Si celebra oggi, 17 gennaio 2017, Sant’Antonio Abate che è molto amato in diverse città del nostro paese. Sono tante anche le testimonianze iconografiche che riprendono come protagonista proprio il Santo. Tra queste una delle più famose è ‘‘Madonna tra i Santi Antonio Abate e Giorgio’‘ di Pisanello. Il quadro è stato dipinto attorno al 1445 ed è oggi nella National Gallery di Londra. Al centro sorge una Madonna splendida in un cerchio d’oro insieme al Bambino Gesù. Ai suoi fianchi ci sono proprio Sant’Abate avvolto dalla sua tunica e con l’aureola dorata sopra la testa oltre alla lunga barba bianca. Dall’altro c’è invece San Giorgio con i suoi vestiti bianchi quasi fosse un cavaliere. L’opera è veramente meravigliosa, clicca qui per il dipinto.
Oggi 17 gennaio si festeggia Sant’Antonio Abate, e nel mezzogiorno la tradizione vuole che si cominci ad entrare ufficialmente nel periodo di Carnevale. A Putignano, per esempio, si comincia a far festa proprio nel ricordo di Sant’Antonio Abate, patriarca del Monachesimo conosciuto come il protettore degli animali domestici e quindi del bestiame e degli allevatori. Nella giornata di oggi ci saranno diversi riti per ricordare la festa in onore del santo, anche a Bergamo i festeggiamenti per il santo eremita che ha vissuto in Egitto tra il 250 ed il 356. Il culto di Sant’Antonio abate fu introdotto a Bergamo grazie ai frati Antoniani, un tempo si benedivano i carri agricoli, gli animali e i fertilizzanti. Nell’era moderna i devoti trascorrono ore sui mezzi di trasporto e chiedono a Sant’Antonio Abate la protezione contro i pericoli della strada, mentre i fedeli in chiesa chiedono una grazia accendendo un cero.
Nel giorno in cui si celebra Sant’Antonio Abate ricorre la tradizione della benedizione degli animali della fattoria e domestici. Sant’Antonio Abate infatti, è considerato non solo il fondatore del monachesimo cristiano na anche il protettore degli animali. In Vaticano questa mattina si svolge, come riporta l’agenzia di stampa Agensir, la decima edizione della “Fattoria sotto il cielo” allestita vicino piazza San Pietro, in piazza Pio XII, davanti al colonnato del Bernini, dall’Associazione degli allevatori italiani (Aia) proprio per la Festa di Sant’Antonio Abate. Mucche, galline, vitelli, caprette, agnelli, pony sono gli animali ospitati per la benedizione: prevista la coreografia dei palloncini colorati gialli con la scritta verde della Coldiretti. La Messa per gli allevatori è celebrata presso l’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana dal cardinale Angelo Comastri, vicario generale del Papa per la Città del Vaticano. Come da tradizione, nel giorno in cui la Chiesa Cattolica celebra Sant’Antonio Abate, al termine della Messa è prevista la benedizione degli animali.
La chiesa cattolica celebra oggi, 17 gennaio, Sant’Antonio Abate, eremita egiziano considerato il fondatore del monachesimo cristiano. Secondo la tradizione, Sant’Antonio Abate viene considerato anche il protettore degli animali domestici, tanto che nelle sue raffigurazioni è spesso accompagnato da un maiale con indosso una campanella. Per questo motivo il 17 gennaio la Chiesa benedice le stalle e gli animali domestici e, come riportato da Wikipedia, li pone sotto la protezione del santo. Una delle leggende legate alla celebrazione di Sant’Antonio Abate, molto diffusa in Veneto dove l’eremita viene chiamato San Bovo o San Bo’, vuole che la notte del 17 gennaio gli animali dispongano della facoltà di parlare. Per questa ragione i contadini si tenevano lontani dalle stalle dal momento che ascoltare le conversazioni tra gli animali veniva considerato di cattivo auspicio.
