Nelle ultime settimane, il giallo attorno all’omicidio di Gianna Del Gaudio si è arricchito di nuovi enigmi in seguito ad un altro delitto inspiegabile avvenuto in circostanze molto simili, quello di Daniela Roveri. Inevitabilmente, anche a causa delle similitudini, è emersa l’ipotesi di uno spietato serial killer a piede libero nella zona di Bergamo, tesi fortunatamente smentita dal procuratore capo di Bergamo, Walter Mapelli. I dubbi sull’esistenza di un presunto serial killer, tuttavia, sono stati nutriti anche da Paolo Tizzani, figlio di Gianna Del Gaudio e dell’indagato Antonio, il quale a Giallo, come riporta il sito Leggo.it, ha dichiarato: “A 115 giorni dalla morte di mia mamma è stata uccisa un’altra donna nello stesso modo… E se non fosse un caso? E se fosse un serial killer? Io fino a che non mi daranno prove certe sull’assassino di mia madre, chiunque egli sia, non voglio trascurare nessuna ipotesi”. I dubbi degli inquirenti, tuttavia, continuano a riguardare il marito dell’ex professoressa, al momento il solo indagato a piede libero.
Ha dell’incredibile l’ultima indiscrezione relativa al giallo di Gianna Del Gaudio e che parlerebbe di un presunto inquinamento della scena del crimine. E’ quanto reso noto ieri dalla trasmissione di Rai1, La vita in diretta, che ha rivelato in esclusiva la notizia parlando di un vero e proprio colpo di scena. Stando alle parole dell’inviato, i Carabinieri sopraggiunti nella villetta di Seriate avrebbero già trovato gli operatori del 118 i quali avevano spostato il corpo ormai senza vita di Gianna Del Gaudio. Gli agenti li avrebbero immediatamente bloccati invitando i sanitari a riposizionare il corpo della donna dove era stato trovato. Le tracce di sangue generate da questa incauta manovra sarebbero ancora evidenti nella villetta. Questa indiscrezione rivelerebbe un altro importante particolare relativo al marito di Gianna, nonché unico indagato: Antonio Tizzani non avrebbe affatto perso tempo, come inizialmente ipotizzato. L’ex ferroviere, anzi, avrebbe chiamato due volte il 118 in preda all’agitazione, tanto da aver buttato il telefono. Ripresa la cornetta, l’operatore avrebbe continuato a chiedergli di controllare e cercare di capire se la moglie fosse ancora viva. Cosa cambia questo? Secondo gli ospiti della trasmissione di Rai1, cambierebbe molto perché finora abbiamo sempre avuto l’immagine di una persona che perde minuti preziosi e quindi con un atteggiamento poco comprensibile. Il fatto che lui lanci l’allarma avvalora un po’ di più la sua versione ma non è l’alibi poiché se presupponiamo che sia stato un omicidio di famiglia e presupponiamo che lui sia il colpevole, potrebbe anche essere stata una messinscena messa in atto dallo stesso.
Emergono importanti novità nel caso di Gianna Del Gaudio, l’ex professoressa di Seriate sgozzata nella sua abitazione la notte tra il 26 ed il 27 agosto scorso. Il giallo sembra essere giunto ad una prima seria battuta di arresto, in attesa di alcuni importanti riscontri che chiarirebbero meglio anche la posizione dell’unico indagato a piede libero, il marito della vittima, Antonio Tizzani. In merito al giallo di Seriate, nel corso della puntata di ieri la trasmissione di Rai 1, La vita in diretta, ha reso note in esclusiva alcune rivelazioni importantissime: stando ad un servizio realizzato dall’inviato Max Franceschelli, la scena del crimine sarebbe stata inquinata durante i primi interventi. Il giornalista sarebbe venuto a conoscenza di un’altra scottante verità su quanto avvenuto nei minuti immediatamente successivi all’uccisione di Gianna Del Gaudio, sgozzata con un solo fendente. Secondo le rivelazioni esclusive fornite dalla trasmissione di Rai1, Antonio Tizzani, dopo essersi accorto del corpo della moglie riverso sul pavimento avrebbe subito chiamato il 118 e successivamente qualcuno avrebbe involontariamente inquinato le prove. Proprio i sanitari del 118 sarebbero giunti sul luogo del delitto poco prima dei carabinieri e nel tentativo di rianimare Gianna Del Gaudio avrebbero spostato il corpo trasportandolo in soggiorno, probabilmente con l’intenzione di posizionarlo su un tavolo. Al loro arrivo, i Carabinieri, rendendosi conto di quanto accaduto, avrebbero chiesto agli uomini già presenti di rimettere il corpo ormai senza vita dell’ex professoressa in pensione nel posto in cui era stato trovato, provocando così un ulteriore quanto inaudito inquinamento delle prove sulla scena del crimine. Se questa versione dovesse trovare riscontro per mezzo di un verbale delle Forze dell’Ordine, o se i sanitari del 118 dovessero ammettere di aver compiuto questa gravissima azione in sede di omicidio, potrebbe esserci un effettivo sgravio della posizione dell’uomo che risulta al momento il solo sospettato nonché iscritto nel registro degli indagati, ovvero il marito della vittima Antonio Tizzani, da sempre ritenutosi estraneo ed innocente. Contro l’ex ferroviere, ad oggi sarebbero stati raccolti solo indizi ma nessuna prova certa, anche alla luce dei ritardi con i quali starebbero giungendo, poco alla volta, i risultati della scientifica sull’arma del delitto – un cutter dalla grossa lama – e sulla busta che lo conteneva e nella quale sarebbe stato trovato anche un paio di guanti in lattice bianchi.