La paura rimane. Le scosse non accennano a diminuire, soprattutto di intensità. Quelle sopra 4 di magnitudo continuano a distanza di quasi due settimane dal sisma che ha provocato quasi 300 morti tra Umbria, Lazio e Marche. Adesso si studiano le soluzioni per il futuro, partendo dalle precedenti esperienze di L’Aquila 2009 e dal successivo terremoto in Emilia Romagna. Sarà proprio l’ex governatore emiliano, Vasco Errani, a dover delineare le linee strategiche per la costruzione. Ricostruzione che secondo lui, nominato commissario straordinario dal premier Renzi, dovrà rispettare l’identità dei luoghi. Lo stesso capo della Protezione civile, Curcio, ha ribadito che nelle Marche ci sono aree di pregio e un’economia da rilanciare e le tendopoli devono essere chiuse il prima possibile.
L’inverno è alle porte ma già nei prossimi giorni le previsioni metereologiche annunciano perturbazioni, che in montagna corrispondono a una diminuzione sensibile delle temperature. Non si vuole perseguire il modello L’Aquila. Ma il modello L’Aquila non è neanche paragonabile con questo terremoto, perché a parità di numero dei morti il numero dei senza tetto è notevolmente inferiore. Però Berlusconi era riuscito in 5 mesi a inaugurare i primi 500 appartamenti. In queste zone è stato annunciato che se ne dovranno aspettare sette per le casette in legno, ovvero situazioni abitative simili ai Map (moduli abitativi provvisori) che in Abruzzo erano stati realizzati nei paesi più piccoli. Senza dover aspettare sette mesi.
Nel frattempo la solidarietà continua. Così se il sindaco di Accumoli, che è originario di San Benedetto del Tronto, ha creato una sinergia con gli albergatori suoi conterranei, tante disponibilità stanno arrivando alla protezione civile per una sistemazione provvisoria dei cittadini che adesso si trovano nelle tendopoli. 400-450 persone verranno alloggiate sulla costa marchigiana. La Riviera delle Palme e è in linea d’aria vicino alle zone terremotate.
Questo il dato aggiornato a ieri diffuso dalla Protezione civile: Sono 4.695 le persone assistite. Nella Regione Lazio sono assistiti in 14 campi 1.128 persone mentre altre 29 sono alloggiate in tende distribuite in modo diffuso tra i comuni colpiti; allo stesso modo, nelle Marche sono 1.948 le persone assistite di cui 1.511 in campi e strutture e 437 in tende distribuite in modo diffuso. In Umbria risultano 1.115 persone assistite e 475 sono ospitate in Abruzzo.
“Una situazione di dimensioni sicuramente inferiori rispetto al terremoto dell’Aquila del 2009 — ha detto Gian Marco Giovannelli, presidente di Federalberghi Abruzzo — quando sulla costa abruzzese era ospitata una media di 32mila persone, con picchi fino a 50mila. La Dmc Adriatica e Federalberghi Abruzzo hanno dato la propria disponibilità ad ospitare degli sfollati sulla costa teramana nord. Al momento non è ancora stata espressa intenzione da parte della Protezione civile. La zona individuata è quella più vicina alle aree colpite dal terremoto e quindi più facilmente raggiungibile. Anche Federalberghi Roma sta cercando di definire una convenzione per ospitare terremotati della zona di Amatrice”. 



Il Comune dell’Aquila aveva dato la propria disponibilità a mettere a disposizione case e Map che erano diventati liberi dopo essere stati utilizzati per il terremoto del 2009, ma essendo L’Aquila una zona fortemente sismica non è appetibile a quelle persone che ancora adesso stanno cercando di superare il dramma dello scorso 24 agosto. Le attività messi in campo dalla Dmc Adriatica e da Federalberghi vanno anche oltre, offrendo attività che hanno il sapore dell’amicizia e della condivisione, che vanno oltre gli aspetti traumatici del terremoto, che vogliono garantire ai bambini e alle loro mamme momenti sereni. “Memori dell’esperienza che abbiamo vissuto dopo il terremoto dell’Aquila — ha sottolineato Giammarco Giovannelli — abbiamo pensato nell’immediato di trovare le migliori condizioni che hanno il calore giusto e la familiarità di cui queste persone hanno bisogno. Così abbiamo preparato dei progetti, tra questi anche quello di far trascorrere una giornata al mare ai bambini e alle loro mamme, offrendo ospitalità e trasporto in giornata dalle zone terremotate alla costa. Abbiamo anche altre idee che stiamo confrontando con la Protezione civile proprio per creare un clima che unisce territori vicini, esperienze analoghe, e soprattutto con l’ottica di essere sempre vicini al di là delle necessità primarie a persone che hanno bisogno di uno sguardo di un amico”.

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