Poco fa la notizia della convalida dell’arresto del 16enne che ha ucciso i genitori, Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni: niente comunità o domiciliari per il minorenne e l’amico che lo ha aiutato nel duplice omicidio. È stata comunque una giornata di lavoro intenso per i Carabinieri della scientifica di Ferrara all’interno della villetta di Ponte Langorino: le indagini scientifiche sono preziose per blindare le confessioni dei due ragazzi e quindi per dare riscontro alle loro parole. Non mancano i retroscena sulle indagini degli inquirenti: stando a quanto riportato da Rai News, l’amico del figlio delle vittime è stato individuato subito da un ufficiale dei carabinieri, perché è stato l’unico a creare problemi quando tutti gli amici del 16enne sono stati radunati davanti alla villetta. L’ufficiale ha deciso di sentire tutti i giovani come testimoni e in particolare il 17enne. Quando i due amici si sono ritrovati avrebbero rivelato il loro legame con alcuni sguardi.



Dopo un giorno di attesa per prendere una decisione ponderata, il gip ha convalidato l’arresto del 16enne che ha ucciso i genitori a Ferrara e anche per il suo complice 17enne: la vicenda di Pontelangorino prende i contorni di un vero caso criminale, con la conferma del carcere per i due autori del folle delitto con l’ascia nella casa dei coniugi Vencelli. Il Gip Luigi Martello, ha infatti accolto la tesi dell’accusa rappresentata dal pm della procura dei Minori, Silvia Marzocchi, costruita sulla base degli accertamente svolti dai carabinieri di Ferrara. Il giudice ha respinto le richieste dei difensori dei due minori che chiedevano la collocazione in comunità o gli arresti domiciliari. I ragazzi hanno confessato praticamente fin da subito e non ci sono ormai dubbi sui reali autori della strage vicino a Ferrara, gli indizi sono tutti schiaccianti: resta il mistero sul movente che ancora andrà chiarito dagli inquirenti prima del processo che scatterà di certo nei prossimi mesi. A breve anche il programma Pomeriggio 5 tornerà sul caso, raffrontando le ultime chiamate di Salvatore alla scuola dei figlio il giorno prima del delitto.



Continuano ad emergere retroscena inquietanti dietro il duplice omicidio nel Ferrarese con protagonista il 16enne, assassino reo confesso, autore del delitto dei propri genitori insieme ad un amico 17enne. A perdere la vita sono stati i coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, forse a causa degli insuccessi scolastici del 16enne e delle conseguenti liti con i genitori. Nella puntata di ieri di Chi l’ha visto 12.25, a prendere la parola è stato il vicepreside della scuola frequentata dal giovane. L’insegnante ha raccontato che il lunedì dopo le festività natalizie il 16enne era presente come sempre a scuola. Lo stesso giorno, dopo le 13:00, il padre Salvatore Vincelli chiamò la scuola chiedendo di poter parlare con un dirigente scolastico. A confermare l’episodio è stato lo vicepreside che alla trasmissione Chi l’ha visto ha asserito quanto da lui appreso in un secondo momento dalla segreteria dell’istituto scolastico: “Ha chiamato il papà, io ero appena andato via e chiedeva di me. Mi avrebbe richiamato la mattina successiva ma chiaramente la situazione drammatica si era già verificata”. È possibile che in quelle ore si fosse alzata la tensione tra il figlio e i genitori proprio sulla situazione scolastica delicata e che potrebbe rappresentare il movente del delitto.



Ancora l’ombra della droga che scende sul caso di Ferrara, con i due minorenni che hanno ucciso i coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni: dopo un’inchiesta di un collega della Stampa (Niccolò Zancan, ndr) nelle scorse ore sono stati sentiti alcuni degli amici del bar che i due minorenni frequentavano spesso. Il 16enne e il suo amico complice pare facessero largo uso di sostanze stupefacenti e ora arriverebbe anche la conferma dei compagni molto vicini a loro: «R. aveva provato la coca. Lo ha raccontato qui davanti alla lavanderia. Gli era piaciuta molto. Si sentiva proprio bene, carico. Aveva tirato calci a una porta e sfondato una finestra a pugni. Mi ricordo che aveva detto di essersi sentito come un supereroe. Secondo me, per combinare quello che hanno fatto l’avevano presa entrambi. E poi so che fumavano anche le canne e l’oppio». Agli inquirenti e agli esami della scientifica verificare se effettivamente i due ragazzi prima del delitto dei genitori fossero sotto effetto di queste o altre sostanze stupefacenti.

