Sono in corso le indagini bancarie e patrimoniali sui fratelli Occhionero, Giulio e Francesca Maria accusati di cyberspionaggio. Secondo quanto riportato da Rainews24 infatti la Procura di Roma sta per avviare accertamenti bancari (italiani ed esteri) e patrimoniali sul conto dei fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero. Gli investigatori vogliono ricostruire la galassia delle società, almeno quattro e domiciliate a Londra, riconducibili ai due fratelli, e capire di che cosa si occupassero veramente queste società (ufficialmente inattive) e a che cosa servissero i dati acquisiti in maniera illecita dagli account di posta elettronica legati a terze persone e a organi istituzionali. Si potrebbe trattare di un’attività di intermediazione del credito o forse per un’analisi del mercato borsistico per prevedere l’andamento dei titoli: lo stesso ingegnere nucleare Giulio Occhionero ha dichiarato ai magistrati di essere in possesso di software matematici per stimare in anticipo i movimenti delle azioni.
Si tratta di un carabiniere ad essere indagato per l’oscura vicenda dei fratelli Occhionero, Giulio e Maria Francesca, nell’ambito delle indagini “Eye Pyramid” sulla pesante operazione di cyberspionaggio su migliaia di account e email d personaggi importanti (da Renzi a Monti, fino ad arrivare al Vaticano e alle regioni Lombardia e Campania). Ufficialmente sono tre gli indagati coinvolti nell’inchiesta sul cyberspionaggio: i fratelli Giulio e Francesca Maria Occhionero, finiti in carcere, e un poliziotto, sospettato di favoreggiamento, che sarebbe stato attivato dall’ingegnere nucleare per acquisire notizie e informazioni sul pm Eugenio Albamonte, titolare degli accertamenti. Ora però spunta il nome di un vicebrigadiere dei carabinieri, è lui infatti il secondo uomo delle forze dell’ordine ad essere coinvolto nelle indagini che hanno portato all’arresto i fratelli Occhionero. Come riporta RaiNews 24, «Il militare è stato denunciato dalla Polizia Postale (e sarà per questo indagato dalla Procura) per accesso abusivo a un sistema informatico, in particolare al database dello Sdi (Sistema di indagine) delle forze dell’ordine. Sarebbe stato lui a verificare se sul conto dell’ingegnere nucleare ci fosse un’attività di indagine da parte della magistratura». In sostanza la polizia postale avrebbe appurato che il carabiniere sarebbe stato sollecitato dai fratelli Occhionero in questa ricerca da un “fratello massone” amico tra l’altro di Giulio e legato alla stessa loggia segreta. I colleghi della Rai giustamente tendono a precisare come «E’ possibile che il carabiniere abbia svolto in buona fede questa verifica senza sapere che ci fosse un’indagine a carico di Occhionero. In caso contrario, rischia anche un’accusa di favoreggiamento, reato ipotizzabile pure nei confronti del ‘fratello massone».
Sul caso del cyberspionaggio per cui al momento sono indagati e incarcerati Giulio e Maria Francesca Occhionero, interviene il Presidente del Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (l’organo che di fatto vigilia sui servizi segreti). Secondo Giacomo Stucchi dunque, il caso che vede collegati ambiti della massoneria con il cyberspionaggio è di una gravita assoluta: «Dopo lo scenario emerso con l’inchiesta EyePyramid, dai contorni ancora da chiarire, si avverte ancor di più il bisogno di riaggiornare quanto prima il nostro piano nazionale di cyber security, rimasto inapplicato in molte sue parti», parla in diretta a RaiNews 24 il senatore della Lega e Presidente del Copasir. Oltre però a rivedere con urgenza l’intero impianto di sicurezza nazionale, Stucchi ha richiesto agli 007 italiani di controllare quanto sia stato effettivamente rubato a seguito dell’attività, e anche «se queste informazioni siano state usate solo per guadagnare – fatto di per sé già gravissimo – o se dietro ci sia qualcosa di ancora più grosso e organizzato. Lo capiremo meglio con l’analisi del materiale presente sui server negli Usa».