Per la difesa di Alberto Stasi per fare definitiva chiarezza sul delitto di Garlasco e quindi sulla morte di Chiara Poggi bisogna indagare su Andrea Sempio, amico e fratello della vittima. Ma secondo Francesco De Stefano, il perito che accusò Alberto Stasi, non è possibile affermare che il Dna trovato sotto le unghie di Chiara Poggi sia quello di Andrea Sempio. «Che ci sia un profilo genetico identificabile è fuori da ogni ipotesi razionale…» ha dichiarato De Stefano, ordinario di Medicina legale al Dipartimento di Scienze della salute all’università di Genova, ai microfoni del settimanale Oggi. Il genetista ha spiegato che sotto le unghie di Chiara Poggi sono stati trovati molti profili sovrapposti, quindi è «impossibile  confermare quanto afferma la difesa di Alberto Stasi. Non c’è alcuna possibilità di contestare le mie analisi fatte nel 2014. Sono basate su dati oggettivi». Proprio per la sua perizia sulle tracce biologiche trovate sotto le unghie della vittima il genetista finì nel mirino dei legali di Alberto Stasi.



Sono tanti gli aspetti misteriosi attorno al delitto di Garlasco e che si rincorrono da anni, a partire dalle impronte che l’assassino di Chiara Poggi avrebbe lasciato sulla scena del crimine. Dopo l’omicidio, nella villetta dei Poggi furono rinvenute molte impronte di scarpe con la suola a pallini nel sangue di Chiara e per tutta la casa. Dopo sette anni di indagini si risalì al modello della scarpa. Stando a quanto riportato dal settimanale Giallo, fu il Tribunale di Milano a scoprire che si trattava di impronte lasciate da una scarpa di marca Frau, modello Camper numero 42. Le calzature furono attribuite a Stasi, sebbene il giovane non avesse il numero 42 e scarpe con la suola a pallini (anche se della marca indicata). In nessuna fotografia dell’epoca i giudici trovarono Stasi con indosso scarpe simili. In merito all’argomento, lo stesso settimanale diretto da Andrea Biavardi ha pubblicato sull’ultimo numero una foto in esclusiva tratta da un profilo Facebook di un’amica di Andrea Sempio e che immortala l’indagato con indosso scarpe simili a quelle individuate ed appartenenti all’assassino di Chiara Poggi. La foto risale a qualche anno dopo il delitto di Garlasco e aprirebbe a nuovi dubbi che solo gli inquirenti potranno chiarire.



La verità sul delitto di Garlasco potrebbe non essere quella che per anni i giudici e poi la Cassazione hanno inseguito. E se dietro l’omicidio di Chiara Poggi ci fosse un’altra persona rispetto al fidanzato Alberto Stasi? E’ questa la domanda che è stata inevitabilmente sollevata nelle ultime settimane, alla luce dell’iscrizione nel registro degli indagati di Andrea Sempio, il cui Dna, secondo la difesa di Stasi, sarebbe stato rinvenuto sotto le unghie della vittima. Un nuovo inquietante retroscena, come rivela Il Giorno online, è emerso nel corso dell’ultima puntata della trasmissione Quarto Grado, la quale ha evidenziato un episodio risalente al 12 gennaio 2016: un anziano signore sarebbe entrato nel negozio di autoaccessori della famiglia di Alberto Stasi asserendo di conoscere la verità sul delitto di Garlasco. Secondo il suo racconto, il giorno il cui Chiara Poggi è stata uccisa, il 13 agosto 2007, accanto al villino dell’abitazione della vittima avrebbe notato un uomo che non era Alberto Stasi. Il testimone, tuttavia – probabilmente un agricoltore della zona – non sarebbe mai stato rintracciato. Potrebbe conoscere davvero la verità su uno dei delitti più cruenti della cronaca italiana?



