-Dopo la decisione della Corte d’Appello di Firenze, che ha deciso di respingere la richiesta di revisione del processo presentata da Rudy Guede in merito all’omicidio di Meredith Kercher, si è espresso Raffaele Sollecito, uno dei protagonisti di questa vicenda, assolto nel 2015 dalla Cassazione. Il teorema degli avvocati di Guede, infatti è che essendo stati prosciolti Knox e Sollecito, debba venire a cadere anche la condanna di omicidio in concorso di Guede. Non è di questo avviso Sollecito che, come riferisce Il Fatto Quotidiano, a margine della sentenza ha commentato:”Rudy Guede non è stato condannato in concorso con dei fantasmi ma singolarmente nel processo che lo ha riguardato e nel quale sono state riconosciute tutte le sue responsabilità”. Per Sollecito “quello di Guede è un procedimento che non mi riguarda e del quale non mi occupo. Sulla scena del delitto non ci sono comunque mai stati indizi della presenza di più persone ma solo le tracce di Guede. La ricostruzione dell’omicidio porta poi a ritenere che sia stato compiuto da una sola persona. Guede ha scelto di essere giudicato in maniera separata da noi e un eventuale concorso mio e di Amanda Knox andava valutato nel nostro processo al termine del quale la Cassazione ci ha definitivamente assolti. Guede continuerà a seguire la sua strada processuale”. 



La corte d’Appello di Firenze ha giudicato “inammissibile” l’istanza di revisione del processo per l’omicidio di Meredith Kercher presentata da Rudy Guede, l’ivoriano condannato a 16 anni di carcere per avere ucciso la studentessa inglese l’1 novembre del 2007. I giudici, che hanno definito la richiesta “inammissibile” dopo un’ora di camera di consiglio, hanno anche stabilito che a pagare le spese processuali sia lo stesso Guede. Non ha avuto successo, dunque, la strategia difensiva degli avvocati di Rudy Guede, i legali Tommaso Pietrocarlo e Monica Grossi che, come riportato da Il Fatto Quotidiano, speravano di dimostrare la presunta inconciliabilità tra la sentenza definitiva della Cassazione che nel 2010 condannò il loro assistito per omicidio in concorso e quella che nel 2015, invece, assolse Amanda Knox e Raffaele Sollecito. L’avvocato Pietrocarlo ha spiegato cos’è andato storto:”Ritenevamo che, dopo aver la Corte di Cassazione stabilito che il coltello di Sollecito non è l’arma del delitto, che le tracce biologiche sul reggiseno non sono riconducibili a Sollecito, questi accertamenti di fatto fossero incompatibili con la nostra condanna perché questa dà per esistente che il coltello era quello e che nell’eseguire la violenza sessuale sarebbe stato coadiuvato da Sollecito”. La Cassazione, ha concluso Pietrocarlo, “dice che così non è. A nostro avviso i due giudicati sono incompatibili nel senso che questi due fatti storici posti alla base della nostra sentenza di condanna, appunto sono stati invece accertati come non reali dalla Cassazione” nelle assoluzioni di Knox e Sollecito. Ricordiamo che Guede, a differenza di Knox e Sollecito, aveva scelto il rito abbreviato venendo condannato a 16 anni; i due fidanzatini invece scelsero il rito ordinario e ottennero l’assoluzione.

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