Ha confessato Luca Raimondo Marcarelli: senza vestiti (per non macchiati) e drogato di cocaina, ha ucciso Tiziana Pavani nel primo dei due femminicidi a Milano negli ultimi quattro giorni. Una morte orrenda per motivi al momento assai futili, un presunto prestito di 2mila euro fatto poche settimane fa alla donna. E tanto è bastato per far scattare l’ira con premeditazione, ribadisce l’accusa della Procura: nella confessione davanti al Gip, Marcarelli ha raccontato come abbia tentato anche di dar fuoco alla casa per eliminare ogni traccia lasciata, ma che non ci sarebbe riuscito per una scarsissima lucidità. «Prima di uscire dall’abitazione della donna ho anche aperto il gas del piano cottura. L’idea – ha messo a verbale – era quella di cancellare le prove con l’incendio della casa. Il mio cervello in quel momento era completamente in pappa». Ora il carcere con il processo probabilmente per direttissima dopo la confessione scritta e verbalizzata dell’assassino di Tiziana Pavani.



Rimane in carcere Luca Raimondo Marcarelli, accusato e reo confesso dell’omicidio di Tiziana Pavani. La segretaria d’asilo di Milano sarebbe stata quindi uccisa per denaro, un prestito che l’ex amante le aveva concesso in diversi episodi, per un ammontare di 2.450 euro. Fin dal primo interrogatorio, il 32enne ha rivelato agli inquirenti di aver conosciuto la vittima sui social media e di frequentarla per uno o due fine settimana al mese. Quella sera, tuttavia, non ci avrebbe visto più perché Tiziana Pavani nega ulteriormente di restituirgli il prestito. Da qui l’idea di prendere la bottiglia di vetro ed aggredire la donna mentre sta ancora dormendo. “Il mio cervello in quel momento era completamente in pappa”, rivela nel verbale, riportato da La Repubblica. La confessione di Luca Raimondo Marcarelli è stata convalidata anche di fornte al gip, che ha predisposto il fermo in carcere per l’accusa di omicidio volontario con l’aggravante della rapina e premeditazione. 



Dalla confessione del presunto assassino di Tiziana Pavani, si evincono inoltre altri particolari. Luca Raimondo Marcarelli aveva infatti ricevuto l’aiuto della vittima per via delle difficoltà economiche che stava attraversando. Il 32enne lavorava presso un’impresa di pulizie ed appena una settimana prima del delitto, era stato soccorso dalla donna. Tiziana Pavani lo aveva trovato infatti per strada in forte stato d’agitazione, tanto da decidere di fargli assumere dei calmanti. La donna poi si sarebbe accorta che la bottiglietta del medicinale era stata svuotata per metà e preoccupata delle condizioni di salute dell’uomo, era corsa a cercarlo. Lo trova così in fin di vita e chiama i soccorsi, riuscendo a farlo salvare appena in tempo. La notte dell’0micidio, avvenuto lo scorso 11 gennaio 2017, i due avrebbero quindi avviato una lite, proprio per quei soldi che il presunto aguzzino pretendeva di riavere entro la fine del mese. Intanto Luca Raimondo Marcarelli assume 2 gr di cocaina, la stessa che lo avrebbe portato a compiere la “mattanza”.  

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