Tra i santi che la chiesa cattolica suole ricordare nella giornata del 10 gennaio c’è anche san Aldo, del quale però sono poche le notizie a disposizione. Di lui non sono noti né il luogo né la data di nascita, anche se si è soliti collocare quest’ultima in un periodo imprecisato dell’ VIII secolo, quando la penisola italiana era divisa in diversi regni governati da sovrani barbari e la fede cristiana era minacciata dall’incombere dell’islamismo. Le uniche notizie che si hanno a disposizione su questa figura sono contenute nell’agiografia scritta dai Bollandisti, gesuiti che prestavano la loro opera in Belgio, e nel Martirologio dell’Ordine benedettino. Si dice che egli svolgesse l’attività di carbonaio a Carbonaria, una cittadina poco distante da Pavia, e che vivesse da eremita. Il fatto che il suo nome sia presente nel Martirologio porta a supporre che sia stato monaco a Bobbio, nello stesso monastero che deve la propria fondazione (614 d.C.) a san Colombano e nel quale i caratteri tipici del cenobio degli orientali convivevano con la Regola benedettina. I monaci che si rifacevano agli insegnamenti di S. Colombano, infatti, non facevano una vera e propria vita da eremiti, nel senso che si dedicavano sì alla contemplazione ma unita ad attività manuali che permettevano agli adepti di sperimentare la fatica derivante dal doversi procurarsi da vivere. Tale concetto è testimoniato anche dalla rappresentazione tradizionale di san Aldo, un monaco col volto nero di fuliggine e le mani nodose. Si può perciò considerare questo santo come un chiaro esempio dell’unione tra l’eredità religiosa lasciata da san Benedetto con il nuovo spirito di cui si fecero promotori i monaci provenienti dall’Irlanda, la quale proprio grazie all’opera svolta da san Colombano era divenuta il luogo dove il cristianesimo attinse nuova linfa vitale. Le spoglie di san Aldo sono custodite a Pavia nella basilica di S.Michele, dopo essere state spostate dalla basilica di san Colombano. 



È il patrono di Carbonara al Ticino, località che si trova in provincia di Pavia, nella Lomellina orientale, e che conta poco più di 1.500 abitanti. Già verso il XIII secolo questo comune era conosciuto col nome di Carbonaria ed era parte integrante della proprietà feudale dei signori Beccaria per poi passare, nel XV secolo, in mano ai Visconti. In seguito venne governata dal marchese Antonio Maria della Chiesa Malaspina e più avanti (1713) passerà in mano ai Savoia, così come tutti i territori della Lomellina. Soltanto a partire dal 1863 cambierà il suo nome da Carbonaria a Carbonara al Ticino, e ogni anno i carbonaresi sono soliti ricordare il loro patrono, san Aldo, appunto, con una processione. 



Altre figure religiose ricordate dalla chiesa nella giornata del 10 gennaio sono san Agatone, santa Francesca Salesia, san Guglielmo di Bourges, san Valerio, san Petronio di Die, san Milziade e san Paolo di Tebe.

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