Arrivano ulteriori dettagli sull’arresto di Abdulkadir Masharipov, l’attentatore responsabile della strage di Istanbul che dopo la cattura ha confessato di essere l’autore del massacro di Capodanno al Reina. Come dichiarato dal governatore di Istanbul, Vasip Sahin, nel covo dell’Isis la polizia ha recuperato e sequestrato carte telefoniche, due pistole, un drone e 197mila dollari statunitensi. A detta della stampa turca, la polizia per risalire al nascondiglio di Masharipov ha analizzato oltre 100mila ore di riprese del circuito di telecamere della città e per tre volte aveva sfiorato la cattura dell’uzbeko noto con il nome di battaglia di Abu Mohammed Khurasani; in uno di questi l’attentatore era sfuggito all’arresto davvero per un soffio, tanto che la polizia aveva recuperato in un appartamento un mozzicone di sigaretta ancora fumante. Stavolta invece gli investigatori avevano individuato il covo di Masharipov da ormai 3 giorni, ma hanno ritardato l’entrata in azione per verificare da chi fosse frequentato l’appartamento così da scoprire eventuali contatti e appoggi del terrorista.
, il terrorista dell’Isis catturato la notte scorsa in un’abitazione nel quartiere di Esenyurt, ha confessato di essere l’autore dell’attentato di Capodanno al Reina di Istanbul. Come riportato da Rai News è stato lo stesso premier turco, Binali Yildirim, ad annunciarlo durante una conferenza stampa. Masharipov, il cui nome di battaglia è Abu Mohammed Khurasani, una volta scoperto nel proprio covo avrebbe opposto resistenza alle forze di polizia di Istanbul, che hanno condotto l’operazione in gran segreto beneficiando della collaborazione dell’intelligence e delle unità anti-terrorismo. Non è chiaro se durante la cattura vi sia stato anche uno scontro a fuoco, ma in queste ore le televisioni turche stanno dando grande risalto alle immagini dell’arresto di Masharipov, che ritraggono l’attentatore evidentemente ferito, e a quello dei suoi complici, in particolare la foto di un uomo a terra con i polsi legati da alcune fascette elettriche e l’anfibio di un poliziotto premuto sul volto. A detta della Cnn Turk i 2 uomini e le 3 donne catturati con Masharipov nel corso del blitz sarebbero affiliati dell’Isis in possesso di passaporti di Kirghizistan, Somalia, Egitto e Senegal.
E’ stato arrestato il principale sospettato per gli attacchi ad un esclusivo night club di Istanbul la vigilia di Capodanno. Le autorità turche ritengono infatti che Abdulkadir Masharipov abbia messo in atto l’attacco al Reina club, dove sono rimaste uccise 39 persone. Ferite altre dieci persone, tutte con provenienza da India, Giordania, Tunisia, Libano, Francia, Israele ed Arabia Saudita. Lo Stato Islamico ha subito rivendicato l’attacco, rivelando che si tratta di una vendetta per il coinvolgimento militare turco in Siria. Il killer sarebbe inoltre arrivato al locale a bordo di un taxi già alla domenica precedente all’attacco, prima di correre verso l’interno armato di pistola a canna lunga. Il sospetto è stato arrestato mentre si trovava a cassa di un amico nel Kirghizistan, come ha sottolineato il canale turco NTV. In base alle prime indiscrezioni, Masharipov si dovrà sottoporre ad alcuni controlli medici prima di essere interrogato dalla Polizia.
Secondo alcune fonti turche, l’attentatore di Istanbul sarebbe arrivato nella città turca lo scorso 15 dicembre ed avrebbe affittato un appartamento a Konya. Il locale doveva servire per ospitare la moglie ed i due figli. Durante il raid che ha portato all’arresto di Abdulkadir Masharipov di origine uzbeka, sono state fermate altre tre persone che si trovavano nella stessa abitazione, sito nella periferia europea di Istanbul. Secondo le autorità il posto sarebbe inoltre un covo dell’ISIS, dove Masharipov avrebbe trascorso tre giorni, cercando di nascondersi. Le tre persone che sono state arrestate insieme a lui risulterebbero a loto volta militanti del Califfato. La polizia turca, ha sottolineato il quotidiano locale Hurriyet, ha diffuso una foto del principale sospettato, che lo mostra pieno di ecchimosi e ferite, oltre che con indosso una maglietta sporca di sangue. Il figlio di quattro anni, che Masharipov avrebbe portato con sé nella fuga in seguito all’arresto della moglie, sarebbe stato ritrovato insieme all’uzbeko.