Sul caso del 16enne che ha ucciso i genitori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni interviene quest’oggi a Mattino 5, programma di Mediaset con Federica Panicucci, la madre dell’amico complice di 17 anni. Una donna distrutta, come ieri si è visto con il marito intervistato da Pomeriggio 5: «non lo pensavo capace di una cosa del genere, ma adesso gli staremo vicino: abbiamo paura che si tolga la vita». Il pericolo del suicidio era stato riferito anche dal padre di Manuel, questo il nome del minore amico del 16enne; «Manuel è pentito di quello che ha fatto”, spiega a Mattino 5 la donna che esprime tutto il suo dolore ma anche la sorpresa per un’amicizia che ha messo nei guai il figlio. “Gli voglio bene, ho detto a mio marito di dargli un bacio perché io gli voglio bene».

Un elemento ancora è stato poco battuto dagli inquirenti e dalla stampa in questa orrenda vicenda del 16enne che ha ucciso assieme all’amico i due genitori Salvatore Vincelli (in realtà il patrigno) e Nunzia Di Gianni, consegnandosi poco dopo una goffa ricostruzione di una presunta rapina: la droga, sollevata dal padre dell’amico complice del 16enne, potrebbe aver giocato un ruolo se non decisivo quantomeno importante nell’economia del delitto con l’ascia. «Ho paura che si ammazzi. È un ragazzo buono, ma è un debole. Secondo me erano sconvolti da qualche sostanza. Erano drogati. In carcere era disperato. Mi ha chiesto un pacchetto di sigarette. Gli ho detto che io e sua mamma gli staremo sempre vicini, anche se quello che ha fatto è troppo grande, troppo», ha riferito il padre del 17enne ora in carcere. Infatti gli spinelli, perché di questo finora si è parlato nel caso di Pontelagorino (Ferrara), sarebbero all’ordine del giorno di questi due ragazzi di provincia: dalle testimonianze raccolte in paese, che il figlio della coppia uccisa tornasse a casa molto tardi la notte, andasse a scuola controvoglia, spesso addormentandosi in classe. Le liti con i genitori partivano anche da questo punto, perché mamma e papà avevano la colpa di richiamarlo, sgridarlo, obbligarlo a proseguire gli studi per prendere almeno il diploma. Che poi l’effetto delle sostanze stupefacenti fosse realmente eprsente al momento del delitto dovranno appurarlo gli inquirenti, di sicuro è un fatto che non può essere tenuto nascosto e che di certo non depenalizza l’orribile omicidio compiuto dai due ragazzi minori.

Un dramma senza fine quello che stanno vivendo in queste ore gli abitanti di Pontelangorino, in provincia di Ferrarese. E’ qui che un sedicenne ha ucciso i due genitori, Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni, con la complicità di un amico. La coppia possedeva un ristorante in paese ed erano originari di Torino, città in cui vive il primogenito di 25 anni. Gli inquirenti, così come gli italiani, sono alla ricerca del movente che ha spinto il giovane a diventare mandante del duplice assassinio, mentre l’avvocato difensore del 16enne Riccardo ha sottolineato che i brutti voti del ragazzo non sono da collegare alla tragedia. La miccia che ha acceso quell’odio, sopito da tanto tempo, sarebbe stata una telefonata di Salvatore Vincelli al Preside dell’Istituto frequentato dal figlio, per chiedere informazioni sull’andamento scolastico del ragazzo. Il vicepreside dell’ITI di Codigoro ha infatti confermato che Vincelli avrebbe dovuto telefonargli l’indomani per fissare un appuntamento e discutere di persona, “Ma evidentemente era già successo tutto”, rivela a Il Fatto Quotidiano. I due indagati dovranno rispondere inoltre questa mattina, 13 gennaio 2017, alle domande degli Agghiacciante il modus operandi con cui è stato compiuto il delitto, a partire dall’arma usata, un’accetta. inquirenti. Secondo le prime indiscrezioni, il complice del 16enne sarebbe stato l’esecutore materiale, mentre il giovane mandante si trovava nascosto in una stanza attigua alla scena del crimine. L’amico sarebbe entrato infatti nella stanza tramite una porta finestra, lasciata appositamente aperta da Riccardo poco prima. Il ritrovamento dei due corpi sarebbe stato inscenato inoltre solo perché i due ragazzi non sarebbero riusciti a trasportarli all’esterno. Una triste vicenda che si è consumata in pochi minuti, mentre la coppia stava dormendo nella propria camera da letto e che richiama alla memoria altrettanti delitti macabri perpetrati ai genitori per mano dei figli, spesso giovanissimi. L’omicidio di Vincitelli e della moglie Nunzia Di Gianni, di 45 anni, è collegato a doppia mandata al delitto perpetrato da Piero Maso, mosso sempre da motivi d’odio. E senza dimenticare Erika e Omar, i due ragazzi tristemente noti per il delitto di Novi Ligure che sconvolse il popolo italiano ormai 16 anni fa.