Il clamore attorno al delitto di Garlasco, dopo la svolta che è intervenuta nelle passate settimane con un nuovo nome nel registro degli indagati, non accenna a placarsi. Andrea Sempio potrebbe reamente mutare le sorti del caso relativo all’omicidio di Chiara Poggi avvenuto nell’agosto di dieci anni fa, ma anche quelle del fidanzato Alberto Stasi, condannato dopo otto anni di processo a 16 anni di reclusione in via definitiva. I giudici e la Cassazione non avrebbero dubbi: il vero responsabile è proprio il giovane dagli occhi di ghiaccio. Del medesimo parere sarebbe anche la famiglia della vittima e la sua difesa. In merito, interpellato da Il Giorno, Gian Luigi Tizzoni, avvocato di parte civile per la famiglia Poggi ha commentato le ultime indagini asserendo: “Confidiamo nel fatto si tenga conto della sentenza definitiva della Cassazione che, a nostro avviso, non può essere messa più in discussione, soprattutto con elementi che, allo stato, ci sembrano molto deboli”. A detta del legale, dunque, in qualità di parte civile potrà partecipare all’eventuale processo di revisione richiesto dalla famiglia di Stasi e di seguire le nuove indagini nell’ambito del delitto di Garlasco bis. “All’esito di entrambi, faremo le nostre valutazioni”, ha chiosato.

Ormai da settimane il caso sul delitto di Garlasco è divenuto centrale nella cronaca nera nostrana. Dietro l’omicidio di Chiara Poggi potrebbe esserci una verità ben diversa rispetto a quella emersa con la sentenza di condanna in via definitiva a 16 anni di reclusione a carico di Alberto Stasi, allora fidanzato della vittima. La svolta è giunta con l’iscrizione nel registro degli indagati (come atto dovuto) di Andrea Sempio, giovane 28enne amico del fratello della vittima, il cui Dna sarebbe stato trovato sotto le unghie di Chiara. Per tale ragione la Procura di Pavia avrebbe avviato le opportune indagini aprendo la strada ad una nuova inchiesta bis sul delitto di Garlasco. Il quotidiano Il Giorno nella sua versione online, ha ripercorso le fasi che hanno portato all’individuazione di Sempio, neo indagato e che potrebbe mutare le sorti di Alberto Stasi. Sarebbero stati otto, in tutto, i pedinamenti realizzati, al termine dei quali sarebbe stato acquisito il Dna di Andrea Sempio. Tutto ha inizio lo scorso 26 ottobre, quando un’agenzia di investigazioni private di Milano avvia la sua attività dopo l’incarico avuto dalla difesa della famiglia di Stasi, da sempre convinta dell’innocenza del giovane condannato anche in Cassazione. Il giovane viene seguito fino al posto di lavoro, l’Iper di Montebello della Battaglia, dove è impiegato in un negozio di telefonia. I pedinamenti proseguono anche nei giorni seguenti, durante i quali l’agenzia informa opportunamente le Forze dell’Ordine della sua attività. L’ultimo pedinamento è datato 18 novembre: Andrea Sempio si trova al bar dell’Iper. E’ qui che i detective acquisiscono un cucchiaino e una bottiglietta d’acqua, dai quali sarà poi ricavato il Dna del giovane. Ad occuparsi delle analisi è stato il biologo forense Pasquale Linarello, che ha comparato il Dna acquisito con quello presente sotto le unghie di Chiara Poggi. Dalla sua comparazione è emerso che 14 regioni su 17 del Dna trovato su due unghie della vittima sarebbero perfettamente sovrapponibili al profilo genetico del ceppo maschile della famiglia di Andrea Sempio, portando di conseguenza alla sua iscrizione nel registro degli indagati per il delitto di Garlasco. Da allora, si sono susseguite le diverse posizioni delle varie parti. Per la difesa di Alberto Stasi, l’attività compiuta dall’agenzia di investigazioni private sarebbe avvenuta “nel pieno rispetto della normativa”. Nello specifico, come evidenziato dall’avvocato Bocellari, “le attività di acquisizione dei reperti, cucchiaino e bottiglietta, prima, e l’attività di confronto dei Dna, poi, sono state effettuate nel completo rispetto della privacy in quanto si trattava di dati del tutto anonimi”. “Stupisce molto, in ogni caso, che si discuta sulla modalità delle indagini compiute piuttosto che sul fatto che sia stato rinvenuto il Dna di un soggetto individuato sulle unghie di una ragazza di 26 anni barbaramente uccisa”, ha commentato il legale, alla luce della reazione avuta dalla famiglia di Chiara Poggi, per la quale il solo ed unico responsabile del delitto di Garlasco è e resta Alberto Stasi.