Il giorno del 17 gennaio di ogni anno la Chiesa Cattolica Cristiana seguendo quanto riportato nel calendario martirologio romani venera e festeggia alcuni santi tra cui sant’Antonio abate che è conosciuto con molti altri appellativi tra cui quello di Sant’Antonio del Deserto, Sant’Antonio d’Egitto e Sant’Antonio del Fuoco. Nel corso della sua vita terrena sant’Antonio è stato un eremita di origini egiziane che di fatto viene considerato il padre fondatore del monachesimo cristiano nonché il primo abate che ricordi la storia dell’umanità. Stando a documenti storici, sant’Antonio dovrebbe essere nato in una antica cittadina di nome Coma che oggi viene identificata con il nome di Qumans in un giorno non conosciuto dell’anno 251 e stando alla tradizione dovrebbe essere vissuto circa 106 anni morendo nel deserto della Tebaide nell’anno 357 dopo Cristo. Tutte le informazioni di natura agiografica relative alla vita di sant’Antonio sono state ricavate da un’opera scritta nel corso della IV secolo dopo Cristo ed in particolare venne completata da Atanasio nell’anno 357 coincidente con la morte di sant’Antonio che avvenne per l’appunto nel giorno del 17 gennaio. Atanasio all’epoca era il vescovo della città egiziana di Alessandria e dopo aver conosciuto sant’Antonio ebbe da lui un grande aiuto nella lotta al movimento dell’arianesimo che stava scuotendo la crescente comunità cristiana nel Mediterraneo.
Sant’Antonio nacque in una famiglia piuttosto agiata in quanto i suoi genitori erano dei ”facoltosi” agricoltori di fede cristiana. Intorno all’età di venti anni sant’Antonio perse entrambi i genitori per cui si trovò a dover amministrare lui il grande patrimonio di cui aveva raccolto l’eredità. Sant’Antonio nonostante avesse una sorella più piccola di cui occuparsi decise di seguire la sua vocazione spirituale. In ragione di ciò con il suo denaro e le sue terre fece opere di bene a favore dei poveri e quindi iniziò una vita fatta di tanta preghiera e contemplazione nella solitudine mentre la sorella venne affidata ad una comunità femminile.
Secondo la tradizione sant’Antonio fu ispirato da una visione dalla quale capì che la sua esistenza non doveva essere caratterizzata dalla sua preghiera ma anche da questioni concrete e nello specifico di lavorare la terra in maniera tale da raccogliere frutti per sopravvivere e da dare a quanti non avevano di cui mangiare. Sant’Antonio con l’intento di avere una vita quanto più distaccata dal mondo terreno, si rinchiuse in una vera e propria tomba ricavata nella roccia nei pressi del suo villaggio natale. Questa piccola grotta è ancora oggi visibile. Secondo la tradizione sant’Antonio venne attaccato dal demonio e nello specifico venne percorso. Venne aiutato dalle persone del luogo che lo aiutarono a ristabilirsi. In seguito si spostò verso le sponde del mar Rosso trovando alloggio nei pressi di un vecchio forte romano abbandonato dove visse per ben 20 anni. Una solitudine che venne spezzata dalla pressante richiesta di persone che volevano condividere con lui queste esperienze mistiche per cui sant’Antonio uscito dal fortino ed in particolare dal pozzo dove viveva, incominciò a pellegrinare per dare aiuto ai bisogni e liberare dal demonio. L’ultima parte della sua vita fu vissuta nel deserto della Tebaide. Il suo corpo è stato sepolto dai suoi seguaci in un luogo segreto.
Il 17 gennaio oltre a sant’Antonio abate si festeggiano tanti altri santi e beati tra cui san Speusippo, san Elasippo, san Melesippo, san Leonilla, san Giuliano, san Marcello, san Sulpizio il Pio, il beato Gamelberto, santa Rossellina e san Gennaro Sanchez Delgadillo.