È disperato il padre del ragazzo 17enne, complice del ragazzo che ha ucciso senza pietà con un’ascia i genitori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni (la madre e il patrigno): il programma Pomeriggio 5 ha raggiunto nella casa di Pontelagorino proprio il padre del ragazzo complice del delitto che con fatica è riuscito a rispondere alle domande dei cronisti. “Non so perché lo ha fatto…è un ragazzo normale ma qualcosa deve essere successo, non è mai strato aggressivo ma nell’ultimo periodo è cambiato. A lui ho chiesto “perché? Perché lo hai fatto?”, una vita normale e tranquilla come tanti altri ma non ci credo che siano solo i soldi che lo hanno convinto”. Gli starà vicino perché comunque rimane suo figlio ma la condizione di questa famiglia, oltre a quella distrutta dei signori Vincelli, è altrettanto drammatica.

Un “raptus” programmato quello che il figlio 16 enne dei poveri signori Vincelli ha scatenato con l’aiuto dell’amico complice di 17 anni: questo ultimo atto si emerge dalle ricostruzioni degli inquirenti che hanno interrogato questo pomeriggio i due ragazzi separatamente. Come riporta TgCom 24, «una telefonata del padre Salvatore Vincelli, preoccupato del comportamento a scuola, sarebbe l’ultima goccia del montante risentimento verso i genitori, quella che avrebbe portato il ragazzo a chiedere aiuto per ucciderli, all’amico del cuore, con la promessa di mille euro». Questo è quanto ha confermato il vicepreside della scuola Iti di Codigoro (vedi qui sotto il focus specifico), spiegando come il patrigno avrebbe dovuto chiamare per fissare un colloquio con il Dirigente scolastico proprio la mattina dopo l’omicidio.

“È pentito e sconvolto”, il ragazzo di 16 ani che ha ucciso i genitori a Pontelagorino, in quel di Ferrara: queste sono le parole dell’avvocato difensore del giovanissimo killer. La legge Gloria Bacca, nominata sua difensore d’ufficio, ha parlato alla stampa rivelando alcuni dettagli sulla confessione fatta dal suo assistito che ha confermato di aver architettato il piano assieme all’amico 17enne. l sedicenne fermato per l’omicidio di entrambi i genitori, la madre Nunzia Di Gianni e il patrigno Salvatore Vincelli. Nell’interrogatorio davanti ai Pm per i minorenni di Bologna, il giovane avrebbe confermato integralmente la confessione. “Non so come la pensano gli investigatori, ma per me è una persona che ha gran bisogno di una mano”, ma non solo: secondo il legale non sono certo i brutti voti ad aver scatenato l’orrendo omicidio. «Non è stato per un brutto voto, ma per un motivo molto più complesso; ci sono problemi adolescenziali non trattati con i dovuti modi, da parte di entrambi. Sia dai genitori, che da lui stesso e anche da parte della società».

