Ieri la Procura di Torino ha disposto l’arresto di sette anarchici, l’iscrizione al registro degli indagati di altri otto e una trentina di perquisizioni. Si tratta di persone, fra i 30 e i 45 anni, che fanno parte di gruppi della Federazione anarchica informale. Sono accusati di associazione a fini di terrorismo. Alla galassia degli anarchici informali sono attribuiti una cinquantina di attentati, rivolti alle forze dell’ordine, a sindaci (Cofferati, Chiamparino), a personalità della politica e dell’economia. In genere a mezzo pacchi bomba artigianali con timer piazzati nei cassonetti dell’immondizia o buste esplosive recapitate a mezzo posta, effettuati a partire dal 2003. In quell’anno presero di mira l’Unione europea e il suo commissario pro-tempore Romano Prodi, nel 2006 la Scuola allievi ufficiali di Fossano, nel 2007 il quartiere Crocetta di Torino, nel 2010 la Lega Nord, Berlusconi e la ambasciate di Svizzera, Cile e Grecia; nel 2011 la società Swissnuclear, Equitalia e Deutsche Bank, nel 2012 l’ad dell’Ansaldo Adinolfi. Nel complesso un fattorino ha perso due dita e Adinolfi ha preso due colpi di rivoltella nelle gambe. Tuttavia gli inquirenti sono convinti che almeno in due casi — Scuola allievi ufficiali e quartiere Crocetta — fosse manifesta la volontà di uccidere uomini in divisa, personale sanitario, vigili del fuoco e anche gente comune se si fosse trovata in mezzo.
Questa Federazione anarchica informale è un po’ originale: intanto è in polemica feroce con la Federazione anarchica italiana, con la quale peraltro, e forse volutamente, ha condiviso la stessa sigla Fai. Non facessero già abbastanza casino con le azioni eversive, lo fanno anche con le sigle. Dice di essere fatta dagli anarchici veri, quelli che più anarchici non si può, perché la Federazione dice di non avere gerarchie né organizzazione. E’ o sarebbe appunto una galassia dove, a parte la comune ispirazione e lo scambio di idee (internet aiuta), ogni gruppo fa da sé, addirittura non conoscerebbe nemmeno gli altri. Quando fanno un’azione o la rivendicano, si firmano nome del gruppo/Fai. Per esempio: Cooperativa artigiana fuoco e affini (occasionalmente spettacolare)/Fai, Olga/Fai, Rivolta Tremenda/Fai, Rivolta Animale/Fai, ecc. Sono nomi che hanno una specie di strano umorismo dentro, mille miglia lontani dai nomi delle formazioni rivoluzionarie di ispirazione marxista. Il primo attentato fu firmato Pluto e Paperoga… A parte i nick name, quel che si sa proviene tutto da fonti dei servizi segreti. Quanto ci sia di infiltrato, chi lo sa. Quanto riescano a dimostrare che di vera organizzazione si tratta, si vedrà.
Si diceva degli arrestati: sono nati negli anni settanta-ottanta; quando erano adolescenti i venti del ’68, delle ideologie, del terrorismo, del riflusso erano già passati. Restava spesso per i giovani un grande devastante vuoto, terreno di coltura del nichilismo: quello dell’omologazione o, in alcuni, come i nostri anarchici informali, quello della ribellione totale.
Alfredo Cospito, uno degli arrestati, ritenuto fra le teste pensanti della galassia, era già in carcere dal 2013 per la gambizzazione di Adinolfi. Allora scrisse una lunga lettera aperta che sarebbe interessante rileggere. Il nichilismo è esplicitamente conclamato come forma estrema e totale di ribellione all’esistente sentito come insopportabile: “Sono anarchico antiorganizzatore perché contrario ad ogni forma di autorità e costrizione organizzativa. Sono nichilista perché vivo la mia anarchia oggi e non nell’attesa di una rivoluzione che, se pure verrà, creerà solo nuova autorità, nuova tecnologia, nuova civiltà. Vivo la mia anarchia con naturalezza, gioia, piacere, senza alcuno spirito di martirio, opponendo tutto me stesso a questo esistente civilizzato che mi è insopportabile. Sono antisociale perché convinto che la società esiste solo sotto il segno della divisione tra dominanti e dominati. Non aspiro ad alcuna futura “paradisiaca” alchimia socialista, non ripongo fiducia in nessuna classe sociale; la mia rivolta senza rivoluzione è individuale, esistenziale, totalizzante, assoluta, armata”.
Lucida follia, nichilismo: per un bisogno deviato e frainteso quanto si vuole ma insopprimibile e assoluto di libertà e di vita piena che valga la pena d’essere vissuta. Questa generazione Cernobyl non è stata introdotta alla realtà in modo tale da scoprirla non come prigione da distruggere, ma come suggerimento di un destino possibile. E qui non c’è retata che tenga.