Si parlerà di Tiziana Laudani stamattina nel programma Storie Vere, condotto su Rai 1 da Eleonora Daniele. La donna di 37 anni è morta lo scorso 9 agosto cadendo in una buca in largo San Giuseppe Artigiano, in zona Tiburtina a Roma. Ai funerali di Tiziana Laudani è stato appeso all’ingresso della chiesa, come riferisce la Repubblica, uno striscione con su scritto: “Tra le lacrime di dolore un grido di rabbia: giustizia per Tiziana”. Lo striscione è stato appeso dal comitato “Meda, Beltramelli, Portonaccio” per testimoniare la richiesta di una comunità per un incidente che forse si poteva evitare. I residenti della zona ritengono infatti che “se gli amministratori facessero il loro lavoro Tiziana sarebbe ancora qui con noi. Nessuno potrà più restituire al figlio 11 enne l’amore di sua madre”. Tiziana Laudani è infatti morta cadendo nel “Pup” abbandonato in Largo San Giuseppe Artigiano. E’ stata aperta un’inchiesta per omicidio colposo condotta dal sostituto procuratore Giovanni Musarò: l’accusa per i dirigenti municipali è di non aver messo in sicurezza l’area.
A metà dello scorso mese numerosi striscioni sono apparsi a Portonaccio, il paese romano in cui Tiziana Laudani è morta il 9 agosto. La donna stava infatti percorrendo un parcheggio di Iargo San Giuseppe Artigiano quando è precipitata in una buca che avrebbe dovuto avere una grata o per lo meno una segnalazione di pericolo. “Giustizia per Tiziana” non è solo il grido della popolazione e del Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio, ma anche la sorella Ombretta che tramite Roma Today ha annunciato che farà di tutto perché la tragica morte di Tiziana non venga dimenticata e che l’amministrazione intervenga da adesso in poi con maggiore tempestività. Lo stesso Fabrizio Montanini, il Presidente del Comitato, ha assicurato che si unirà alla battaglia di Ombretta per avere finalmente giustizia per Tiziana Laudani. “Ciò che si è successo si poteva evitare”, rivela, “se solo l’amministrazione locale ci avesse ascoltato quando abbiamo protestato contro il degrado e la pericolosità dell’aerea”. Una morte annunciata quindi e per la quale le istituzioni non si sono ancora assunte la responsabilità. La zona interessata è una delle più importanti del quartiere e lo stato d’abbandono del parcheggio era stato documentato più volte. Non si accontenta la famiglia di Tiziana di chiudere così la vicenda e vuole invece approfondire le motivazioni che hanno spinto la donna, madre di un ragazzino disabile di 11 anni, a fare quel percorso così buio e lontano dagli altri palazzi. “Chi sa parli. Chi può ci aiuti”, ha riferito Ombretta Laudani con disperazione il giorno prima dei funerali della sorella. La donna è infatti stata informata che quella sera Tiziana Laudani stava camminando al fianco di Dalil Zouav, un amico algerino. Non si spiega Ombretta come mai sia stata solo la sorella a morire, mentre il ragazzo si è salvato. “Qualcuno sa perché era là”, continua su Blitz Quotidiano, “era uscita con un’amica, l’avevo sentita poco prima. […] Mi sembra surreale che Tiziana sia potuta andare in un posto così sperduto”.