono si otterrà un codice di accesso che permette di autenticarsi in maniera rapida e facendosi riconoscere come i veri possessori di quei dati. Chi lo usa? Ormai quasi tutti, da Gmail ad Apple, Da Microsoft e Twitter, ma anche Dropbox, eBay e Facebook fino ad arrivare ai sistemi più sofisticati delle banche che utilizzano comunque sempre questo semplice concetto di base.
Diletta Leotta e il caso più incredibile del web nelle ultime settimane dopo la tragedia di Tiziana Cantone: come ben sapete il nostro quotidiano si sta occupando giornalmente delle vicende legate all’attacco hacker contro la bella giornalista di Sky Sport24 e negli ultimi giorni, nonostante si sia affievolita nei media (giustamente) l’interesse verso le foto hot diffuse illegalmente da un hacker, non è finita per nulla la ricerca sui social e sul web degli internauti morbosi. Per qualche giorno però abbiamo notato che la polizia postale al lavoro e gli stessi intenti più cauti hanno smesso di postare e condividere quelle ormai purtroppo famose immagini che ritraevano Diletta Leotta completamente nuda. Ecco, per qualche giorno: perché oggi, se cliccate su una semplice ricerca di Twitter le semplici parole “Diletta Leotta” vi esce un campionario completo come se l’ultima settimana di discussioni, polemiche e denunce sul web non siano avvenute. Foto nude, link per scaricare il video hot e commenti da “animali” della rete (e forse le virgolette potremo anche toglierle). Questo tutto insieme al fatto, su un altro piano, della necessità o meno di girare video o scattarsi foto del genere: si può discutere di tutto e questi due punti non si escludono a vicenda.
Prima Tiziana Cantone, poi Diletta Leotta e infine Maria Teresa Buccino: nelle ultime settimane sono state tante le donne hackerate i cui video hot sono stati diffusi in rete senza il consenso delle dirette interessate. Le storie in questione insegnano che non c’è sicurezza che tenga e spesso le precauzioni non bastano: telefonini hackerati e la privacy a va a farsi benedire. Ma non c’è nessun modo per difendersi? Secondo Paolo Giordano, nota firma de Il Corriere della Sera, un modo ci sarebbe pure, e lo esprime su Twitter:”Ma non basterebbe evitare video mentre si fa sesso?? Da 1 miliardo di anni si fa buon sesso anche senza”. Un fan però non ci sta e gli fa notare:”Ma ognuno dovrebbe anche essere libero di fare quello che vuole nella propria vita privata”. Secca la replica del giornalista:”Infatti tutti sono liberi di farlo. Ma la libertà è anche prendersi la responsabilità di essere liberi. Con ogni conseguenza. Se il fidanzato ti riprende, tu non glielo vieti e poi lo diffonde il problema è tuo. La legge interviene per quanto può”. E voi? Da che parte state?