Sono giorni di grande tensione per quanto riguarda diversi casi di meningite ravvisati nel nostro paese. L’ultimo allarme arriva da Modena dove una donna è stata trovata positiva a Fiorano come riporta la Gazzetta di Modena nella sua versione online. Solo domani scopriremo di quale ceppo si tratta, intanto però sono state sottoposte a profilassi tutte le persone che sono entrate in contatto con lei e si tratta di ben venticinque. La donna di sessantacinque anni è stata ricoverata al Policlinico dove è stata trasferita dal pronto soccorso dell’ospedale di Sassuolo dove si era recata. La prognosi rimane riservata anche perchè bisognerà aspettare appunto ulteriori esami specifici per capire meglio la situazione.



Ancora un caso di meningite a Treviso, dove un 64enne è stato ricoverato al Ca’ Foncello, ospedale di Treviso (Ulss 2) a seguito delle complicanze di un’otite. La direzione sanitaria si è subito affrettata a chiarire che, trattandosi di meningite da pneumococco, non sussiste il rischio di contagio poiché “a differenza di altri tipi di meningite non dà origine a focolai epidemici. Per questo motivo non richiede nemmeno interventi di profilassi antibiotica sui familiari e i contatti stretti. Si presenta con casi isolati durante tutto l’anno, prevalentemente in inverno e primavera”. Come riportato da Il Corriere del Veneto, il paziente versa in condizioni stazionarie nel reparto di terapia intensiva: la diagnosi è emersa in maniera molto chiara dopo accertamenti di laboratorio e una puntura lombare che hanno permesso di identificare il ceppo del virus. 



Per quanto le autorità continuino a sottolineare come non ci si trovi dinanzi ad un epidemia di meningite, è elevata in tutta Italia l’allerta e la tensione per il rischio di un possibile contagio da meningococco. Tra le regioni che hanno deciso di fornire una risposta immediata alle domande della popolazione c’è l’Emilia Romagna che, come riportato questa mattina da Il Resto del Carlino, ha messo a disposizione 2000 dosi aggiuntive di vaccino, di cui 750 per la prima dose e per le successive fino a un tetto di 4 in relazione all’età del minore. Da questo momento in poi sarà dunque semplificata la procedura di vaccinazione che negli ultimi giorni aveva incontrato alcuni intoppi per via delle alte richieste. Come specifica l’Asl, in ogni caso, “al momento in Emilia-Romagna e nel territorio dell’Azienda Usl di Bologna non si registra alcun picco epidemico di meningite meningococcica, né una frequenza di casi superiore a quella degli anni scorsi. I ceppi circolanti nella nostra Regione sono il B, il C e, in quota minore, l’Y. L’incidenza è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e diminuisce significativamente dopo i 25 anni. Pur non essendoci, quindi, elementi che inducano ad innalzare il livello di attenzione nei confronti della meningite, l’Azienda ha deciso di mettere in campo una serie di azioni per garantire una risposta adeguata all’incremento della domanda di vaccinazioni a seguito dei nuovi casi di meningite registrati in Toscana e in altre regioni del Paese, dei quali si sono occupati ancora di recente le cronache”.



Mentre purtroppo il presunto caso di meningite C a Torino – un giovane 25enne di Valperga, morto domenica mattina dopo giorni di ricovero – è stato confermato come il ceppo già virale e contagioso,  arriva una precisazione della Regione Piemonte sulla vaccinazione e la profilassi per tutti i cittadini piemontesi, allarmati dopo gli ultimi casi di queste settimane. «La Regione Piemonte non ritiene necessario modificare l’attuale offerta vaccinale contro le meningiti batteriche, in quanto i casi di meningite meningocococcica che si verificano sono del tutto rari e in diminuzione. L’assessorato alla Sanità ricorda che, allo stato attuale, non sono giustificate situazioni di allarmismo che rischiano solo di creare problemi agli operatori dei servizi vaccinali delle Asl». Naturalmente continua a essere garantita la vaccinazione di tutti i soggetti a elevato rischio per patologia, mentre verrà regolata con prenotazione la vaccinazione a prezzo di costo a chi ne facesse richiesta in tutti gli altri casi, riporta ancora la nota della Regione Piemonte dopo l’ultimo caso di meningite a Torino all’ospedale Molinette.