Quanto avvenuto nel ferrarese a scapito dei due coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni ha realmente dell’assurdo. I due sono morti per mano del figlio 16enne, reo confesso, aiutato da un amico più grande di lui di appena un anno. Ad oggi si cerca ancora il vero movente alla base del terribile gesto e che potrebbe annidarsi proprio nei dissidi con i genitori a causa dei suoi insuccessi scolastici. La trasmissione Chi l’ha visto nella fascia quotidiana ha oggi trasmesso l’intervista al vicepreside della scuola che frequentava il 16enne, il quale ha ammesso: “Il giovane era in difficoltà negli studi”. L’insegnante ha smentito il violento litigio tra madre e figlio avvenuto in sua presenza, ma ha confermato di aver ricevuto Nunzia Di Gianni, su sua richiesta, per spiegarle l’andamento scolastico dello studente. Il vicepreside ha raccontato di aver parlato con entrambi e di aver analizzato la situazione; al termine del colloquio la madre appariva molto adirata per la situazione non idonea rispetto al percorso scolastico richiesto e fu molto dura con il figlio, al quale chiese una maggiore responsabilità. Di contro, il 16enne replicò asserendo di non essere molto sereno e che forse la scuola non faceva per lui. Il colloquio con il vicepreside avvenne 10 giorni prima di Natale.

Il 16enne e l’amico che hanno confessato di aver ucciso Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni si trovano nel centro di accoglienza del carcere minorile del Pratello di Bologna. I coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni sono stati uccisi a colpi di ascia nella notte tra lunedì e martedì nella loro casa di Pontelangorino di Codigoro, in provincia di Ferrara. Il duplice omicidio ha colpito molto l’opinione pubblica per il fatto che ha visto coinvolti due minori. Questo il commento pubblicato ieri sulla propria pagina Facebook da Matteo Salvini, leader della Lega Nord, e fissato in alto sul profilo del social network: “Un verme che a 16 anni uccide a colpi di ascia i genitori perché lo rimproveravano per i brutti voti a scuola deve rimanere in prigione per tutta la vita, lavorando in carcere per rendere utile la sua inutile vita. Qualcuno dirà “poverino, è minorenne”: chi se ne frega!”. Ma i commenti degli italiani la post di Salvini si dividono tra chi condivide queste parole e chi invece la pensa in maniera diversa: clicca qui per leggerli.

Il 16enne che ha ucciso vicino a Ferrara i suoi genitori con un ascia ha avuto fin dall’inizio un complice, il suo miglior amico di un anno in più (17enne): la conferma è arrivata quasi subito con la confessione dei due ragazzi dopo una breve e goffa ricostruzione che parlava di una rapina di presunti criminali entrati nella casa. Dopo l delitto, i due ragazzi di Pontelagorino hanno cercato di spostare i cadaveri di Salvatore Vincelli e della moglie Nunzia Di Gianni in un fiume, ma non essendoci riusciti hanno raccontato la storia della rapina, crollata subito dopo. «Ho ucciso i signori Vincelli nel sonno. Avevamo pianificato tutto insieme, mi aveva promesso tanti soldi e ho accettato», sono le parole agghiaccianti di M., il ragazzo complice del 16enne killer con l’ascia. Ancora choccato il padre, che dopo quanto affermato in un primo momento alla stampa – qui sotto un estratto – ha voluto raccontare anche l’incontro in questura con il figli incriminato. «Mi ha detto papà perdonami: Adesso la nostra paura è che si uccida. Io nella vita ho sempre solo lavorato, ho tre figli e uno è disabile, il destino è già stato duro con noi… Quando ci siamo salutati, in caserma, gli ho detto: io ci sarò sempre, non ti abbandonerò mai», si legge sul Resto del Carlino.

