Il giallo sulla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme della quale non si hanno più notizie da oltre quattro anni, potrebbe trovare la sua soluzione in tre tappe fondamentali. Da prima dell’estate, le indagini sul caso avrebbero subito una vistosa accelerata che ha portato a mettere in luce alcuni dei luoghi chiave che potrebbero essere legati alla vicenda. Il sospetto degli inquirenti è che la donna possa essere stata uccisa ed il suo cadavere inizialmente occultato ed infine distrutto. Prima di questa ultima fase, il corpo di Roberta Ragusa potrebbe essere passato attraverso un loculo nel cimitero di Orzignano e successivamente in un boschetto poco distante dalla stazione di San Giuliano Terme e dell’abitazione di Antonio Logli, che il prossimo novembre tornerà di fronte ad un nuovo Gup. Successivamente, l’assassino della donna avrebbe spostato il corpo nel forno crematorio del cimitero di Pisa ora totalmente diverso e che poco dopo la scomparsa di Roberta Ragusa fece registrare un anomalo picco di consumo di gas. Un fatto strano, come evidenziato nel corso della trasmissione Pomeriggio 5, soprattutto alla luce della situazione in cui versava il forno crematorio prima della scomparsa di Roberta in seguito alla quale era in disuso da diversi mesi.

Non si fermano le indagini sulla scomparsa di Roberta Ragusa, la donna di Gello di San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, di cui si sono perse le tracce la notte tra il 13 e il 14 gennaio del 2012. C’è attesa per il prossimo 18 novembre quando Antonio Logli, marito di Roberta Ragusa, dovrà di nuovo comparire in tribunale. Lo scorso marzo la corte di Cassazione ha infatti accolto i ricorsi presentati dalla procura e dalle parti civili e ha annullato il proscioglimento dell’uomo che era stato accusato di omicidio volontario e distruzione di cadavere della moglie. Intanto le indagini vanno avanti e seguono anche nuove piste, come riportato da Pomeriggio 5. Oltre alla pista del cimitero di Orzignano, al centro della nuova indagine ci sono anche i presunti atti falsificati da Antonio Logli e dal padre Valdemaro per mandare avanti l’autoscuola di famiglia: i due sono accusati di aver falsificato la firma di Roberta Ragusa sui alcuni documenti. Potrebbero essere questi dei nuovi indizi sulla scomparsa della donna?

Il caso di Roberta Ragusa, la donna di Gello di San Giuliano Terme scomparsa nel gennaio del 2012 è tornato al centro dell’attenzione negli ultimi giorni, grazie ad una serie di approfondimenti realizzati dalla trasmissione Pomeriggio 5. Nel corso della puntata di ieri, insieme all’inviata del programma dell’ammiraglia Mediaset sono stati analizzati nel dettaglio i tre punti chiave delle indagini attualmente in corso e che avrebbero puntato gli occhi su altrettanti luoghi in cui Roberta Ragusa sarebbe stata portata dopo la sua uccisione. In attesa del prossimo 18 novembre, data in cui il Gup si esprimerà sulla richiesta di rinvio a giudizio di Antonio Logli, marito della vittima e accusato del delitto della stessa, la trasmissione Pomeriggio 5 è tornata ad affrontare le possibili piste alternative dopo la già nota pista del boschetto. Le indagini attualmente sarebbero concentrate su una misteriosa tomba riportante una lapide sospetta, nel cimitero di Orzignano, a poca distanza dall’abitazione dalla quale Roberta Ragusa fece misteriosamente perdere le sue tracce. La trasmissione ha analizzato questo luogo che potrebbe rappresentare il punto di partenza del percorso compiuto dal presunto assassino della donna intenzionato ad occultare e poi distruggere il suo corpo. Secondo gli investigatori, il cadavere di Roberta Ragusa sarebbe stato inizialmente nascosto in un loculo del cimitero di Orzignano permettendo al suo assassino di potersi muovere più liberamente in attesa dei successivi spostamenti mirati alla distruzione definitiva del corpo. Sul loculo in questione, piuttosto dismesso rispetto agli altri vicini, ci sarebbe il nome di una donna, tale Emilia Vanni, la cui salma in realtà sarebbe sepolta insieme agli altri membri della famiglia. Inoltre, da quanto emerso dal programma di Canale 5, pare che lo stato del loculo fu giustificato dalle forti piogge che ne rovinarono l’estetica. Eppure, nessun’altra tomba limitrofa fu soggetta a tale rovina. La sensazione è piuttosto che qualcuno possa aver aperto la tomba la quale potrebbe avere ospitato per un certo periodo proprio la salma di Roberta Ragusa. Da qui, secondo vari spunti investigativi, il suo corpo sarebbe stato spostato nel boschetto vicino la stazione di San Giuliano terme ed infine distrutto nel forno crematorio del cimitero di Pisa, stranamente azionato poco dopo la scomparsa di Roberta e dopo diversi mesi di inattività.