Il giallo di Isabella Noventa continua a popolare le pagine di cronaca nera italiana, per la sua efferatezza ma soprattutto per l’interminabile silenzio dei tre indagati, i quali continuano a tenere la bocca chiusa sul cadavere della segretaria uccisa. Dalle rispettive celle, Freddy Sorgato, la sorella Debora e la tabaccaia veneziana Manuela Cacco, tutti accusati dell’omicidio premeditato di Isabella Noventa, hanno ignorato ad oggi i numerosi appelli da parte della famiglia della vittima. In merito al caso, di recente è intervenuta anche la criminologa Roberta Bruzzone sulle pagine del settimanale “Giallo” dove ha fatto il punto sulle indagini arrivando però ad una triste conclusione: la possibilità di ritrovare il corpo di Isabella Noventa sembra ormai sfumare sempre di più con il passare dei giorni. A detta dell’esperta, il lavoro certosino portato finora avanti dagli inquirenti, anche basandosi sui tabulati telefonici di Freddy e Debora Sorgato e di Manuela Cacco, appare sempre più fondata l’ipotesi che il corpo della donna, uccisa nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio scorso, possa essere stato gettato in un cassonetto dei rifiuti la medesima sera del delitto. Questo sarebbe accaduto ancor prima della messinscena in pieno centro a Padova, messa in atto dalla Cacco, su indicazione dei fratelli Sorgato, durante la quale la tabaccaia indossava il giubbotto di Isabella Noventa fingendo di essere lei e facendosi immortalare dalle telecamere di Piazza dei Signori. Proprio dopo il fermo, era stato Freddy a raccontare agli inquirenti l’ipotetico scenario in cui era avvenuta la morte della segretaria: un decesso causato accidentalmente da un gioco erotico dagli esiti drammatici. E sul corpo, l’autotrasportatore con la passione per il ballo aveva raccontato di averlo gettato nelle acque del Brenta. Nulla di più falso, come poi emerse dalle lunghe indagini che seguirono. “Davvero difficile credere a tale scenario soprattutto in considerazione di due aspetti”, ha sostenuto la Bruzzone. Innanzitutto, il corpo di Isabella Noventa, sebbene sia stato cercato ovunque ed a più riprese, non sarebbe mai emerso. In secondo luogo, aggiunge la criminologa, proprio la messinscena attuata dopo il delitto “mal si concilia con un tragico incidente di natura erotica”. Scenario, questo, smentito anche da Manuela Cacco che in una sua confessione avrebbe raccontato quanto accaduto la sera del delitto, avvenuto per mano di Debora Sorgato.