Ha parlato con i giornalisti il padre del 17enne che ha aiutato l’amico di 16 anni ad uccidere i genitori Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni: «Manuel è un buono, che ci crediate o no. Si è fatto lusingare dai soldi ed erano davvero tanti. I carabinieri li hanno trovati qui a casa, nascosti in un angolo. Un portafoglio gonfio di soldi». Sono le parole del padre dell’amico killer d Pontelagorino, distrutto d quanto fatto dal figlio a cui erano stati promessi mille euro dal migliore amico e per questo motivo, pare, si sia convinto a fare quell’efferato omicidio davvero incomprensibile a mente lucida. «Ti do quello che vuoi. Soldi quanti ne vuoi, se mi aiuti a fare questa cosa», gli avrebbe infatti detto l’amico promettendogli mille euro. Paese distrutto, famiglie distrutte e un movente che ancora non convince a pieno gli inquirenti ma che sembra ormai soffermarsi propri sul sentimento di rivalsa e di odio del 16enne rispetto alla madre, arrivata anche a schiaffeggiare a scuola e facendo scattare l’insana follia programmata.

Emergono nuovi particolari sull’omicidio di Pontelagorino, in provincia di Ferrara: lo scorso martedì notte sono stati uccisi i coniugi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni e ieri il figlio 16enne e un amico hanno confessato il delitto. Secondo quanto riferito da Il Resto del Carlino i due ragazzi, dopo l’omicidio avvenuto di notte, avrebbero cercato di fingere una rapina spostando i corpi di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni dal letto dove dormivano e dove sono stati uccisi alla cucina e al garage. Quindi il 16enne figlio della coppia e l’amico sono usciti dalla casa del delitto, hanno buttato l’arma del delitto, un’ascia fatto poi ritrovare da loro stessi agli inquirenti, e si sono diretti alla casa dell’amico. Qui avrebbero “giocato alla Play”. Poi verso l’ora di pranzo il 16enne è tornato a casa e ha dato l’allarme chiamando il 118 e chiedendo aiuto per aver trovato i genitori morti. Anche l’amico si è poi presentato davanti alla casa di Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni quando ormai erano già arrivati i carabinieri e avrebbe chiesto agli amici, riferendosi a ipotetici ladri: “Allora, li hanno presi?”.

Ancora sotto choc gli abitanti di Pontelagorino, dove sono stati brutalmente uccisi Salvatore Vincelli e Nunzia Di Gianni dal figlio 16enne. Proprio il ragazzino, Riccardo, è stato il primo a dare l’allarme ritornando nella villetta di via Fronte Primo Tronco 100/A: ha avvertito prima una zia, poi i carabinieri e in entrambi i casi piangendo. La madre è stata trovata in cucina uccisa con sei colpi di scure, ma è morto per primo il padre, a cui ne erano stati inferti tre. Il corpo è stato poi trascinato in garage. Il 16enne non avrebbe agito da solo, ma con un amico a cui aveva promesso mille euro: i due avevano pensato di inscenare la scomparsa della coppia, ma non riuscendo a portare i due cadaveri fuori dalla villetta per sbarazzarsene hanno ripiegato sulla rapina. Nessun segno di effrazione, né un euro era stato portato via: per questo, stando a quanto riportato da Il Fatto Quotidiano, gli investigatori non hanno creduto a questa versione e quindi hanno spostato il mirino sul figlio 16enne della coppia. Questa intuizione alla fine si è rivelata giusta, ma nessuno immaginava che dietro la carneficina ci fossero motivi banali come qualche litigio per la condotta scolastica del ragazzino.

Sono a dir poco agghiaccianti i particolari che emergono in merito al duplice omicidio di Pontelagorino: il 16enne Riccardo Vincelli ha ucciso i genitori Salvatore e Nunzia Di Gianni con l’aiuto di un amico e ha avvolto le teste delle vittime in sacchetti di plastica. Ciò non solo per evitare di lasciare tracce di sangue durante gli spostamenti, ma anche perché non volevano guardare in faccia le due vittime. Lo hanno rivelato gli inquirenti, che hanno emesso i due provvedimenti cautelari. Ora i due ragazzi sono nel carcere minorile di Bologna. Il Prefetto di Ferrara, Michele Tortora, ha espresso gratitudine e stima per l’Arma dei Carabinieri e per chi si è prodigato per risolvere il caso e assicurare alla giustizia i responsabili del duplice omicidio, poi si è concentrato sull’inquietudine derivante dal contesto in cui è maturato il delitto: «Pone con forza la necessità di perseguire con determinazione e in modo mirato politiche attive in grado di prevenire l’insorgenza di gravi fenomeni di disagio giovanile» riporta La Nuova Ferrara.