È chiaro che il caso di per sé dia “scandalo”, quantomeno per l’insieme di stranezze: da suore a spose in poco tempo, un percorso particolare che viene svelato ieri dalla Stampa e dal Secolo XIX. È la storia di Federica e Isabel, due donne di 44 anni che si erano conosciute n una missione lavorando accanto ai poveri e tossicodipendenti: prima consorelle e poi accolte nel loro percorso assai strano di amore omosessuale per il quale sono andate in Vaticano a deporre il velo e scegliere i voti. Assistite da un ex prete molto discusso, Franco Barbero che è scomunicato dalla Chiesa Cattolica nel 2003 proprio per avere confessato più volto di propendete per le benedizioni di unioni tra coppie gay e lesbiche. È sempre rimasto a Pinerolo e da qui ha accompagno queste due donne verso l’unione civile, adesso permessa dalla nuova legge italiana Cirinnà: «Loro escono dal convento dov’erano tutelate e aiutate, ora dovranno fare tutto da sole, cercare lavoro, mantenersi, farsi carico dei problemi quotidiani. La nostra comunità di base è anche una fitta rete di solidarietà molto attiva, le aiuteremo. Hanno piena fiducia e fede in Dio. A coppie che arrivano ad un bivio come questo voglio dire di scegliere ma di conservare sempre il meglio della loro esperienza di religiose», racconta l’ex prete su Secolo XIX ieri mattina. La curiosità è che a celebrare le nozze è stato il sindaco M5s, Luca Salvai, e con soli due testimoni (vice sindaco e funzionario dell’anagrafe) perché non voleva troppi curiosi alla loro unione civile, anticipando così l’iter normale che doveva essere officiato nei prossimi giorni. Clamore per la scelta, anzi la doppia scelta, da consacrate a “spose”: il problema resta, e qualsiasi giudizio dovrebbe tendere a non banalizzare nessuna delle posizioni in campo.