Rosanna Belvisi e Luigi Messina, una coppia magati come tante in crisi, con litigi e una storia turbolenta alle spalle: eppure non finiscono, per fortuna, tutte come questa vicenda orribile della periferia di Milano. Allora cosa è avvenuto in questa situazione, come del resto nel contesto di Tiziana Pavani o di altre donne uccise per spesso futili problemi? Si interrogano le istituzioni, le realtà di prevenzione e i contest familiari, oltre alla gente comune rimasta shoccata da quanto avvenuto nel delitto del Giambellino, con 23 coltellate alla gola che hanno visto dissanguare i corpo inerme della povera Rosanna Belvisi. «La risposta della squadra mobile, delle forze di polizia, non basta. – ha sottolineato De Iesu – Il delitto si inserisce in un quadro familiare di rapporti malati che non vengono alla luce, che non vengono denunciati. Su questo bisogna interrogarsi, su come portare le vittime a denunciare. Nel 2016 ho ammonito 38 persone, ricevo e valuto di persona i casi, ci sono le norme e anche i centri antiviolenzaa. Bisogna valorizzare questi strumenti e sensibilizzare le donne vittime di violenze e maltrattamenti perché possano uscire dall’incubo», ha commentato il questore di Milano, Antonio De Iesu in un lungo appello alla stampa e alla cittadinanza di Milano dopo i femminicidi di questi ultimi giorni.
Interviene anche il sindaco Beppe Sala sul caso del delitto di Milano Giambellino: Rosanna Belvisi, la donna sgozzata dal marito Luigi Messina che ieri ha confessato tutto, anche il finto alibi che si era creato per non essere accusato. Uno scatto d’ira dopo lunghi mesi di litigi e di tradimenti: un femminismo a tutti gli effetti, attaccano l’accusa e la Procura con il sindaco di Milano che ha voluto dare un suo contributo con un appello all’intera città. «Non voglio cavarmela con la solita dichiarazione di condanna. Stiamo cercando di fare qualcosa di più. Stiamo cercando di mettere in atto un’azione decisa di educazione e sostegno alle vittime di violenze, per cui spero di poter annunciare nei prossimi giorni questa iniziativa». Due femminicidi nel giro di quattro giorni e il sindaco ha fatto scattare l’allarme in tutta la città cercando di utilizzare queste tragedie per trovare una soluzione convincente da opporre alle stragi: «Bisogna valorizzare questi strumenti e sensibilizzare le donne vittime di violenze e maltrattamenti perché possano uscire dall’incubo», è invece l’appello del Questore di Milano Antonio De Iesu.
Alla fine ha confessato il marito di Rosanna Belvisi, la donna ddi 50 anni che lo scorso 15 gennaio 2017 è stata uccisa nella sua villa della zona del Giambellino, a Milano. Un atroce delitto, inspiegabile fin dai primi istanti in cui gli inquirenti si sono interessati al caso. L’interrogatorio con il pm di Milano Gaetano Ruta, ha visto Luigi Messina estremamente lucido nel raccontare i particolari che lo hanno spinto a mettere in atto l’omicidio della moglie. La coppia era rientrata appena il giorno prima da un periodo di vacanza in Sicilia e sembrava che il loro rapporto fosse tranquillo. “Abbiamo anche fatto l’amore”, rivela Messina agli inquirenti, com sottolinea Milano Today. Rosanna Belvisi avrebbe iniziato poi ad insultarlo per via di un tradimento precedente con una donna da cui l’ex guardia giurata ha avuto anche un figlio. Oggi il bambino ha tre anni, ma Luigi Messina non lo vede da due mesi. Tutto inizia quindi con la lite sul tradimento dell’uomo, che porta presto la vittima ad afferrare il ferro da stiro ed a cercare di colpire il marito. Tutto sarebbe poi precipitato per via del coltello che Messina avrebbe preso per mangiare un frutto.
L’omicidio di Rosanna Belvisi sarebbe avvenuto quindi a causa di un raptus omicida che ha colpito il marito Luigi Messina. L’ex guardia giurata non avrebbe retto il confronto con la moglie, a causa dei ripetuti insulti diretti sia verso la sua persona che veso il bambino che l’uomo ha avuto al di fuori del matrimonio. “Non ricordo quante volte l’ho colpita”, afferma Messina, prima di accorgersi di avere una ferita alla mano. Il piano di simulare la presenza di un secondo uomo nella villetta di via Coronelli, lo ha visto intento a disfarsi di ogni eventuale prova. Dai fazzoletti usati per medicare la mano fino al coltello ed agli abiti sporchi di sangue, “riposti in un sacchetto di plastica rigida”. Il coltello invece è finito dentro ad un tombino, in una zona isolata ma non lontana dall’abitazione della coppia. Sono state in tutto 23 le coltellate che hanno portato alla morte Rossanna Belvisi. Il racconto si fa poi incerto, soprattutto per quanto riguarda alcuni cespi di insalata che Luigi Messina ha ammesso di aver comprato per la moglie, nonostante il delitto fosse già avvenuto.